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BUYERS USA, CANADA, RUSSIA, INDIA …: “VINITALY E’ IL MIGLIOR AMBASCIATORE DELL’ITALIA DEL VINO NEL MONDO”

Da Winebow, Palm Bay Imports, John Given Wines, Vintus, La Celeste Levure (Stati Uniti e Canada) agli inglesi Enotria Winecellars, Tria Wines e Valvona&Crolla alla russa Vintage-M), dalla Korea all’India e Malesya. I buyers non hanno dubbi: “dopo anni di sofferenza, l’apprezzamento all’estero il vento sembra essere cambiato e le prospettive per l’export (che, nel 2006, ha sfondato il muro dei 3 miliardi e 195 miloni di euro) sono positive; i fattori del successo sono il fascino dell’italian style, della qualità dei vini italiani ma anche la molteplicità dei vitigni, fortemente legati ai territori di origine, che fanno dell’Italia un giacimento di sapori unico al mondo”. E’ la tendenza che emerge da un sondaggio realizzato da Vinitaly (www.vinitaly.com), dal 29 marzo al 2 aprile a Verona, “fiera fondamentale per poter assecondare le richieste di clienti - spiegano ancora i buyers - man mano più esigenti nei gusti”.
I buyers riconoscono al prodotto italiano “una varietà ed una complessità molto apprezzate da schiere sempre più numerose di appassionati: è qui la differenza tra vini italiani e quelli del Nuovo mondo, con i primi acquistati da consumatori più attenti al contenuto che al marchio della bottiglia e i secondi preferiti da chi vuole qualcosa di poco costoso e facile da bere. I consumatori dei nuovi mercati non sono ancora preparati ad apprezzare appieno i vini italiani se non accompagnati da un marchio forte e di prestigio, ma l’abbinamento con la gastronomia e l’evocazione di luoghi conosciuti aiutano il processo di affinamento dei gusti. Anche in questi Paesi, secondo i buyer intervistati, le potenzialità di sviluppo del mercato del vino italiano sono enormi, un po’ in tutti i canali di vendita, anche se con differenze da Paese a Paese dovute a specifiche situazioni nazionali (monopoli di Stato, limiti nella rete di distribuzione, tasse elevate ...).
Preferiti - sempre dai buyers - i vini rossi, ma si stanno facendo largo anche i bianchi, grazie al processo di miglioramento qualitativo in corso. Sempre apprezzati i vini provenienti dalle regioni più conosciute, ma i buyer puntano su nuove regioni da lanciare sui mercati internazionali come Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e ancora più di oggi il Veneto e la Sicilia, ma anche Basilicata, Trentino-Alto Adige, Sardegna.
Il successo del vino italiano non è però scontato: i consumatori sono sempre più attenti al rapporto qualità/prezzo e anche se la produzione italiana è in grado di soddisfare qualsiasi fascia di cliente, l’apprezzamento va guadagnato con i fatti. Importante, dunque, vendere al giusto prezzo, specialmente con l’attuale debolezza del dollaro rispetto all’euro, anche perché i competitori dell’emisfero Sud, ma anche la Spagna, offrono ottimi vini a cifre molto interessanti.
È essenziale inoltre, secondo i buyer internazionali, che il sistema vinicolo italiano lavori per migliorare all’estero la conoscenza del proprio patrimonio enologico e del significato delle varie indicazioni di origine. La grande varietà dei vini italiani non è così facile da comprendere, e il normale consumatore può confondersi al momento dell’acquisto. Questo in particolare davanti agli scaffali della grande distribuzione, che ovunque è destinata a dare spazio a un maggior numero di vini italiani, ma che ovviamente non potrà offrirli tutti e in tutte le tipologie disponibili.

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