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BENVENUTO BRUNELLO 2023

Brunello di Montalcino: consumi in Usa (+10%), giù gli imbottigliamenti (-6%), ma vino quasi finito

I dati SipSource per il Consorzio del Brunello di Montalcino regalano sorrisi sul mercato n. 1 per il territorio, nonostante le difficoltà del settore
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Brunello di Montalcino: su i consumi in Usa (+10%), giù gli imbottigliamenti (-6%)

Le importazioni di vino italiano calano, negli Stati Uniti, e i consumi non volano, anche se non in maniera direttamente proporzionale. Perchè se gli importatori chiedono meno vino in attesa di smaltire i grandi stock messi in magazzino nel 2022, anche sull’onda dell’euforia post Covid, gli americani continuano a bere. Ed una rappresentazione plastica di questo quadro arriva dai dati che riguardano uno dei più grandi rossi italiani, il Brunello di Montalcino che, in questi giorni, è tornato sul tetto del mondo grazie alla griffe Argiano, con il Brunello di Montalcino 2018 al n. 1 della “Top 100” by Wine Spectator, e anche a Poggio di Sotto del gruppo ColleMassari di Claudio Tipa, che ha conquistato la “pole position” nella “Top 100 Wine Cellar” by Wine Enthusiast, e che si innestano in un quadro in cui le importazioni generali di vino italiano in Usa, secondo i dati Istat, letti da WineNews, sono in netta flessione, almeno in valore, a -8,1% nei primi 8 mesi 2023, sullo stesso periodo 2022 (e ad un -0,7% del vino italiano in generale, su mercati del mondo).
Ebbene, mentre i dati relativi ad imbottigliamenti e alle fascette, diffusi da Avito, che riunisce tutti i Consorzi del vino di Toscana, parlano di un dato negativo, nei primi 10 mesi, per tutti i grandi rossi di Toscana (che nel complesso fa -8%), compresi Brunello di Montalcino (-6%) e Rosso di Montalcino (-15%), sebbene il vino in commercio dell’annata 2018 sia praticamente esaurito, e già sono forti le richieste per la 2019 che sta per entrare in commercio (vedi focus), quelli sui consumi del Brunello di Montalcino negli States, negli ultimi 12 mesi, non nettamente in positivo, con consumi a +10%, impennate nel Midwest (+42%) e performance oltre la media a Sud e a Ovest del Paese. Lo rileva, per “Benvenuto Brunello” 2023 (a Montalcino, dal 17 al 28 novembre, con le degustazioni in anteprima dell’annata 2019 e della Riserva 2018, di cui leggerete presto i nostri migliori assaggi, e, il 18 novembre, la presentazione della “piastrella” che celebra non più il rating della vendemmia ma la chiusura dell’annata agricola, realizzata quest’anno da Monica Maggioni, giornalista Rai, già presidente Rai e direttrice Tg1, ed oggi “direttrice editoriale per l’offerta informativa”, ndr), l’analisi realizzata per il Consorzio Brunello di Montalcino dall’Osservatorio del Vino by Unione Italiana Vini (Uiv) su base SipSource, strumento di monitoraggio sugli effettivi acquisti dei dettaglianti on e off-trade che copre il 75% del mercato americano, per un totale di oltre 330.000 esercizi commerciali.
Secondo l’analisi, il Brunello conferma il proprio feeling con il mercato a stelle e strisce, che rappresenta almeno il 30% del totale vendite oltreconfine: a fronte di un calo generalizzato dei consumi totali di vino (-7%) e di quelli italiani (-3%), la Docg di Montalcino è tra le poche che segnano luce verde. Tra queste, la Beaune (premier Cru della Borgogna), il Bordeaux Superiore, il Barolo o i rossi della Ava californiana Oakville, a dimostrazione che il segmento luxury riesce spesso a mantenersi anticiclico anche in questa difficile stagione. L’accelerazione nei 12 mesi (da ottobre 2022 a settembre 2023) si riscontra sia nel circuito retail (in particolare, nel segmento grossisti e nei liquor store), che nel fuori casa (+8%), canale a maggior valore aggiunto dove la quota delle vendite a volume del Brunello arriva al 50%, ben oltre la media dei vini rossi italiani (al 20%). Qui nella ristorazione, che rappresenta larga parte dei consumi horeca statunitensi, il prezzo al dettagliante del principe dei rossi toscani è nel 91% dei casi sopra i 50 dollari a bottiglia, quota che si attesta al 73,5% se si considerano le vendite totali su tutti i canali.
“Al di là dei trend di mercato, che possono subire variazioni congiunturali - ha detto il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci - siamo molto soddisfatti soprattutto del posizionamento negli Stati Uniti del nostro vino di punta. Un mercato che siamo riusciti a coltivare in modo attento e certosino, grazie anche al lavoro di importanti imprese pioniere, che hanno aperto la strada alla new wave produttiva. Un modello, da perseguire nell’approccio a piazze emergenti come quelle orientali, su cui le potenzialità rimangono enormi”.

Focus - Le annate di Brunello di Montalcino già in commercio quasi esaurite (dati: Consorzio del Brunello)
“Di vino relativo alle annate già commercializzate ce n’è poco, e non è certo una cattiva notizia per le nostre imprese, che da tempo seguono una politica conservativa nelle quantità ed espansiva nella qualità. L’ultima annata commerciale, la 2018, ha già collocato sul mercato l’85% del proprio potenziale e il rimanente sarà evaso nei prossimi mesi. La denominazione, con un vigneto bio per oltre 50% della superficie, è in buon equilibrio, con poco stock in cantina e un mercato che gira, a conferma che il segmento luxury nel nostro caso si dimostra anticiclico”. Così, a Benvenuto Brunello (17-28 novembre), il presidente del Consorzio del vino Brunello di Montalcino, Fabrizio Bindocci, ha commentato i dati Valoritalia, aggiornati al 31 ottobre 2023, e riguardanti lo stato di salute della denominazione. Secondo l’ente certificatore, a fine ottobre, i contrassegni di Stato per il Brunello annata 2018 sono pari 8,5 milioni di bottiglie su un totale di 10 milioni. Il “rischio”, in controtendenza rispetto al trend dei vini rossi dop italiani nei primi 2 quadrimestri 2023 (export a -9%), è quello di avere poche scorte anche a causa di un’ultima vendemmia più leggera. Avvio sprint anche per l’attesissima 2019, che entrerà in commercio solo da gennaio: le richieste si moltiplicano e sono già state consegnate 2,2 milioni di fascette. Il livello di giacenze del Brunello, secondo Valoritalia, è sotto controllo con un tendenziale a +3% a fine luglio (fine campagna vendemmiale), tre volte meno della media italiana relativa agli stock di vini Dop. Inoltre, dell’attuale contingente totale di 43 milioni di bottiglie equivalenti in cantina, sono solo 2,9 milioni (il 6,7%) quelle commercializzabili: 1,5 milioni della 2018 e il resto di annate precedenti.
Secondo il report, il Rosso di Montalcino vive una situazione di ancor minore disponibilità. La Doc, infatti, più della congiuntura paga la carenza di prodotto, con declassamenti prossimi allo zero. In totale i contrassegni consegnati per la 2021 (la 2022 sarà presentata alla critica a Benvenuto Brunello) sono stati quasi 3 milioni, con un residuo, sempre al 31 ottobre di 640.000 bottiglie. Sul “Rosso” il Consorzio ha avviato un tavolo di discussione per verificare con i soci l’ipotesi di riaprire l’albo di un vigneto rimasto con le stesse dimensioni da 26 anni.

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