
Se è vero che non tutto il male viene per nuocere, va detto anche che l’imprevedibilità di alcuni fenomeni può portare amare sorprese: è decisamente questo il caso del sud dell’Inghilterra, culla del fenomeno degli sparkling britannici - un fenomeno reso possibile proprio dai cambiamenti climatici, ma adesso severamente danneggiato proprio da questi ultimi, con un’ondata di gelate di ampiezza e severità consistente che ha portato le temperature ampiamente sotto lo zero. Inoltre, coincidenza ancora più amara, l’ondata di maltempo è arrivata proprio in concomitanza con un evento per certi versi storico per l’enologia di Sua Maestà, ovvero l’impianto, da parte della maison Taittinger, delle prime viti di Chardonnay, Pinot Noir e Pinot Meunier nei 69 ettari di Domaine Evremond, la tenuta del Kent che la prestigiosa griffe dello Champagne ha acquisito nell’autunno del 2015.
Secondo quanto riportato da “The Drinks Business” (www.thedrinksbusiness.com), le temperature sono scese fino a sei gradi sotto lo zero durante più notti della settimana appena trascorsa, ben oltre la soglia di tolleranza delle gemme: la spettacolare quanto tristemente familiare immagine dei falò accesi nelle vigne è quindi apparsa anche oltremanica, e perdipiù anche nell’area, così come avvenuto in più territori vitivinicoli del Pentagono e del Belpaese, l’ondata di freddo è arrivata immediatamente dopo un periodo di temperature sopra la media, che aveva innescato precocemente il processo di gemmazione. Alcuni produttori, come Albury Organic Vineyards, hanno stimato le perdite in circa l’80% del raccolto, e secondo Chris Foss, capo del Dipartimento di Enologia del Plumpton College, una stima generale dei danni non scenderebbe sotto il 50%, in media, per le cantine delle aree coinvolte. Una gelata fattuale quanto metaforica, se si considera che proprio quest’anno il “Vigneto Inghilterra” dovrebbe crescere di altri 256 ettari e di un milione di nuove piante di vite circa, dopo un decennio nel quale il tasso di crescita è stato del 135%, e del 300% se si considera il periodo compreso tra il 2000 ed oggi. Resta quindi da vedere se, e quanto, questo tipo di fenomeni scoraggerà ulteriori investimenti stranieri nella produzione enoica oltremanica sulla scia di quanto fatto da Taittinger.
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