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Cina, la lotta all’abuso di alcol del Governo spaventa anche il vino. Rinvio per “Wine to Asia”

Con il ritorno alla (quasi) normalità tornano gli eccessi alle cene di lavoro: una pessima abitudine che Pechino vuole sradicare
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Il vino in Cina

Nella Cina che ha ripreso a correre, tornata locomotiva economica e sempre più al centro della geopolitica internazionale, anche il vino italiano fa segnare dati incoraggianti: nei primi 5 mesi 2021, infatti, Pechino ha importato a valore 54 milioni di euro, l’80% in più dello stesso periodo del 2020, quando il Dragone, per primo, aveva imposto il lungo lockdown che ha permesso al Paese di uscire per primo dalla pandemia di Covid-19. Con il lento ritorno alla normalità, però, tornano di moda anche i vecchi vizi insiti nella società cinese, che il Governo ha tutta l’intenzione di sradicare. Alla ribalta delle cronache, e di rimbalzo sui quotidiani di tutto il mondo, è finita da settimane la volontà di Pechino di dare un taglio all’abitudine, socialmente accettata ma tutt’altro che edificante, di bere fino a star male nelle cene di lavoro. Una consuetudine che spesso porta i dirigenti a costringere i propri dipendenti a fare altrettanto, con conseguenze talvolta riprovevoli, finita adesso nel mirino del Governo, non nuovo a tagli radicali di pessime abitudini, con conseguenze, più o meno dirette, anche sul vino.
Nel 2012, ad esempio, la lotta alla corruzione mise un freno a qualsiasi tipo di regalo ai funzionari governativi sopra ad un valore economico più simbolico che altro, provocando il crollo del mercato dei fine wine, all’epoca basato essenzialmente sui vini di Bordeaux, che vissero, infatti, un vero e proprio crollo delle vendite sul mercato cinese. Questa volta, il conto dovrebbe essere salato soprattutto per i produttori di Baiju, il distillato di riso popolarissimo in Cina, come raccontano i cali in Borsa di brand come Kweichow Moutai e Wuliangye Yibin’s.
Anche il vino, come qualsiasi altro alcolico, specie di qualità, rischia di pagare lo scotto di questa nuova lotta, culturale e sociale, contro gli eccessi. Il momento è, comunque, positivo, ma non ancora di definitivo superamento dell’emergenza, come dimostra il nuovo rinvio di “Wine To Asia”, la fiera enoica, firmata da Veronafiere e Vinitaly, insieme al partner cinese Pacco Communication, prevista in calendario dal 12 al 14 agosto, e riprogrammata, invece, a fine anno, dal 2 al 4 dicembre 2021, sempre a Shenzhen.

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