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COME STA IL VIGNETO ITALIA? BENE NONOSTANTE INVERNO E PRIMAVERA MOLTO PIOVOSI. LO DICE A WINENEWS ATTILIO SCIENZA, TRA I MASSIMI ESPERTI DI VITICOLTURA. PER RICCARDO COTARELLA, ENOLOGO TOP DEL BELPAESE, A FARE LA DIFFERENZA “SARÀ LA PROFESSIONALITÀ”

Si avvicina il periodo critico che porterà alla vendemmia 2013. E nonostante un inverno, una primavera ma anche un inizio estate molto piovose, che hanno messo a dura prova le abilità dei produttori per difendersi dalla peronospora, il Vigneto Italia, ad un primo sguardo, seppur con differenze da Nord a Sud, non sembra messo male. A dirlo a WineNews Attilio Scienza, docente di viticoltura dell’Università di Milano e tra i massimi esperti del settore. “L’Italia è un Paese molto lungo e dare un parere unitario sulle condizioni di tutte le zone di produzione viticole è complicato - spiega Scienza - certo che al nord la pioggia, il freddo e la peronospora potrebbero, allo stato attuale, ridurre la produzione, le ultime stime sono di un -20% ma sono molto pessimistiche e le previsioni metereologiche per i prossimi mesi sono positive. Al Centro abbiamo avuto fenomeni di minore intensità - continua Scienza - con una produzione che dovrebbe incrementarsi sul 2012. Al Sud, invece, si profila un aumento deciso della produzione e anche dal punto di vista qualitativo si prospetta una bella annata. Le viti hanno un apparato fogliare molto ben sviluppato e questo favorisce la fotosintesi”.

Dopo un lunghissimo inverno, benché non particolarmente rigido, e una piovosa e fredda primavera, con maggio le cose non sono poi cambiate di molto con pioggia e umidità che hanno interessato l’intero Stivale, mettendo a dura prova le abilità dei vignaioli per difendere i propri vigneti soprattutto dalla peronospora.

“Certo - prosegue il docente milanese - la fioritura è stata in generale tardiva e questo si riverbererà anche sui tempi di maturazione il che scongiura le “corse” di annate come la 2003, la 2011 o la stessa, in parte, 2012 per le varietà precoci mentre per quelle tardive - conclude Scienza - potremmo avere una settimana di ritardo”.

A giugno ha fatto capolino il primo caldo anche se in modo discontinuo e le viti finalmente hanno prese con vigore i propri processi vegetativi anche con qualche accelerazione. La fioritura è apparsa in ritardo rispetto a quanto avvenuto nelle recenti annate, risentendo soprattutto del clima freddo e piovoso. La produzione sembra buona sia dal lato quantitativo che da quello qualitativo, visto che un po’ di aborti floreali, che hanno limitato la quantità di acini, hanno favorito la formazione di grappoli più spargoli e meno sensibili ad eventuali attacchi di marciumi.

“La professionalità ha fatto e farà la differenza anche quest’anno - afferma Riccardo Cotarella enologo di fama internazionale e docente di enologia all’Università Tuscia di Viterbo, nonché consulente di tante importanti cantine del Belpaese - e se da luglio in poi, come sembra, il tempo sarà favorevole, potremmo approdare a buoni risultati”.

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