La variazione percentuale di un fatturato, in più o in meno, è comunemente considerata la sintesi dell’andamento positivo o negativo di un’azienda. Ma non dice tutto. E così, soprattutto se si parla di una grande realtà, molto articolata, e che, da sola, copre quasi i 2/3 della viticoltura di una Regione, sono molti i parametri da analizzare, e che fanno parlare di risultato positivo, nel complesso, nonostante una leggera diminuzione del giro d’affari. Come racconta il bilancio consolidato 2021/2022 del gruppo Cavit (chiuso a maggio 2022, ndr), approvato ieri dall’assemblea annuale, che, pur a fronte di un -2,3% sull’esercizio 2020/2021, a quota 264,8 milioni di euro, brinda, comunque, ad un corposo +26,3% sul periodo pre-Covid (esercizio 2019/2020), sottolineando, “dopo un’annata di crescita straordinaria e irripetibile” come quella passata, i “risultati positivi e in assestamento” per il gruppo trentino, evidenziando tre aspetti: “soddisfazione per le remunerazioni ai soci conferitori” (5.250, che coltivano più del 60% dei vigneti del Trentino), “il consolidamento del fatturato dopo l’eccezionalità dei risultati dell’esercizio precedente”, la “solidità finanziaria e l’adeguata patrimonializzazione del Gruppo in seguito alle recenti acquisizioni”, ma predicando anche “cautela per il futuro a fronte di uno scenario di forte incertezza e crisi sul mercato globale”. Il Gruppo Cavit è oggi composto dal Consorzio Cavit Sc, cui fanno capo le società Cesarini Sforza Spa, Casa Girelli Spa e GLV srl (quest’ultima all’80%) acquisite nel dicembre 2019, oltre che la società tedesca Kessler Sekt & Co KG controllata al 50,1%.
“In linea con le previsioni di budget, la lieve flessione di fatturato ha riguardato innanzitutto la società Cavit Sc, segnata dal progressivo assestamento post-pandemia (con un ritorno dei consumi fuori casa e una conseguente contrazione di quelli in casa), dal ridimensionamento del balzo in avanti registrato in epoca Covid dal mercato Nord Americano e dall’impatto sul bilancio dei primi 5 mesi 2022 contraddistinti da una grave e generalizzata pressione dei costi. Per le consociate di recente acquisizione - spiega una nota di Cavit - nell’anno è stata perseguita un’opera di razionalizzazione delle attività a favore di una migliore marginalità”.
In particolare, Casa Girelli, che svolge la propria attività nel settore dell’imbottigliamento e della commercializzazione di vini italiani sui mercati esteri, registra una contenuta contrazione del fatturato, con un risultato operativo condizionato dall’aumento dei costi a fronte di accordi commerciali già definiti prima dell’impennata. Per la commerciale GLV è stata adottata una strategia mirata al riposizionamento e alla valorizzazione delle produzioni di Cantina La-Vis e Cembra Cantina di Montagna: in particolare, il 2022 ha segnato il rilancio completo della gamma di quest’ultima nella direzione della qualità e del pieno riconoscimento del valore di una viticoltura di eccellenza da remunerare opportunamente. Anche nel caso di Cesarini Sforza, dopo il passaggio della cantina sotto la guida di Cavit, si è provveduto ad una razionalizzazione delle attività, accompagnata da importanti investimenti per rafforzare le linee di sboccatura e confezionamento della pregiata linea di spumanti TrentoDoc. Sempre nell’area della spumantistica, infine, ottimi risultati per la società tedesca Kessler Sekt, che ha registrato un aumento del fatturato superiore al 25%, grazie al recupero del canale Horeca post-pandemia e il crescente innalzamento dell’immagine di marca, salendo a 11,9 milioni di euro.
Ancora, spiega la nota, il Gruppo Cavit continua a puntare sulla consolidata strategia di diversificazione del portfolio prodotti e dei canali distributivi presidiati, nonché sull’ampio ventaglio di Paesi di esportazione. L’export rappresenta ad oggi il 76% del volume d’affari del Gruppo Cavit, con Stati Uniti e Canada ancora in primo piano come principali Paesi di sbocco, seguiti da una pluralità di mercati di esportazione, tra cui Belgio, Olanda, Svezia, Danimarca, Germania, Repubblica Ceca, Svizzera e Austria, all’insegna di una distribuzione geografica sempre più capillare e attenta a cogliere tutte le opportunità di vendita. Il tutto, anche a parziale compensazione della chiusura del mercato russo e delle difficoltà di quello cinese, oltre che del Regno Unito post Brexit. Ovunque, tanto in Italia che sui mercati internazionali, si è registrato un ribilanciamento delle occasioni e degli stili di consumo come in epoca pre-pandemia che ha restituito al cosiddetto canale “on-trade” i volumi sottratti nei periodi di chiusura forzata di alberghi, ristoranti e bar, all’insegna di un ritrovato equilibrio tra Grande Distribuzione e Horeca.
Continua il trend positivo del segmento della spumantistica premium TrentoDoc, con Altemasi, linea di eccellenza del metodo Classico di Cavit premiata, in questo anno, da numerosi riconoscimenti di prestigio e con Cesarini Sforza, nella cui cantina è stata portata a regime una linea di sboccatura ad alta tecnologia e a basso impatto ambientale, interconnessa a sistemi di monitoraggio e controllo coerenti con le logica di “industria 4.0”. Ottime performance anche per le altre linee strategiche di Cavit dedicate all’horeca, come Bottega Vinai e Maso, che sono cresciute per oltre il 40% in fatturato, mentre la linea di vini Mastri Vernacoli e la linea di spumanti Charmat dedicate alla Ggdo hanno conseguito risultati positivi.
Parallelamente ai due canali distributivi principali, Cavit ha rafforzato anche lo sviluppo del business eCommerce che riesce a crescere non solo sul 2020/2021 (+7%), ma anche sul periodo prepandemico (il Cagr, ovvero il tasso di crescita annuale composto, del periodo 2019-2022 è del +12%). Questi risultati sono stati resi possibili sia dal dinamico sviluppo delle principali piattaforme di vendita online (Vino.com, Callmewine, Tannico), con cui si è avviata una collaborazione di marketing oltre che commerciale, che dall’acquisizione di nuovi clienti.
Guardando allo stato patrimoniale e finanziario, nel bilancio 2021-2022, il Gruppo Cavit si conferma ben patrimonializzato, mantenendo un capitale di esercizio positivo con un patrimonio netto in costante crescita, attualmente vicino ai 110 milioni di euro. A breve distanza dalle recenti acquisizioni di fine 2019, la solidità della posizione finanziaria netta del Gruppo è tornata ai livelli pre-acquisizioni e, con un risultato ampiamente positivo, mostra di aver assorbito l’impatto finanziario di tali investimenti (Pfn al 31/05/2022: 39,6 milioni di euro). Un’adeguata riserva è prevista a copertura degli investimenti in essere per il triennio 2023/2025, in particolare per l’ulteriore sviluppo dell’area spumantistica, con il potenziamento della capacità produttiva della Cantina Altemasi per garantire la necessaria agibilità produttiva e flessibilità in un contesto di intensa crescita di questo importante segmento.
Guardando al futuro, però, lo scenario di grande incertezza impone cautela: “gli ultimi 5 mesi dell’esercizio 2021-2022 risentono già della crisi generalizzata sul mercato globale causata dal conflitto Russia-Ucraina e dall’improvvisa impennata dei costi energetici, di logistica e dei materiali di confezionamento. Criticità e difficoltà di approvvigionamento che hanno impattato fortemente la performance di chiusura d’anno del Gruppo e che stanno incidendo in modo ancor più rilevante sull’esercizio attualmente in corso, con un incremento generalizzato dei costi d’impresa, solo parzialmente compensati o compensabili con aumenti di listino”. Lo scenario di breve periodo è segnato, come noto, da un pesante clima di incertezza, con un’inflazione diffusa e la conseguente riduzione del potere di acquisto dei consumatori. Segnali di crisi che fanno temere una recessione con prevedibili conseguenze sui consumi e sugli investimenti, e che rendono particolarmente complessa e difficile la previsione dell’andamento della gestione dell’esercizio in corso.
“Dopo i risultati eccezionali dell’anno, siamo molto soddisfatti di essere riusciti a garantire livelli di remunerazione del tutto apprezzabili per i nostri soci”, dichiara Lorenzo Libera, presidente del Gruppo Cavit. “La missione del nostro modello cooperativo di rete di impresa evidenzia ancora una volta la propria efficacia a supporto degli associati, e la qualità del nostro management guida le strategie più adeguate al nostro business nel difficile contesto globale”. Conclude il dg del Gruppo Cavit, Enrico Zanoni: “abbiamo chiuso un buon bilancio con risultati di tutto rispetto, un solido stato patrimoniale e conseguenti buone liquidazioni per i conferimenti dei Soci. Ci prepariamo a un paio d’anni impegnativi per la difficile congiuntura macro-economica. Tuttavia, la solidità dei “fondamentali” di Cavit e linee guida strategiche coerenti con l’evoluzione in atto ci fanno guardare al futuro con cautela, ma anche con realistico ottimismo, fiduciosi nel percorso di creazione di valore nel medio-lungo periodo”.
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