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CAMBIO AL VERTICE PER LA FEDERAZIONE ITALIANA VIGNAIOLI INDIPENDENTI: MATILDE POGGI È IL NUOVO PRESIDENTE FIVI PER IL TRIENNIO 2013-2016, E HA PRESO IL POSTO DI COSTANTINO CHARRÈRE DOPO IL VOTO DELL’ASSEMBLEA DI SCENA IERI ALLA REGGIA DI COLORONO

Cambio al vertice per la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti: Matilde Poggi è il nuovo presidente Fivi per il triennio 2013-2016, e ha preso il posto di Costantino Charrère dopo il voto dell’Assemblea di scena ieri alla Reggia di Colorono (Parma).
“La Federazione - ha dichiarato Matilde Poggi, alla guida della cantina “Le Fraghe” di Cavaion Veronese (Verona) continuerà a procedere, insieme alla Cevi (Confédération Européenne des Vignerons Indépendants), con energia e convinzione sulla strada della tutela dei diritti dei Vignaioli presso tutte le istituzioni preposte sia in Italia sia in Europa. La nostra presenza sarà attiva e propositiva a tutti i tavoli decisionali per il comparto vitivinicolo/agricolo e il nuovo Consiglio è consapevole dell’impegno e dello spirito di sacrificio necessario. Gli obiettivi si raggiungono operando uniti e insieme, è quindi fondamentale che tutti i vignaioli nostri soci si impegnino per comunicare e diffondere le iniziative e idee Fivi, e soprattutto il nostro marchio che in sé racchiude ciò che noi siamo: vignaioli che coltivano le loro vigne, imbottigliano il loro vino e curano personalmente il loro prodotto”.
Due i vicepresidenti, i produttori Leonildo Pieropan e Walter Massa.
Info: www.fivi.it

Focus - I numeri della Federazione Italiana dei Vignaioli Indipendenti
Attualmente sono oltre 700 i produttori associati, da tutte le regioni italiane, per un totale di circa 7.000 ettari di vigneto, quindi una media di circa 10 ettari vitati per azienda agricola.
412.000 sono gli ettolitri di vino prodotti, 55 i milioni di bottiglie commercializzate e oltre 0,5 i miliardi di euro di fatturato. I 7.000 ettari di vigneto sono condotti per il 44 % in regime biologico/biodinamico, per il 18 % secondo i principi della lotta integrata e per il 38% secondo la viticoltura convenzionale.

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