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LA PROVA DEL CALICE

“Chianti Lovers & Rosso Morellino” 2025: le nuove annate in anteprima nei migliori assaggi WineNews

Insieme il Sangiovese continentale e costiero, insieme due denominazioni ottimiste, che crescono di valore in bottiglia e di produzione in vigna

Alle Anteprime di Toscana 2025, “Chianti Lovers & Rosso Morellino” hanno presentano i dati e i vini frutto dell’anno 2024. Un’annata particolare per le due denominazioni, da più punti di vista: quello climatico, perché ha portato freschezza e piogge dopo oltre un lustro di siccità e temperature in costante aumento; quello agronomico, con una quantità di prodotto che è tornato a crescere dopo anni di riduzioni; quello enologico, con vini dalle acidità più spiccate, gradazioni alcoliche più contenute, ma anche tannini più ruvidi; e infine di mercato, dove i consumi si sono contratti e quindi anche le vendite, ma accompagnate da un concomitante aumento del prezzo e quindi del valore dei vini. È quindi con cautela che il Chianti Docg e il Morellino di Scansano Docg si affacciano al 2025, ma anche con fiducia, grazie agli investimenti fatti negli anni scorsi in vigna e in cantina utili a puntare alla qualità, ma anche grazie alla promozione all’estero, che mira ad aprire nuovi mercati o consolidare quelli già esistenti. Investimenti supportati dal sostegno dei fondi europei, statali e regionali, dal ricambio generazionale, ma anche dai mercati, che sono ripartiti positivi nel gennaio 2025: a spiegarlo, da Firenze, sono stati il presidente del Consorzio Vino Chianti Giovanni Busi, il presidente del Consorzio del Morellino di Scansano Bernardo Guicciardini Calamai (e che WineNews ha intervistato), l’Assessora all’Agricoltura della Regione Toscana Stefania Saccardi, e i vini versati in anteprima agli oltre 200 giornalisti presenti alla Fortezza da Basso, a cui è stata dedicata in esclusiva questa nuova formula “tecnica” dell’anteprima, senza produttori e senza appassionati.
Ma andiamo con ordine, partendo dai numeri del Chianti: con 2.200 produttori del territorio (in crescita dai 2000 del 2023), oltre 13.600 ettari rivendicati (in crescita sui 12.400 circa del 2023) e una produzione in crescita sugli anni precedenti, per tornare alle quantità che si era abituati a maneggiare prima del 2017 (oltre 1 milione di quintali di uva per 805.000 ettolitri di vino, rispetto ai 503.000 del 2023 e degli anni precedenti), il Chianti rivendica il suo ottimismo anche in merito al valore delle bottiglie, che sono passate nella Gdo da una media di 3,31 euro nel 2014 ad una media odierna di 5,28 euro, aumento che spiega il leggero calo dello 0,2% di vendite (75 milioni di bottiglie, sostanzialmente stabile sul 2023). “Tutta questa crescita significa che il Chianti è riconosciuto e richiesto - ha spiegato il presidente del Consorzio Giovanni Busi - e l’aumento di vino disponibile dall’ultima annata ci permette finalmente di soddisfare questa richiesta sugli scaffali di tutto il mondo, dove finisce il 65% della nostra produzione”, sperando che il mercato attualmente in crisi, sia pronto ad abbracciare questa rinnovata disponibilità di prodotto.
A fianco al Sangiovese continentale, c’è il Sangiovese costiero di Scansano coi suoi numeri, che ha motivi diversi per essere ottimista. Decisamente più piccola del Chianti, la denominazione del Morellino conta su 217 soci iscritti (in leggero calo sugli anni scorsi), 1.500 ettari rivendicati (di cui il 30% è a conduzione biologica) e una produzione media di 10 milioni di bottiglie per un valore di circa 50 milioni di euro. Nonostante le vendite siano calate del 12% sul 2023, c’è stato un aumento del prezzo medio a scaffale concomitante, grazie al lavoro di riposizionamento di mercato su cui ha puntato il Consorzio, che ha in parte assorbito la contrazione dei volumi venduti. “I nostri vini si vendono soprattutto nel mercato interno e solo il 30% si esporta. Questo significa che c’è molto margine di crescita in questo senso, sia per quanto riguarda mercati giovani, che mercati maturi come il Nord America e l’Estremo Oriente, che sono curiosi di trovare nuove nicchie di cui appassionarsi”, ha sostenuto il presidente del Consorzio del Morellino di Scansano Bernardo Guicciardini Calamai.
Di certo c’è anche che l’annata 2024 presentata da entrambe le denominazioni in anteprima, va incontro alla richiesta di mercato verso vini meno alcolici e più freschi. Con un tasso di piovosità che non si vedeva dal 2014, il 2024 in effetti non ha dato problemi di stress idrico alle piante, né nel Chianti, né tanto meno in Maremma. Ma se nel primo caso ha portato a parecchi problemi fitosanitari in vigna e a maturazioni disomogenee nei grappoli, portando a vendemmie plurime e ritardate tra settembre e ottobre, nel caso di Scansano è stata un’annata che si ricorderà per piante verdi, suoli idratati e uve sane, perché le piogge sono state meno presenti e il caldo e le brezze marine tipiche della costa hanno contribuito a mitigare l’umidità dell’annata. Il risultato (dei campioni in botte, c’è da rimarcare, quindi non ancora pronti) sono vini da Sangiovese decisamente piacevoli e approcciabili in termini di freschezza e gradazione alcolica, ma per via delle maturazioni eterogenee anche dai tannini ancora ruvidi e da integrare, se ci riferiamo alle versioni chiantigiane.
Le altre annate presentate in anteprima sono la 2023 e la Riserva 2022, due annate entrambe calde, con picchi estremi nel primo caso (compensate in parte dalla primavera fresca e piovosa), senza picchi ma dal calore prolungato e siccitoso fin dalla primavera nel secondo caso. Il risultato sono ovviamente vini più caldi e dalle aderenze spesso decise, ma sostanziosi e dolci nel caso della 2023, più ariosi e definiti nel caso della 2022. I Morellino Riserva 2022 sono anche più profondi e stratificati. Per la denominazione Chianti, 64 le aziende presenti a Firenze, con 119 etichette in assaggio, 42 di Riserva 2022, 18 di Chianti Superiore 2023 e 58 annata 2024 e 2023, a rappresentare anche i Colli Senesi, i Colli Aretini, i Colli Fiorentini, Montespertoli, Rùfina e Montalbano. Per la denominazione del Morellino di Scansano, invece, 20 le aziende presenti, con 31 etichette in assaggio, di cui 11 Riserva 2022 e 20 annata 2024.
Tra i migliori assaggi di Chianti dello staff WineNews citiamo, quindi, I Sodi del Paretaio 2024 di Badia a Morrona, dall’aderenza decisa ma saporita, giocata sulla ciliegia e la vaniglia con un cenno di erbe aromatiche; il Poggio Spino 2024 di Cantina Gentili, che profuma di violetta e arancia rossa e ha un sorso chiaro e succoso; il Colli Senesi Borgo alla Terra 2024 di Geografico, dalle tonalità scure di mora e amarena, rinfrescate dalle spezie e dal cacao; il Montalbano 2024 di Artimino, intenso e carnoso, dal sorso ispido e fresco di lampone e mirto; il Chianti Superiore San Lorenzo 2023 di Melini, solare e gentile, grazie alle note floreali e alla dolcezza della ciliegia in caramella; e il Chianti Superiore Poggio ai Grilli 2023 di Tenuta San Jacopo, ematico e balsamico, che si attarda sapido in bocca lasciandola poi floreale e pulita. Tra le Riserva 2022, spiccano quella di Bonomonte, sia dolce di fragole che fresca di nepitella, ha la succosità dell’arancia rossa e il calore del pepe nero; il Colli Fiorentini Badia a Corte di Torre a Cona, che ha aderenza decisa, mitigata dai fiori di camelia e dalla sapidità a fine sorso; il Montespertoli Petriccio di Poggio Capponi, anche lui aderente, ma rinfrescato dalla macchia mediterranea e addolcito dalla mora in caramella; e, infine, il Rùfina Tegolaia di Villa Travignoli, dalle tonalità nette di sottobosco e liquirizia al naso, che allungano anche il sorso fino a chiusura.
Per quanto riguarda il Morellino di Scansano, hanno colpito lo staff WineNews la versione 2024 di Alberto Motta, chiara e cruda, ispida e polposa, deliziosa sia al naso che al sorso; e la versione 2024 di Antonio Camillo, dove iodio, fiori e melograno completano il sorso scorrevole e sapido; ancora, sempre per l’annata 2024, il Marteto di Bruni, che fine e gentile al naso, diventa generoso in bocca, quasi salato; il San Felo di San Felo, dalle tonalità scure e violacee, che si attardano a lungo sulla lingua sapida; il Moris di Morisfarms, contrastato tra amarena e rabarbaro, tra tannini decisi e dolcezza ematica; e il Sassato di Provveditore, che mentolato e speziato al naso, cede alla dolcezza nel sorso. Tra i Morellino di Scansano Riserva 2022, invece, citiamo il Bronzone di Belguardo, dove naso e bocca condividono la dolcezza della frutta e delle spezie, chiudendo su note balsamiche fresche; il Sicomoro di Cantina Vignaioli di Scansano, dalle tonalità scure e dolci, stratificato e complesso al naso, persistente e materico al sorso; Mds di Fattoria Le Pupille, caldo, scuro e profondo al naso, che risale chiaro, floreale e fresco in bocca; e, infine, il Poggio al Leone di Val delle Rose (famiglia Cecchi), dal carattere serio e balsamico con cenni terrosi, supportato da un sorso sapido e dolce di prugna.
Detto ciò, entrambe le denominazioni sono consapevoli delle difficoltà che il settore sta vivendo, certamente non avulso dal contesto diffuso di incertezza che attanaglia il pianeta ormai da due anni: sia a livello internazionale, con le guerre, ma ora anche con le minacce di dazi dagli Stati Uniti, e con l’aumento continuo dei prezzi delle risorse energetiche e delle materie prime, che influiscono sulla capacità di spesa dei consumatori. Ripercussione che si avverte anche a livello nazionale, con gli stipendi italiani in contrazione (avvertita o effettiva che sia, vista la loro stagnazione). A sostegno del settore arrivano quindi immancabili le politiche regionali e l’Ocm Vino, che darà respiro al settore in 3 modalità diverse illustrate dall’Assessora Stefania Saccardi: 11 milioni di euro di cofinanziamenti per rinnovare i vigneti (strategia che, negli anni, ha portato il 95% del vigneto regionale ad avere meno di 20 anni di età); 5 milioni di euro per rinnovare le cantine (che dal 2024 devono accogliere di nuovo generose quantità di vino); e 19 milioni di euro per promozione in Paesi terzi (particolarmente utili in questo periodo di chiusura dei mercati e di aumento di costi). Entro giugno, inoltre, si sbloccherà il bando sulle risorse idriche da 17,3 milioni di euro, dedicato a laghetti e invasi, utili a incamerare l’acqua in abbondanza quando poi manca.
Inoltre, per sostenere il cambio generazionale, la Regione Toscana ha deciso di finanziare anche tutte le 430 domande arrivate per il bando per l’avviamento dell’impresa agricola di giovani agricoltori. E infine, in controtendenza rispetto ai colleghi francesi, sono stati messi a bando tutti i 600 ettari di nuova vigna sbloccati dallo Stato, per dare agli imprenditori la possibilità di usarli nel caso lo ritenessero necessario. La Regione, incalzata dai consorzi del territorio, ha infine deciso di non assecondare i progetti del Governo di istituire parchi eolici sul territorio della Maremma e di Scansano, preferendo un territorio coperto di vigne anziché di pale eoliche (decisione che appare coerente con il progetto di geotermia che l’amministrazione regionale ha annunciato di voler ampliare sul Monte Amiata). C’è insomma la consapevolezza, sia da parte dei produttori che da parte delle associazioni e degli enti regionali, che l’acqua non arrivi proprio all’orlo del bicchiere. Ma appurato che si ferma a metà, tutti stanno cercando di concentrarsi sulla parte piena, anziché la parte vuota; facendo della “cauta fiducia” il motto dell’anno.

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