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CHAMPAGNE: 2011 ALL’INSEGNA DELL’OTTIMISMO, +6,3% A VALORE SUL 2010, PER 4,4 MILIARDI DI EURO DI FATTURATO. LEADER DI MERCATO MOËT & CHANDON E PREZZI DELLE UVE DA RECORD CHE TOCCANO I 5,4 EURO AL CHILO

Nel territorio dello Champagne si continua a brindare alla faccia della crisi: dopo che la regione da cui nascono le bollicine più celebri del mondo era scesa da 28,2 milioni di casse vendute nel 2007 a 24,4 milioni di casse nel 2009, un calo del 13,5% (dati: Impact Databank e Comité Interprofessionnel du Vin de Champagne (CIVC), le cose sono migliorate nel 2010 con 26,6 milioni di casse vendute, portando la differenza con il 2007 a -8,9%, seguita da una ulteriore limatura dell’1,1% nel 2011 (e +6,3% in valore sul 2010). Un trend di recupero che, dunque, si consolida sempre di più, guidato soprattutto dai brand più importanti.
I cinque marchi top dello Champagne hanno guadagnato in volume nel 2011 in tutti i mercati, mentre sono calati Maison quali Piper-Heidsieck, Pommery, Lanson e Mercier. Leader di mercato si conferma Moët & Chandon seguito da Veuve Clicquot. Nicolas Feuillatte ha fornito la performance migliore del 2011, facendo registrare un +17,7%. Anche Laurent-Perrier ha registrare una buona prestazione con un incremento del 15,6%.
Un miglioramento che ha interessato anche il valore, nonostante la crisi abbia indotto molti a ritoccare in basso i prezzi di listino, con il rischio di un danno a lungo termine sull’immagine complessiva dello Champagne. Tuttavia, la percezione dello Champagne come bene di lusso è restata tale e la crisi non sembra aver prodotto danni così gravi: il valore è cresciuto nel 2010 dell’8,9% e nel 2011 del 6,3%, portando il giro d’affari complessivo a 4,4 miliardi di euro. Numeri confortanti, accompagnati da un’impennata recente della domanda che, insieme a giacenze limitate e maggiori costi di produzione, hanno portato ad un picco dei prezzi. Attualmente il prezzo delle uve della Champagne tocca i 5,40 euro al chilo, rendendolo uno dei più costosi al mondo. Certo, l’incidenza di questi super-prezzi avrà un impatto sui mercati, specialmente in tempi di crisi come questi, e i produttori della Champagne dovranno aumentare la redditività delle loro bottiglie in modo oculato e non certo in vista di speculazioni a corto respiro.

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