Il via libera all’utilizzo dei trucioli di legno per invecchiare il vino “spaventa i consumatori”. A sostenerlo è la Coldiretti in base a un sondaggio dal quale emerge che l’88% dei rispondenti non acquisterebbe un vino se sapesse che è stato invecchiato in via accelerata con i trucioli invece che in botte come da tradizione. La Coldiretti fa riferimento al decreto del Ministero delle Politiche Agricole del 2 novembre 2006 che “ha di fatto autorizzato la discutibile pratica enologica anche in assenza di un’adeguata informazione in etichetta”. Per l’organizzazione, il via libera ministeriale riguarda oltre il 70% della produzione italiana che esclude solo i vini a denominazione di origine che rappresentano meno di un terzo del mercato. “Il fatto che solo l’8% per consumare il vino con i trucioli chiederebbe una riduzione di prezzo, mentre gli indifferenti sono appena il 4%, conferma - sottolinea la Coldiretti - la necessità di rivedere la decisione assunta specialmente in assenza di una informazione trasparente in etichetta sul metodo di produzione utilizzato”.
Ma il Ministro delle Politiche Agricole Paolo De Castro, sull’argomento, spiega che “basta confondere i consumatori. L’Italia è unica in Europa ad avere espressamente vietato l’uso dei trucioli nei vini di qualità. Lo preciso alla luce del persistente circolare di una non corretta informazione che il decreto firmato il 2 novembre 2006 non è un decreto autorizzativo”.
Il testo dispone - sottolinea la nota del Ministro - il divieto dell\\\'uso dei trucioli per i vini doc e docg; dal canto suo il Consiglio Europeo dei Ministri dell’Agricoltura aveva autorizzato l’uso dei trucioli per tutte le tipologie dei vini fin dall’ottobre del 2005 e l’Italia continua ad essere ad oggi il solo Paese Ue ad essersi dotato di una norma restrittiva.
“L’eventuale accoglimento quindi - conclude la nota - da parte del Tar del Lazio del ricorso voluto da Coldiretti, Legambiente, Città del Vino e altri, annullando gli effetti del Ministero delle Politiche Agricole del 2 novembre 2006, comporterebbe la possibilità di utilizzo dei trucioli per l’intera produzione enologica e quindi anche per i vini certificati doc e docg”.
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