Vino italiano in India e whisky indiano in Europa. Per quanto possano sembrare un argomento leggero, questo e' uno dei problemi da risolvere nell'ambito del rilancio dei rapporti commerciale tra India e Italia, oltre che tra India ed Europa. L'argomento, è ovvio, ha preso poco spazio nei colloqui che il ministro del Commercio internazionale, Emma Bonino, e il suo omologo indiano, Kamal Nath, hanno avuto oggi a Dehli. Certo i produttori italiani avrebbero molto interesse a vedersi aprire un mercato potenziale di almeno un centinaio di milioni di consumatori (comunque sempre meno del 10% della popolazione indiana). Ma fino a quando i diritti doganali di Dehli rimangono alti questo non succedera'. ''Ne abbiamo parlato con il ministro Bonino - osserva Nath - e siamo molto preoccupati. E' un problema che dobbiamo risolvere, insieme con quello della discriminazione del whisky indiano che non viene fatto entrare in Europa''. La Bonino conferma il proprio impegno in materia e precisa che si tratta di un problema di denominazione d'origine. Poi qualcuno racconta che il whisky indiano è fatto dalla melassa, e quindi è ben diverso da quello di malto, non solo inglese, ma anche americano e giapponese che invece, sottolinea il ministro indiano, ''hanno libero accesso al mercato europeo''. Non sarà semplice superare questa impasse. Perciò quando il presidente del Consiglio Romano Prodi andrà in India in febbraio con Bonino e altri ministri, 300 imprenditori e i vertici Abi e Ice, è probabile si concludano molti buoni accordi. Ma è molto difficile che vengano suggellati con brindisi tra calici di buon barolo e bicchieri di whisky di melassa.
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