Le vie per la Cina sono infinite, e se le nostre aziende preferiscono un approccio puramente commerciale, dalla Francia, che a Pechino è arrivata qualche anno prima di noi, c’è chi prova a conquistare il Dragone investendo sul campo, anzi sul vigneto, cinese. Pioniere, in questo senso, Château Lafite Rothschild, che già nei primi anni ‘90 provò ad avventurarsi nella sfida della produzione enoica in Cina, senza successo. Oggi, invece, cancellata quella parentesi, figlia di una scarsa conoscenza del territorio, le viti piantate nel 2008 a Penglai, nella provincia di Shandong, in partnership con CITIC East China Group, stanno dando i primi frutti e, dopo la prima vendemmia, di scena un anno fa, presto arriveranno sul mercato le prime bottiglie. Certo, il risultato non è ancora esaltante, ma per l’amministratore delegato del gruppo Domaines Barons de Rothschild Lafite, Cristopher Salin, il risultato “non è male”, come riporta il magazine britannico “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness). “L’anno scorso - racconta Salin - è stato il primo raccolto, e il vino non è male, certo non buonissimo, ma è decisamente superiore al livello medio della produzione locale, che francamente è decisamente basso. Tra 100 anni, comunque, sapremo se avremo vinto o meno la nostra sfida, perché costruire un brand del vino è un progetto lungo e faticoso, difficile da giudicare in pochi anni”.
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