02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2025 (175x100)

CHIANTI, CONOSCIUTISSIMO IN USA. BEVUTO? UN PO’ MENO. SOLO IL 12% DEGLI AMERICANI “DESIDERA ACQUISTARLO”. COSÌ LA RICERCA BERNHARD COMPANY PER IL CONSORZIO DEL VINO CHIANTI, OGGI A MILANO. PER MIGLIORARE? PUNTARE DI PIÙ SULLA PROMOZIONE TERRITORIALE

Italia
La toscana del Chianti

Chianti, conosciutissimo in Usa. Tanto da essere una delle parole più note, negli States e non solo. Bevuto? Un po’ meno. Solo il 12% degli americani, infatti, ha incluso il rosso toscano tra i vini che desidera acquistare, lontano dal 46% di Merlot, 29% di Cabernete Sauvignon, 25% di Pinot Noir, ma anche il 14% di Bordeaux, e così via. Lo dice la ricerca di Bernhard Company per il Consorzio del Vino Chianti (www.consorziovinochianti.it), di scena oggi nell’incontro “Il Chianti in Usa”, a Milano. “Da queste risposte - spiega al curatrice dell’indagine, Renee Bernhard - emerge che il consumatore medio statunitense non distingue tra brand e tipologia”. Una dato, in un mercato importante come quello degli Usa, che insieme al calo progressivo e generalizzato del consumo di vino in Italia, il Consorzio, con il presidente Giovanni Busi, vuole impegnarsi a cambiare: “oltre al rinnovamento dei vigneti, di cui dobbiamo ristrutturare il 40% - spiega Busi - abbiamo deciso di intraprendere una politica di marketing che porti le aziende verso il pubblico mondiale. Come “l’enoteca in piazza” a Vinitaly, ma anche all’estero. Sul fronte orientale, a parte il consolidato export verso il Giappone, anche la Cina costituisce sempre più un’occasione di business concreta. Sebbene la media di consumo per persona sia di solo mezzo litro all’anno, tuttavia sta prendendo piede una cultura vinicola per cui i cinesi iniziano a piantare vigneti. E questo per noi sarà un vantaggio nella misura in cui noi italiani riusciremo a proporci come maestri, alla pari dei francesi”. Ma se in Asia si gioca tanto del futuro del Chianti e del vino mondiale in generale, oggi gli Usa rappresentano nel complesso il mercato n.1 al mondo. E allora come migliorare il posizionamento del Chianti negli States? “È importante - spiega ancora Renee Bernhard - valorizzare la provenienza geografica, l’importanza del Sangiovese, la socialità, la tradizione enologica”. E puntare sulla promozione territoriale, come ha sottolineato la giornalista de “Il Mondo” Anna di Martino: “far associare al consumatore statunitense il nome Chianti all’idea di Toscana è fondamentale. Le vacanze in Toscana sono un desiderio ricorrente per gli statunitensi di ceto medio-alto”. Una conferma di come il successo di un vino sia legato soprattutto alle storie del suo territorio.

Copyright © 2000/2025


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025

Altri articoli