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BENVENUTO BRUNELLO 2023

Brunello di Montalcino 2019: poche eccellenze e differenze marcate tra zone e produttori

WineNews: i migliori assaggi. Annata di qualità diffusa, ma con le caratteristiche di una vendemmia calda, che racconta il cambiamento climatico

Le importazioni generali di vino italiano in Usa (dati Istat, letti da WineNews) sono in flessione, almeno in valore, a -8,1% nei primi 8 mesi 2023, sullo stesso periodo 2022 (e ad un -0,7% del vino italiano in generale, su mercati del mondo). E, secondo i dati relativi ad imbottigliamenti e relativi rilasci di fascette (fonte Avito, Associazione Vini Toscani a Dop e a Igp, ovvero il “Consorzio dei Consorzi” della Toscana enoica), tutti gli areali dei grandi rossi toscani dichiarano un segno meno nei primi 10 mesi 2023, compreso il Brunello di Montalcino (-6%). Con il vino 2018, però, quasi esaurito, e le richieste per il 2019 che sta per entrare in commercio, da gennaio 2024, già importanti, secondo, invece, il Consorzio del Brunello di Montalcino. In un momento simile, dunque, l’arrivo di un’annata come la 2019, attesissima da più parti, acquista, pertanto, un significato particolare. Significato che, a ben guardare, però, sfuma un po’ almeno a giudicare dai risultati del bicchiere: intendiamoci, l’annata 2019 è solida, e capace di garantire una qualità diffusa sui vini di Montalcino, ma, come accade quando si carica di troppe aspettative, un evento, alla fine può accadere che resti anche qualche punto di domanda.
Se l’andamento climatico registrato a Montalcino (secondo il report del Consorzio) nei mesi decisivi per la vendemmia (giugno-settembre) non è stato caratterizzato da fenomeni estremi (grandine, gelate, siccità, eccesso di pioggia, eventi, purtroppo, sempre più frequenti) e il caldo è stato ben compensato dalle riserve idriche invernali, tuttavia si è andati incontro ad una caratterizzazione dell’annata, ci pare, probabilmente più vicina a quella della 2015 che a quella della 2016. Un millesimo solare, dunque, a tratti caldo, ricco e solido, dove, ancora una volta, purtroppo, si possono leggere i segnali del cambiamento climatico in atto che, a queste latitudini, sta forse lasciando i suoi segni più evidenti. A questo, aggiungiamo, le criticità - che dipendono anch’esse da questa evoluzione climatica - di un vino “costretto” a restare in cantina per cinque anni, con tutti i vantaggi, ma (ed oggi più probabilmente) con tutti gli svantaggi (più numerosi) del caso. Il risultato è, quindi, una buona qualità diffusa, con i vini eccellenti - quelli che ti fanno innamorare per un’esecuzione impeccabile o per una loro aderenza totale al territorio - che, però, continuano ad occupare uno spazio non larghissimo. Dal lato delle criticità organolettiche più immediate, salta al naso e alla bocca una notevole carica alcolica dei vini, accanto ad un certo “stile evolutivo” che, in alcuni casi, rischia di penalizzare l’equilibri complessivo dei vini, rendendoli più che pronti. Mentre le note positive si trovano in una gestione della presa tannica, in generale, ben centrata, e nella espressività del frutto, quasi sempre, polposo e saporito. Da ultimo, un’osservazione generale sul carattere stilistico dei Brunello 2019: la differenza tra i vari vini è sempre più accentuata. E se, dal lato territoriale, comincia a venir fuori una sempre maggiore distanza tra le etichette ottenute al nord o al sud della denominazione, probabilmente diventano sempre più notevoli le differenze di approccio stilistico aziendale, con vini, in alcuni casi, addirittura spiazzanti (nel bene o nel male).
Ma veniamo ai migliori assaggi assaggi dell’annata 2019 dello staff WineNews (i Brunello di Montalcino saranno anche poi riassaggiati con la monografia I Quaderni di WineNews, a Gennaio 2024, ndr) a Benvenuto Brunello 2023, a cui partecipano 118 cantine su quasi 200 produttori imbottigliatori di Brunello di Montalcino (sempre secondo l’elenco del Consorzio).
Il Brunello di Montalcino 2019 di Giuseppe Gorelli è un vino di grande energia gustativa che alterna tannini precisi e freschezza acida nel classico gioco dolce-acido dei vini di Montalcino, aggiungendo un profilo aromatico ampio ed etereo dai rimandi ai fiori e alla pietra focaia. Il Brunello di Montalcino 2019 di Giodo, la cantina di Carlo e Bianca Ferrini, e non è la prima volta che capita, incarna un approccio stilistico impeccabile, dagli aromi e dai sapori tendenzialmente mediterranei, dove un legno dosatissimo rimanda a suggestioni quasi borgognone. Possiede una particolare classe ed eleganza il Brunello 2019 di Fuligni, dai tratti aromatici floreali e speziati che anticipano una progressione gustativa profonda e bilanciata. Bel cesello tra tannini e frutto polposo nel Brunello di Montalcino 2019 di Gianni Brunelli, dagli aromi chiari e di bella intensità. Unisce una certa potenza ad armonia e contrasto il Brunello di Montalcino Rosildo 2019 di Franco Pacenti, dai profumi di frutti rossi maturi, terra e sottobosco. Grande freschezza ed integrità nel timbro floreale del naso del Brunello di Montalcino Vigna Montosoli 2019 di Canalicchio di Sopra, a cui si aggiungono rimandi alla grafite e cenni appena speziati, ad introdurre un gusto dinamico e contrastato. Interpretazione classicheggiante per il Brunello 2019 di Albatreti, dal naso che incrocia fiori freschi e leggermente appassiti ad un tocco di sottobosco e ad un fruttato maturo. Non privo di qualche tratto più rustico, che ne accresce carattere e personalità, il Brunello 2019 di Fattoi, dal connubio aromatico tra frutta rossa e terra e dal gusto sapido, profondo e continuo. Ben disegnato il Brunello 2019 di Elia Palazzesi, che incrocia intensità aromatica del frutto e sapidità nel gusto. Altrettanto ben fatto il Brunello 2019 di Collemattoni dal tocco aromatico floreale che integra spezie e sottobosco e dal sorso preciso e tendenzialmente fragrante. Potente ma non priva di dinamica la progressione gustativa del Brunello di Montalcino Pianrosso 2019 di Ciacci Piccolomini d’Aragona, dal rigoglioso fruttato maturo e dai lampi affumicati e speziati al naso. Ben fatto il Brunello di Montalcino 2019 di Casanova di Neri, dagli aromi dolci e speziati e dalla bocca dolce e vivace. Analoga impostazione per il Brunello Montalcino 2019 di Castello Romitorio. Un vino di fattura ineccepibile è il Brunello di Montalcino Vigna Marrucheto 2019 di Banfi, dai profumi sottili e dolci e dal gusto altrettanto leggiadro e affusolato. Solido e compatto nel suo sviluppo gustativo il Brunello 2019 di Capanna, dai profumi fruttati e affumicati. Convincete il Brunello di Montalcino La Casa 2019 di Caparzo, aromaticamente caratterizzato da un tocco boisé e da un generoso fruttato, che asseconda una bocca dolce e sfumata. Articolati gli aromi di fiori e spezie del Brunello di Montalcino Campo del Drago 2019 di Castiglion del Bosco, che in bocca scorre solido e compatto. Centrato il Brunello 2019 di Patrizia Cencioni, dai profumi ariosi di frutta rossa matura e sottobosco, ad anticipare una bocca vivace e non priva di piacevoli durezze. Profumi ben a fuoco sui piccoli frutti rossi e le erbe aromatiche per il Brunello di Montalcino 2019 di Pietroso, dalla bocca gustosa e ben profilata. Un rigoglioso fruttato con cenni affumicati caratterizza il naso del Brunello Vigna i Poggi 2019 di Poggio Antico dalla beva solida e calda e dai tannini saporiti.

Focus - L’andamento stagionale del 2019 (nella descrizione del Consorzio del Brunello di Montalcino)
Inverno con temperature leggermente sopra alla media deli ultimi anni, con temperature minime sotto lo zero rilevate soprattutto nella prima metà del mese di gennaio. Piovosità concentrata tra il 18 ed il 25 gennaio e nei primi 5 giorni di febbraio, per un totale nei due mesi di circa 70 mm. Il germogliamento è avvenuto nei tempi consueti, con precipitazioni attorno ai 100 mm e temperature medie sui 10 gradi centigradi nei mesi di marzo, aprile e maggio. L’andamento stagionale di questi mesi ha portato a un rallentamento vegetativo di circa due settimane. Nei mesi di giugno e luglio non si sono registrati eventi piovosi di rilievo, ad esclusione di un importante fenomeno alla fine del mese di luglio: 70 mm in due giorni. Le temperature medie, in questi due mesi, si sono mantenute tra i 20 gradi centigradi ed i 25 gradi centigradi, con picchi a 35 gradi centigradi in sole due giornate. Il mese di agosto non ha registrato precipitazioni, se non attorno al 25 con 20 mm totali, mentre le temperature registrate sono state nella media consueta, con massime tra i 30 gradi centigradi ed i 35 gradi centigradi. Grazie alle riserve idriche accumulate e alle temperature che non hanno raggiunto picchi eccessivamente elevati, l’apparato fogliare è rimasto pressoché intatto ed efficiente. Tutto ciò ha permesso una lenta ed omogenea maturazione delle uve, ottimale per l’ottenimento di una perfetta maturità fenolica e tecnologica. Gli eventi piovosi della prima settimana di settembre hanno consentito di posticipare i tempi della raccolta e un contenimento del tenore alcolico delle uve. Le uve Sangiovese si sono presentate in ottimale stato fitosanitario. I vini prodotti presentano caratteristiche di eleganza e finezza, con tannini equilibrati, profumi ben definiti e spiccati aromi primari.

Focus - Montalcino: il Brunello “sold out”, il territorio sempre più meta di turismo
Non solo tutto il vino “sold out”, ma accelera anche l’enoturismo. Insomma il Brunello e Montalcino sono più forti della crisi e della situazione non certo ottimale che stiamo vivendo in Italia e nel mondo. Almeno stando ai numeri del Consorzio del Brunello: più presenze, in crescita del 2% sul pari periodo già da record del 2022, grazie ad uno sprint estivo che vale quasi l’80% dei flussi. Il borgo toscano si conferma destinazione enoica sempre più cosmopolita con un incremento dei turisti stranieri che tocca la doppia cifra (+10%). Le rilevazioni sono del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, che ha elaborato i dati provvisori dell’Ufficio di statistica della Regione Toscana (periodo gennaio-agosto 2023). Il quadro delle presenze suddivise per macroaree - osserva il Consorzio - vede in testa gli enoappassionati europei che rappresentano oltre un terzo delle provenienze totali; seguono gli arrivi dalle Americhe ed un balzo di quasi il 20% sullo scorso anno mentre, a poca distanza, gli enoturisti del Belpaese. In positivo poi i trend degli arrivi dalle altre macroaree globali con l’exploit in particolare dell’Asia (+45%) e dell’Oceania (+145%). Una fotografia, quella rilevata dall’elaborazione del Consorzio, che riflette l’aumento dei soggiorni in strutture extralberghiere a partire da agriturismi, relais in cantina e b&b; in decrescita, invece, le presenze in hotel (-5,5%), da addurre esclusivamente al calo degli italiani solo in parte compensato dall’incremento straniero (+8%). Per il presidente del Consorzio del Brunello di Montalcino (3.200 gli ettari di vigneto iscritti a Doc e Docg e tutelati dal Consorzio, di questi, 2.100 a Brunello, estensione rimasta invariata dal 1997, per una produzione media di 9 milioni di bottiglie l’anno, mentre a crescere è stato il valore delle vendite, i Paesi buyer e l’economia di un intero territorio, a partire dalle imprese del vino, che, nell’arco di 13 anni, hanno visto incrementare dal 37% al 63% il proprio patrimonio netto), Fabrizio Bindocci: “i risultati sono migliori dell’anno record 2022 e segnano un tendenziale +17% sul triennio del precovid, dall’altro configurano Montalcino come destinazione sempre più amata dai winelover d’oltreoceano. Un target alto spendente composto principalmente da statunitensi, brasiliani e canadesi il cui vino rappresenta la principale motivazione del viaggio a Montalcino ma dove sanno di trovare anche altre caratteristiche identitarie che le imprese del vino hanno contribuito a preservare: qualità della vita, biodiversità, un borgo medievale e il paesaggio Unesco della Val d’Orcia”.

Focus - Da Siena a New York, il Brunello nelle carte dei vini dei ristoranti ed enoteche del mondo
Da Siena, passando per Cernobbio e Asti, e da Londra a New York. Parte dalla Toscana e arriva oltreoceano il “Leccio d’Oro”n. 32, il riconoscimento del Consorzio del Brunello di Montalcino a ristoranti ed enoteche, nazionali e internazionali, con una wine list altamente rappresentativa dei vini espressione del territorio.
A salire sul podio per la sezione dedicata ai ristoranti del Belpaese è il Ristorante Veranda dell’Hotel Villa d’Este a Cernobbio: elegante struttura con vista sul Lago di Como, vanta una cantina con più di 50.000 bottiglie e in carta vini propone una selezione di oltre 3.500 etichette, di cui 300 provengono da Montalcino.
Dalle sponde del Lago manzoniano alla città della Grande Mela con il ristorante Sistina: situato in una palazzina ottocentesca dell’Upper East Side a New York e con una collezione di opere d’arte che vanno da Matisse a Mirò, il locale dispone di una cantina con 100.000 bottiglie e 4.600 etichette, tra cui le migliori annate di Brunello e Brunello Riserva. Nella categoria enoteche, il riconoscimento va al Quadrifoglio di Calosso, il cui catalogo online propone oltre 100 etichette tra Brunello e Rosso di Montalcino, ed a Il Berry Bros. & Rudd di Londra, con un e-commerce che supera le 100 referenze.
Il Premio Speciale “Leccio d’Oro - Rosso di Montalcino” è stato assegnato, invece, all’Osteria Il Bargello di Siena: il locale dispone dal 2020 anche del “Salotto del Vino”, un’enoteca che conta 1.000 etichette di cui quasi 100 sono di Montalcino; inoltre, le proposte giornaliere al calice includono sempre un Rosso o un Brunello.

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