
Una delle aziende più affascinanti del territorio di Montalcino, Castiglion del Bosco, è stata acquistata da una società costituita da italiani e stranieri, che ha tra i soci - a titolo personale - anche Massimo Ferragamo. Francesco Mazzei e Niccolò d’Afflitto guideranno la realizzazione del piano di sviluppo vitivinicolo. L'atto di compravendita della proprietà della tenuta di Castiglion del Bosco a Montalcino è stato formalizzato oggi. La notizia è stata anticipata da WineNews.
La storica azienda agricola del Senese, che si estende per una superficie di 1.700 ettari dei quali 55 di vigneto docg Brunello di Montalcino, è stata acquistata da una società a cui partecipano personaggi italiani e stranieri uniti dall’interesse per la Toscana, ed in particolare per il territorio di Montalcino, e dalla passione per la produzione vinicola del territorio. La nuova proprietà ha come obiettivo primario quello di portare Castiglion del Bosco ad esprimere le potenzialità dell’azienda a livelli di eccellenza sotto il profilo enologico, valorizzando al tempo stesso il pregevole e consistente patrimonio immobiliare, in stretta sintonia con l’equilibrio ambientale e paesaggistico.
Fra i soci acquirenti figura, a titolo strettamente personale, Massimo Ferragamo, il più giovane dei figli di Salvatore e Wanda Ferragamo, che con questo investimento conferma il suo interesse per la terra d’origine toscana, pur vivendo oramai da diverso tempo negli Stati Uniti. “Negli ultimi anni ho maturato una passione per il vino di qualità della nostra regione - spiega Massimo Ferragamo, presidente della Ferragamo Usa - ma sono stati soprattutto il fascino, il potenziale di Castiglion del Bosco e l’importante progetto cui daremo corso a convincermi a partecipare a questa iniziativa”. La qualità del progetto di valorizzazione e rilancio dell’asset costituito dalla produzione vinicola è testimoniata dalla scelta di affidare lo sviluppo di questo settore a professionisti di grande esperienza. Faranno infatti parte del management e del team tecnico di Castiglion del Bosco Francesco Mazzei, attuale amministratore delegato del Castello di Fonterutoli, azienda di famiglia e marchio di eccellenza del Chianti Classico e Niccolò d’Afflitto, famoso enologo di alcuni fra i più importanti produttori vitivinicoli italiani.
Castiglion del Bosco, il cui sito ha origini nel 1200 come fortificazione medievale di grande rilievo strategico per il suo posizionamento tra Montalcino e Buonconvento, è stata una delle primissime aziende a produrre Brunello di Montalcino e vanta in questo senso una lunga tradizione enologica. L’operazione (che è stata affiancata finanziariamente da Banca Verde del gruppo Mps) conferma ancora una volta l’interesse, a livello nazionale e internazionale, verso le risorse vitivinicole e turistico - ambientali della Toscana, di cui Montalcino rappresenta una delle aree di maggiore ed indiscutibile prestigio.
Il ritratto - Castiglion del Bosco, tra storia e attualità
Il castello di Castiglion del Bosco fu eretto agli inizi del XII secolo nel territorio di Montalcino, che separa il fiume Ombrone dalla Val D'Orcia. Per tale ragione, vista la sua posizione strategica fu teatro di diversi episodi bellici fra le popolazione del distretto che ne volevano conquistare il dominio. Nel 1208 il Castello venne sottoposto insieme ad altri insediamenti ad una imposizione straordinaria da parte del Comune di Siena. Nel 1237 iniziarono i primi assalti da parte dei montalcinesi che avrebbero voluto sottrarlo al dominio dei Senesi. Successivamente, nel 1310, fu assalito dalle milizie dei Conti di Santa Flora che vi arrecarono ingenti danni. Nel 1337 fu acquistato dal Salimbeni che, per prenderne pieno possesso, dovettero sconfiggere i soldati del Vescovo di Siena, Donsdeo Malavolti, il quale ancora vantava i diritti sul castello. L'ultimo episodio guerresco, e di sicurto uno dei più importanti (anche pe rla storia di Siena, si verificò nel 1369, quando le milizie del Comune di Siena attaccarono i ribelli del Partito dei Nove che vi si erano rifugiati. Durante quest'ultima battaglia la fortificazione venne fortemente distrutta ed incendiata. Dei resti dell'antico castello ancora oggi permangono parte della torre fortificata e parte della cinta muraria.
Nel borgo di Castiglion del Bosco, anche la splendida chiesetta di San Michele Arcangelo, che l'azienda sta acquistando dalla Diocesi di Siena-Colle Val d'Elsa-Montalcino: della piccola chiesa, nel 1930, ne rimane rapito, soprattutto per la qualità dell'affresco dietro l'altare, lo storico dell'arte Cesare Brandi, che fu il primo ad attribuirlo a Pietro Lorenzetti (1280/1348), fratello di Ambrogio, autore dell'affresco sugli effetti del Buongoverno nel Palazzo Pubblico di Siena. Pietro Lorenzetti è tra i maestri della pittura narrativa, piena di fantasia e di vita, della scuola senese del Trecento. La parte più importante dell'affresco raffigura la Vergine Maria che apprende dall'Arcangelo Gabriele di essere stata scelta da Dio.
Castiglion del Bosco è una delle aziende più belle ed estese del territorio di Montalcino (1751 ettari, di cui 55 vitati, quasi tutti a Brunello, 11 ad oliveto e 400 a cereali). Di sicuro, una delle aziende più affascinanti e “natural”, è stata per tanti anni un po’ “in ombra”, anche a causa di continui passaggi di proprietà (tra gli altri, è stata anche, negli anni Settanta dell'imprenditore edile Fioravanti, negli anni Ottanta della Prenatal e, più di recente, dell'industriale delle carni Cremonini).
Con l’ultimo proprietario, l’industriale e finanziere tedesco Manfred Bernau, Castiglion del Bosco (che oggi produce 87.000 bottiglie di Montalcino ed ha un giro d'affari di 2,5 miliardi di vecchie lire) è “risorto” a nuova vita. Per questa storica azienda (acquistata nel '98), completamente circondata da boschi e con splendida veduta sul colle di Montalcino, Manfred e Marco Bernau hanno infatti grandi investimenti sulla qualità: da qui la scelta della brava e giovane enologa Marina Mariani (32 anni, con esperienze professionali in Australia); la consulenza enologica di Riccardo Cotarella, uno dei più famosi winemakers italiani nel mondo; la costruzione di una nuova cantina e l'ammodernamento delle altre strutture produttive (in primis, vigneti e botti & barriques). Ai nuovi proprietari, l’onere e l’onore di farla entrare nell'olimpo delle più prestigiose aziende di Brunello.
Il Brunello di Montalcino in cifre
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