A distanza di venti anni esatti dallo scandalo del metanolo, con il quale il vino italiano ha toccato il fondo nell’immagine internazionale, il valore delle esportazioni è piu’ che quadruplicato è il nettare di bacco nazionale è diventato un simbolo di successo del made in Italy nel mondo a dimostrazione delle capacità di ripresa del sistema produttivo nazionale. Lo commenta la Coldiretti nell’”anniversario” del drammatico inizio delle indagini del 19 marzo 1986, dopo che è stato assegnato al sostituto procuratore della Repubblica di Milano, Alberto Nobili, l’incarico di fare luce sugli avvelenamenti che hanno causato 19 vittime e decine di intossicati oltre ad aver messo un intero settore produttivo in ginocchio per colpa di pochi criminali.
Lo scandalo del vino al metanolo del 1986 - ricorda la Coldiretti - ha determinato uno shock profondo nella società con la perdita di vite umane, persone rimaste accecate o intossicate e arresti che hanno messo a nudo lo stretto legame che unisce il cibo consumato tutti i giorni con la salute ed anche minato profondamente la credibilità del made in Italy alimentare in Italia e nel Mondo. Ma lo scandalo del vino al metanolo rappresenta anche uno spartiacque con il passato ed una metafora per il futuro come esempio di un settore che ha saputo rigenerarsi ed acquisire una posizione di leadership mondiale. Mentre la giustizia faceva il suo corso, Istituzioni ed organizzazioni di rappresentanza hanno reagito allo scandalo stringendo le maglie larghe della legislazione a garanzia di imprese e consumatori con l’istituzione dell’Anagrafe vitivinicola su base regionale per la rintracciabilità e la raccolta delle informazioni su chi produce, detiene, elabora e commercializza, uve, vini, e derivati. Mentre per assicurare l’azione di prevenzione e repressione delle sofisticazioni alimentari venne istituito l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi presso il Ministero delle Politiche Agricole al quale - sottolinea la Coldiretti - si devono da allora importanti azioni a tutela della salute dei cittadini e a difesa delle aziende agricole.
Ma lo scandalo del vino al metanolo ha soprattutto cambiato profondamente il sistema produttivo vitivinicolo nazionale dove si è verificata una vera rivoluzione con “meno quantità e piu’ qualità”. Secondo i dati elaborati da Coldiretti, Symbola e Associazione nazionale città del vino, nel 2005 dopo venti anni la produzione nazionale di vino è stata pari al 48,1 milioni di ettolitri con una riduzione del 37,4 per cento rispetto al 1986 ma è raddoppiata quella di vini a denominazione (15 milioni di ettolitri con un +92 per cento) con oltre 460 vini Docg, Doc e Igt rispetto ai 228 di allora (+102 per cento).
Un cambiamento che nonostante il calo nei consumi procapite degli italiani del 28,2 per cento nel ventennio (da 68 a 48,8 litri a testa all’anno del 2005) ha determinato una esplosione nel fatturato del settore che in venti anni è aumentato del 260 per cento raggiungendo nel 2005 la cifra record di 9 miliardi di euro. Continua pagina seguente E gli effetti piu’ evidenti si riscontrano nelle esportazioni che nell’anno del metanolo crollarono di oltre un terzo in quantità (da quasi 18 a circa 11 milioni di ettolitri), per un valore sceso da 860 a 650 milioni di Euro di lire (un quarto in meno).
Nel 2005 le esportazioni di vino made in Italy nel mondo hanno sfiorato - sottolinea la Coldiretti - i 3 miliardi di euro con un aumento del 363 per cento rispetto al 1986 che dimostra come la crescita sul mercato estero abbia superato quella sul mercato nazionale con l’Italia che è divenuta il primo esportatore mondiale di vino in valore, con il 25% del fatturato globale. Per la prima volta nel 2005 il vino made in Italy negli Usa ha raggiunto il miliardo di dollari in valore per 2 milioni di ettolitri esportati consolidando la leadership di mercato.
Così il vino è divenuto anche uno dei più autorevoli ambasciatori dell’Italia nel mondo tanto che i risultati di una ricerca dell'Istituto Piepoli, commissionata dall'Istituto Leonardo e dall'Ice, evidenzia come per uno straniero su due (45%) siano i vini e il cibo la prima cosa che viene in mente pensando all'Italia, più che i luoghi (20%), l'abbigliamento (19%) e il calcio (15%). “Il vino oggi testimonia un processo di rigenerazione realizzato da un sistema di imprese che dopo il grande percorso di valorizzazione qualitativa si è posto anche l’obiettivo - afferma Paolo Bedoni, presidente della Coldiretti - di offrire nel bicchiere un intero territorio fatto del patrimonio genetico dei suoi vitigni, delle sue ricchezze endogene, del clima, di paesaggio, di testimonianze artistiche e naturali.
Di questo nuovo modello di sviluppo che dispone di capacità innovativa e di risorse imprenditoriali e che ha un legame inscindibile con un territorio dotato di straordinarie risorse, l’agricoltura italiana - prosegue Bedoni - si è fatta interprete con il divieto alla coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm), la leadership europea nel biologico e nei prodotti a denominazione di origine ma anche la più bassa percentuale di residui da prodotti chimici nella frutta e verdura. Si tratta – conclude il presidente della Coldiretti - di risultati di eccellenza per l’agroalimentare nazionale che ha conquistato un rapporto di grande fiducia con il consumatore del quale possono ora beneficiare l’ambiente e l’intera economia made in Italy”.
Le cifre - Il rinascimento del vino italiano ... dopo il metanolo ...
1986-2005 differenza %
Fatturato (miliardi di euro) - 2,5 - 9 - +260 %
Valore esportazioni (miliardi di euro) - 0,65 - 2,8 - +363 %
Produzione totale vini (milioni di ettolitri) - 76,8 - 48,1 - -37,4 %
Produzione vini Doc e Docg (milioni di ettolitri) - 7,8 - 15 - +92 %
Numero vini Doc, Docg e Igt - 228 - 460 - +102 %
Consumi procapite in litri - 68 - 48,8 - -28,2 %
Fonte: elaborazioni Coldiretti, Symbola e Città del vino
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