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C’È CHI LO AMA ALLA FOLLIA, E CHI LO GUARDA CON SCETTICISMO. MA IL “BIOLOGICO”, VINO COMPRESO, CRESCE NEI NUMERI (40 MILIARDI IL GIRO D’AFFARI COMPLESSIVO NEL MONDO) E NELL’INTERESSE. E PER I PRODUTTORI ARRIVA LA CERTIFICAZIONE DI VALORITALIA

Italia
Il logo del biologico

C’è chi lo ama alla follia, e chi lo guarda con scetticismo. Fatto sta che la realtà del “biologico”, vino compreso, visto il (discusso) regolamento dell’Unione Europea che da questa vendemmia consente di etichettarlo come tale, cresce, nei numeri e nell’interesse dei media e dei consumatori, in tutto il mondo, anche perché, in maniera più o meno appropriata, riesce a catalizzare l’attenzione che c’è su temi forti come la genuinità dei prodotti, il rispetto per l’ambiente e così via. Un settore che, nel mondo, vale 40 miliardi di euro all’anno. Di cui 3 arrivano solo dall’Italia (1 dalle esportazioni in Europa, Usa e Giappone), leader europea per in tante produzioni biologiche, dagli ortaggi ai cereali, dagli agrumi all’uva e alle olive, con una superficie totale impiegata ad agricoltura biologica di 1,1 milioni di ettari. Di cui 52.812 di vigneto (dati Sinab - Bio in Cifre 2011). Ma chi vuol vendere il proprio vino come biologico, ovviamente, deve avere una certificazione. E ora, tra gli enti accreditati, per i controlli sia sulla parte agricola (produzione di uva) che su quella di trasformazione (vini e mosti), c’è anche il più grande e importante a livello nazionale, ovvero Valoritalia, che già controlla il 70% dei vini a denominazione. Per lanciare il vino bio alla prova del mercato ...

Focus - La certificazione sul Biologico di Valoritalia
Valoritalia, il più importante ente di certificazione dei vini in Italia, è ufficialmente soggetto accreditato per i controlli sul vino biologico. A seguito dell’accreditamento da parte di Accredia, il Ministero delle Politiche Agricole, ha recentemente inserito Valoritalia nell’elenco dei soggetti autorizzati al rilascio delle certificazioni per il settore.
“L’integrazione di questo importante servizio - spiega Pietro Bonato, consigliere delegato di Valoritalia per la certificazione volontaria e il biologico - si colloca all’interno di una strategia di sviluppo che punta a qualificare Valoritalia come partner sempre più completo per le aziende del settore vitivinicolo italiano”.
Oggi Valoritalia può rispondere infatti a diverse esigenze aziendali: dal controllo sui vini a denominazione d’origine, attività in cui detiene una posizione di leadership nazionale, controllando il 70% dei vini Dop, ai servizi di certificazione volontaria, sviluppati sia a fronte delle principali norme di sistema (ISO 9001, ISO 22000, ISO 14001) e di prodotto (ISO 22005, BRC, IFS) che su standard innovativi come ad esempio la certificazione del vino 100% vegetariano, sviluppata con l’Associazione Vegetariana Italiana; dalla ricerca e innovazione, che sviluppa progetti all’avanguardia nel campo della sostenibilità, al controllo delle produzioni biologiche esteso, oltre che al settore vitivinicolo, anche alle produzioni vegetali (fresche e trasformate).
Ogni azienda viene certificata singolarmente ed è pertanto autorizzata a vendere all'anello successivo della filiera uva/vino/mosto da agricoltura biologica.
Valoritalia effettua il calcolo dei costi di certificazione sulla base di due indicatori: per la fase agricola, i costi variano in base alla superficie condotta (euro/ettaro) con quote ettaro variabili in relazione alla tipologia colturale. Per la fase di trasformazione, invece, la quota variabile è in funzione del quantitativo di prodotto biologico ottenuto, alla quale si somma una quota fissa a copertura dei costi di gestione interna.
Info: www.valoritalia.it

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