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COLDIRETTI: “TRAPPOLE” SPESA SONO COSTATE 10 MILIARDI DI EURO NEL 2009. MARINI: LE INIZIATIVE DELLA COLDIRETTI PER RESTITUIRLI A CONSUMATORI E AGRICOLTORI

Le inefficienze e le speculazioni lungo la filiera agroalimentare nel 2009 insieme all’inganno del falso made in Italy sono costate alle tasche degli italiani e alle imprese agricole oltre 10 miliardi di euro che possono essere recuperati per garantire un reddito più equo agli agricoltori e acquisti più convenienti per le famiglie. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini al vertice della maggiore organizzazione agricola italiana a Napoli con gli imprenditori provenienti da tutte le province e regioni italiane per presentare le proposte per favorire la ripresa economica nelle campagne.
Secondo l’analisi della Coldiretti l’aumento dei prezzi per i prodotti alimentari, che è stato di oltre un punto percentuale superiore alla media generale dell’inflazione, nonostante il forte calo di circa il 13% nei prezzi delle materie prime agricole, che sta provocando la chiusura delle aziende, è costato al sistema agroalimentare 5,8 miliardi di euro nel 2009. A questi va aggiunto - prosegue la Coldiretti - il costo dell’inganno del falso made in Italy, dovuto alla vendita di prodotti pagati come italiani senza esserlo per la mancanza dell’obbligo di indicare l’origine in etichetta, che vale ben 4,2 miliardi di euro per un totale di 11 miliardi che possono essere restituiti alle imprese agricole ed ai consumatori.
Il fatto che l’agricoltura sia l’unico settore in cui il valore aggiunto continui a diminuire nonostante l’inversione di tendenza del Pil nel terzo trimestre è la conferma che la situazione di difficoltà del settore non dipende solo dalla crisi generale, ma che - ha sottolineato Marini - stiamo vivendo i drammatici effetti di quelli che sono che sono i due furti ai quali è sottoposta giornalmente la nostra agricoltura che subisce da una parte il furto di identità e di immagine che vede sfacciatamente immesso in commercio cibo proveniente da chissà quale parte del mondo come italiano, e dall’altra, il furto di valore aggiunto che vede sottopagati i nostri prodotti agricoli senza alcun beneficio per i consumatori. E’ questo il risultato - ha precisato Marini - dello strapotere contrattuale dei nuovi forti della filiera agroalimentare che hanno provocato nel 2009 una riduzione stimata del 5,2% di valore aggiunto dell’agricoltura per una perdita complessiva di 1,5 miliardi.
In questa situazione non è pensabile che il nostro sia l’unico settore e l’unico Paese dove, anziché intervenire a sostegno, si fanno gravare con la Finanziaria costi aggiuntivi. Siamo fiduciosi, ma molto attenti affinchè - ha continuato Marini - nella discussione sulla Finanziaria vengano garantite almeno le stesse risorse del passato per il finanziamento del fondo di solidarietà nazionale, per la fiscalizzazione degli oneri contributivi per le aree montane e svantaggiate, per le accise sul gasolio e per l’acquisto dei terreni da parte degli agricoltori che non possono essere trattati fiscalmente come i tanti speculatori.
Siamo però la principale organizzazione agricola in Italia ed in Europa e per questo - ha precisato Marini - abbiamo il dovere di accompagnare la protesta con una proposta concreta di lungo periodo perché siamo consapevoli che le norme nella finanziaria sono necessarie, ma non sufficienti a garantire in futuro un reddito adeguato agli agricoltori. Questo stiamo facendo, rimboccandoci le maniche anzichè abbaiare alla luna, con il nostro progetto operativo per una “Filiera agricola tutta italiana” che ha come obiettivo di sostenere il reddito degli agricoltori eliminando le distorsioni e tagliando le intermediazioni con l’offerta attraverso la rete di consorzi agrari, cooperative, farmers market, agriturismi e imprese agricole di prodotti alimentari al cento per cento italiani firmati dagli agricoltori al giusto prezzo. Ridurre la forbice dei prezzi che moltiplicano di cinque volte dal campo alla tavola significa - ha sostenuto il presidente della Coldiretti - garantire un reddito adeguato agli imprenditori agricoli e acquisti convenienti alle famiglie italiane che avranno anche l’opportunità di poter comperare prodotti realmente made in Italy, in attesa che le Istituzioni si decidano finalmente a rendere obbligatoria l’indicazione in etichetta dell’origine degli alimenti che consenta una chiara identificazione dei prodotti sugli scaffali dei supermercati.
Abbiamo sostenuto la nascita dell’holding degli agricoltori italiani che ha come protagonista il sistema dei Consorzi Agrari che sviluppa un fatturato di 3 miliardi di euro su 1.300 punti di vendita ai quali fanno riferimento 300.000 imprese agricole e un numero crescente di cittadini interessati dall’acquisto di prodotti alimentari genuini della filiera agricola italiana.
Un gruppo attivo dal campo alla tavola attraverso il quale passa un chicco di grano italiano su cinque, destinati a finire come pane o pasta sulle tavole dei consumatori, ma che vende anche un trattore sui quattro al lavoro nelle campagne italiane. Consorzi Agrari d’Italia consente la creazione di una rete efficiente di servizi su tutto il territorio nazionale, a partire dal sud, di tipo tecnico-commerciale, finanziario, logistico, ma anche nelle nuove energie agricole e la concentrazione dell’offerta per la commercializzazione delle produzioni con la possibilità di una presenza diretta sul mercato di prodotti agroalimentari “firmati dagli agricoltori” per aumentare il valore aggiunto del settore. Una azione sinergica e moltiplicatrice dei risultati positivi che si stanno realizzando con l’apertura delle centinaia di mercati degli agricoltori attraverso la fondazione Campagna Amica. E, da qualche giorno, è nata Unci Coldiretti con l’obiettivo di realizzare la più grande centrale cooperativa agroalimentare a livello nazionale che rappresenta la cooperazione che fa crescere le imprese valorizzando l’identità territoriale delle produzioni agricole nazionali in Italia e all’estero. Una semplificazione e razionalizzazione per mettere in rete tutte le risorse disponibili ad impegnarsi - ha concluso Marini - per uscire dalla crisi con un progetto per il Paese.

Focus - Finanziaria: Coldiretti, proposte a costo zero rispetto passato
Confermare il contenuto della parte agricola del Documento di programmazione economico-finanziaria per gli anni 2010-2013. Lo chiede la Coldiretti che ha predisposto un documento di proposta a costo zero, con interventi che non comportano di fatto alcun onere aggiuntivo sulla Finanziaria 2009.
Invarianza della pressione previdenziale: stabilizzare le aliquote ridotte per i contributi previdenziali versati dagli imprenditori agricoli nelle zone montane e svantaggiate.
Fondo di solidarietà nazionale: garantire il finanziamento per consentire alle imprese di far fronte alla gestione dei rischi atmosferici e sviluppare appositi strumenti per le crisi di mercato (fondi di mutualità).
Gasolio: è insostenibile gravare le imprese con oneri aggiuntivi provocati dall’aumento delle accise.
Sostenere l’aumento delle superfici aziendali: il 31 dicembre 2009 scade la proroga delle agevolazioni fiscali per l’acquisto e l’ampliamento della proprietà coltivatrice. E’ necessario stabilizzare le agevolazioni da erogare a soggetti in possesso di determinate caratteristiche imprenditoriali, ma anche garantire la prosecuzione degli interventi fondiari di Ismea che scadono il 31 dicembre 2009.
Credito e servizi finanziari: la generale crisi finanziaria ha accresciuto i problemi di liquidità per le imprese e per questo occorre assicurare la disponibilità di prodotti e servizi finanziari confacenti, estendere all’agricoltura la operatività del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, rifinanziato dai provvedimenti anticrisi e favorire operazioni di ristrutturazione delle posizioni debitorie finalizzate alla trasformazione a lungo termine delle precedenti passività.
Sostegno agli allevatori per l’acquisto di quote: la legge n. 33 del 2009 destina una quota del Fondo di garanzia istituito presso il Mediocredito centrale per favorire l’accesso al credito da parte dei produttori che hanno acquistato quote latte affinché possano attenuare e ristrutturare le posizioni debitorie. Rendere disponibili le risorse per l’anno 2009 pari ad almeno 45 milioni di euro.
Contratti di filiera: consentire l’attuazione del regime attivando le risorse finanziarie del Fondo rotativo per il sostegno alle imprese e gli investimenti in ricerca, istituito presso la gestione separata della Cassa Depositi e Prestiti.
Settore bieticolo: consentire il pagamento ai bieticoltori degli aiuti supplementari per la diversificazione ed evitare che gli enti gestori dei fondi destinati ai bieticoltori possano esercitare attività in difformità con il regime di aiuto autorizzato dall’Unione Europea.
Consorzi di bonifica: riconfermarne natura, funzioni e struttura dei consorzi di bonifica e di irrigazione, secondo la ricordata Intesa Stato-Regioni del settembre 2008, sopprimendo la previsione di cui all’articolo 20 del disegno di legge sul riordino delle autonomie locali.
Figure professionali agricole: razionalizzare l’applicazione delle misure agevolative nazionali, anche di natura fiscale e creditizia, riferendole ad una specifica qualifica imprenditoriale ed eliminando le sovrapposizioni attualmente vigenti.
Misure per sviluppare la crescita dimensionale delle imprese: occorre incentivare le aggregazioni aziendali anche attraverso l’utilizzo, nel settore agricolo, della nuova disciplina sulle reti di imprese e sviluppare appropriati servizi logistici a sostegno dei sistemi produttivi locali.
Rapporti nella filiera: favorire rapporti contrattuali più equilibrati con la grande distribuzione per scongiurare abusi di dipendenza economica, garantire una riserva di appositi “spazi scaffale” ai prodotti locali quale ulteriore misura per valorizzare l’identità dei territori e dei loro prodotti e migliorare la normativa sui termini di pagamento per assicurare la puntualità nelle transazioni commerciali, con particolare riferimento ai prodotti freschi e deperibili.
Internazionalizzazione: concedere crediti per l’export, agevolare la presenza in fiere e mercati internazionali, erogare i finanziamenti direttamente alle imprese agricole eliminando la sovrapposizione di competenze e razionalizzando i soggetti competenti e impegnare l’azione del Governo nel suo complesso nella ricerca di un accordo sul commercio internazionale finalizzato ad una più incisiva tutela del made in Italy e delle denominazioni protette dai falsi e dall’agro-pirateria.
Servizi alle imprese: condizionare il riconoscimento del sistema dei servizi alle imprese realizzato dalle organizzazioni di rappresentanza al rispetto di rigorose condizioni di elevato e certificato livello delle prestazioni e rendere effettivo il nuovo ruolo dei centri di assistenza agricola attraverso la più ampia attribuzione ai medesimi delle competenze relative all’istruttoria dei procedimenti di interesse del settore primario.
Burocrazia e rapporti con le pubbliche amministrazioni: individuare gli standard di qualità da ritenere essenziali nello svolgimento dei procedimenti amministrativi di interesse agricolo e conseguire lo snellimento delle procedure attraverso l’effettivo coinvolgimento dei centri di servizi promossi dai privati.
Ricerca: Favorire il collegamento del sistema pubblico della ricerca con le imprese e le loro organizzazioni di rappresentanza e definire indirizzi efficaci per le imprese agricole dei progetti pubblici di ricerca e garantire l’accesso al patrimonio di conoscenza da parte degli operatori del settore.

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