1868, a Busseto, paese natale di Giuseppe Verdi, quello che a tutt’oggi viene considerato il più grande compositori italiano di tutti i tempi, veniva inaugurato il teatro dedicato al maestro, e voluto dal Podestà Corbellini, e realizzato dall’architetto Pier Luigi Mantechini. Nello stesso anno, Antonio Carpenè fondava, a Conegliano, la Carpenè Malvolti, che sarebbe diventata poi una delle cantine simbolo del Prosecco nel mondo. Due storie che si sono unite nella prima del Falstaff, nel Festival Verdi, con le bollicine della cantina veneta che hanno bagnato il brindisi inaugurale dell’opera interpretata dal celebre baritono Renato Bruson. Un bel modo per rendere omaggio a Verdi, nella sua città, nell’anno elle celebrazioni dei 200 anni dalla nascita del musicista.
“Viva Verdi, Viva il Falstaff, Viva Carpenè Malvolti”, il saluto che, alzando i calici, il grande interprete ha tributato a Rosanna Carpenè, quinta generazione della storica azienda.
“Il privilegio di gestire l’attività di impresa sull’esempio di chi ci ha preceduti impone una “responsabilità storica”- ha affermato Rosanna Carpenè - nel preservare le scelte del passato e introdurne di nuove su un ampio orizzonte temporale: dal 1868 all’avvenire. Il continuum storico che esige di aggiungere un tassello di innovazione alla storia dell’azienda, poggiata sulla centralità dei nostri valori storici e fondanti, ci ha esortato ad intervenire sulle determinazioni strategiche degli anni in corso, attualizzando in primis le prospettive comunicative con un respiro ancor più storico-culturale. Ecco che il Festival Verdi, per il Bicentenario organizzato dal Teatro Regio di Parma, concede a noi l’occasione prima per esordire in questo nuovo percorso, onorati di poter accompagnare un evento di tale significato e rilevanza internazionale”.
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