Il sole che riscalda tutta la penisola non è solo una buona notizia per gli ultimi turisti dell’estate, ma entusiasma anche produttori ed appassionati di vino che vedono realizzarsi condizioni climatiche eccezionalmente favorevoli alla vendemmia che si prospetta contenuta nelle quantità e ottima nelle qualità, grazie ad un mese di settembre con giornate ricche di sole, scarse di pioggia e con buone escursioni termiche notturne. Lo afferma la Coldiretti nel sottolineare che le previsioni sono per una produzione contenuta a circa 52 milioni di ettolitri, sui livelli dello scorso anno (+2%), l’andamento meteorico di questi giorni imprime una decisa svolta positiva nei giudizi con la concreta possibilità che si realizzi una produzione di eccellenza da ricordare nel tempo, se non si verificheranno cambiamenti improvvisi.
Si stima dunque una qualità a “cinque stelle” per la vendemmia in corso, dopo che i capricci del tempo dell’inizio dell’estate avevano creato incertezza tra i filari che solo il sole di settembre è riuscito a fugare. Una previsione positiva - precisa la Coldiretti - sia per i vini bianchi che si presentano con elevato grado di freschezza e con un buon quadro aromatico, ma specialmente per i rossi ai quali la svolta climatica conferisce struttura, tipicità ed equilibrio. La settimana che si apre è quella dove si concentrano maggiormente le operazioni di raccolta delle uve per una vendemmia che è iniziata a metà agosto con le varietà piu’ precoci (Chardonnay, Pinot, Sauvignon) e si conclude entro ottobre. Una produzione per la quale è confermato un equilibrio tra vini rossi o rosati e bianchi, con una leggera prevalenza dei primi. realizzata per quasi i due terzi in Veneto, Puglia, Emilia Romagna e Sicilia, e che per ben il 60% potrà essere commercializzata sotto una delle 453 denominazioni di origine (Docg, Doc e Igt) riconosciute. Un patrimonio unico di qualità che ha permesso all’Italia di diventare il primo esportatore mondiale di vino con circa un quarto del fatturato globale.
Le previsioni di produzione sono un risultato incoraggiante per dare continuità al successo del vino made in Italy nel mondo dove si è registrata una crescita record del 7% nel valore delle esportazioni con un boom negli Stati Uniti (+9%) che diventano il primo mercato di sbocco per le produzioni nazionali ma anche un successo rilevante in un mercato emergente significativo come la Cina dove gli importi sono piu’ che raddoppiati (+115%), sulla base dell’analisi della Coldiretti su dati Istat relativi al commercio estero nei primi cinque mesi del 2006. Se i Paesi dell’Unione Europea, con in testa la Germania, assorbono quasi la metà del valore delle esportazioni e restano i clienti piu’ affezionati con un aumento dell’export del 2%, la domanda crescente di vino da parte degli Stati Uniti sta facendo registrare un vero boom per il made in Italy (+9%) che ha riconquistato il primato nei confronti dei concorrenti australiani e francesi. Risultati interessanti anche se i consumi restano per ora modesti sono stati raggiunti in mercati emergenti come l’India (+ 70%) e la Cina (+115%) dove le prospettive offrono grandi opportunità di crescita perché il vino italiano è un status simbol per le classi emergenti che chiedono prodotti medio alti.
I risultati del 2006 dimostrano la presenza di nuove e rilevanti opportunità di crescita del vino made in Italy, che nello scorso anno ha raggiunto un fatturato record di 9 miliardi di euro, 3 dei quali attraverso l’export che potrebbe peraltro beneficiare dell’immagine positiva conquistata dall’Italia nel mondo con la vittoria del campionato del mondo di calcio.
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