Contro la crisi che non risparmia il turismo, voce importante dell’economia italiana che vale il 12% del Pil e conta più dell’automobile, in flessione nella stagione appena conclusa (-2,3% a luglio, -5% in agosto e -12,5% a settembre sul 2011; dati Osservatorio Nazionale del Turismo), “bisogna tornare a puntare sulle “dotazioni di base” dei territori, sul saper fare delle comunità locali e sulle risorse territoriali, come l’enogastronomia, capace di creare aggregazione sul territorio ed unire il Belpaese, e di muovere dai 4 ai 6 milioni di turisti per un giro d’affari che va dai 3 ai 5 miliardi di euro (dati Città del Vino/Censis)”. E’ il messaggio lanciato dal convegno “Turismo e cultura dell’accoglienza: strategie anticrisi e sostenibilità in ambito rurale”, di scena a Bertinoro (Forlì-Cesena), dalle Città del Vino, secondo le quali “la sfida attuale consiste nel considerare questi valori un asset straordinario per tornare a crescere sul piano socio-economico e culturale, facendone strumenti per lo sviluppo di una nuova politica dell’accoglienza proprio come antidoto alla crisi. Il turismo dei borghi, dei territori, delle comunità deve essere rilanciato come la nuova industria italiana”.
“L’attitudine all’accoglienza è da sempre nel Dna delle Città del Vino - ha sottolinea il presidente uscente Giampaolo Pioli, che ha “lasciato” il posto al neo eletto Pietro Iadanza, Assessore ai Lavori pubblici, Programmi complessi e Barriere architettoniche del Comune di Benevento - frutto della solidarietà tra generazioni e di quell’appartenenza al bello che sono componenti sempre più decisive del sistema di valori italiano, l’antidoto possibile a crisi e solitudine, e la base del vivere bene di una comunità, dove il cibo è veicolo di socialità e di identificazione territoriale, la sua tipicità il cemento delle stesse comunità. Comunità in cui le risorse ed il saper fare locale si aggregano, perché i saperi, le abilità, le tradizioni locali, come l’enogastronomia, sono la dotazione di base di un territorio che contano sempre di più, ma anche il fattore unificante per territori anche molto diversi tra loro”.
“L’enogastronomia è sempre un must che attira - spiega Fabio Taiti, presidente onorario Censis Servizi - ma, come la crisi è a “macchia di leopardo”, bisogna ragionare zona per zona, tipologia di clienti per tipologia di clienti, tentando di attrarre un po’ tutti, invece che quelli che potrebbero essere interessati solo a certe zone e al turismo enogastronomico. Le prospettive, del resto, ci sono: basti solo pensare al successo che ha il nostro agroalimentare anche nell’export, con 30 miliardi di euro di asset, così come il vino, con oltre 4 miliardi di euro, e se in Italia la crisi c’è e si sente, non in tutti i Paesi è così”.
Con strumenti come la “Carta della Qualità”, il vademecum di buone pratiche per essere una Città del Vino Doc, e “CittàdelvinoLab”, il laboratorio con cui l’associazione mette a disposizione la propria esperienza per promuovere nei Comuni le buone pratiche necessarie affinché la qualità dell’accoglienza diventi strumenti di sviluppo locale, le Città del Vino propongono ai Comuni di sottoscrivere un patto ideale per “aggiornare” la propria identità locale offrendo un più adeguato ventaglio di opportunità sia agli operatori del territorio (agenzie, aziende agricole, agriturismi, strutture ricettive, ristoranti e quanti operino a supporto del turismo locale) sia agli stessi cittadini ai quali è richiesto un coinvolgimento diretto e consapevole: anche l’edicolante, il farmacista o il benzinaio devono essere dei “promotori” del territorio. E lo hanno da Bertinoro, “Città dell’Ospitalità” che dell’accoglienza ha fatto un suo simbolo, capace di contraddistinguerla tra le tante mete turistiche di cui è ricco il Belpaese.
Info: www.terredelvino.net
Focus - Il nuovo presidente delle Città del Vino, Pietro Iadanza, Assessore al Comune di Benevento: “Città del Vino sempre più presìdi di legalità e buone pratiche di governo locale, custodi della cultura e dei territori del vino, punto d’incontro tra pubblico e privato”
Da custodi della cultura e dei territori del vino e punto di incontro tra mondo delle istituzioni e della produzione di qualità, le Città del Vino si candidano ad essere sempre più anche presìdi di legalità e buone pratiche messe in atto a livello locale da Comuni che, in tempi non facili, fanno molto ma con poco, ottimizzando le risorse a disposizione nei propri territori, economiche, ma anche professionali e di idee, veri punti di forza dell’Italia, creando modelli “virtuosi” esportabili in altri territori ed incentivando il confronto tra realtà diverse, per fare quella sinergia, sempre più fondamentale per misurarsi con la forte competizione globale. Ecco le Città del Vino, che nella “Convetion d’Autunno” a Bertinoro (Forlì-Cesena), hanno eletto il nuovo presidente che per i prossimi tre anni guiderà l’associazione dei territori a più alta vocazione vitivinicola d’Italia: Pietro Iadanza, assessore ai Lavori pubblici, Programmi complessi e Barriere architettoniche del Comune di Benevento, nel cuore del Sannio in Campania, territorio del vino dinamico e vivace nel panorama enologico nazionale.
“Portavoce di tante realtà locali, luogo di scambio di esperienze, promotrici del mondo vinicolo italiano come importante risorsa per i Comuni in uno scenario incerto a causa della crisi - sottolinea il neo-presidente Pietro Iadanza - le Città del Vino si fanno anche sostenitrici della legalità e delle buone pratiche di governo locale, valorizzando quei Comuni “virtuosi” capaci, in tempi non facili, di ottimizzare risorse “territoriali”, “ancora di salvezza in un’Italia in panne”, su cui fare sinergia e promuovere il confronto per essere sempre più competitivi. Senza dimenticare, però, il ruolo di interlocutrici privilegiate tra il mondo politico e i territori del vino italiano, tra istituzioni ed imprenditoria enologica, tra comuni e piccole e grandi aziende, perseguendo una vera e propria “wine policy”, una politica progettuale, che sappia rispondere alle criticità vecchie e nuove del vino, grazie alla condivisione di idee e di intenti tra pubblico e privato”.
Ad affiancare il nuovo presidente, saranno due vice-presidenti: Andrea Cerrato, assessore all’Agricoltura, Turismo e Commercio del Comune di Asti, e Fabrizio Montepara, già vice-presidente delle Città del Vino e presidente di Res Tipica, l’associazione dell’Anci e delle Città di Identità, per la promozione delle identità territoriali italiane. Le Città del Vino sono la più grande associazione delle Città di Identità, nata 25 anni fa e di cui fanno parte 530 tra Comuni, Province, Strade del Vino, Parchi e Comunità Montane, per una superficie di oltre 200.000 ettari di vigneti iscritti alle Doc e Docg, pari ai 4/5 dei vigneti italiani a denominazione d’origine. Il presidente uscente è il sindaco di Suvereto (Livorno) Giampaolo Pioli. Il direttore generale è Paolo Benvenuti.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025