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COMPLEANNO SPECIALE: I 250 ANNI DELLA RIEDEL, LA STORICA GRIFFE AUSTRIACA DEL CRISTALLO … OSPITI VIP DA 30 NAZIONI: DA GAJA AD ANTINORI ALLA “COPPIA DELL’ANNO” SWAROVSKI-GRASSER. IN ARRIVO I NUOVI CALICI RIEDEL

Italia
La famiglia Riedel con Fiona Swarovski e il Ministro delle finanze austriaco Karl Heinz Grasser

La Riedel (www.riedel.com), 250 anni di storia avventurosa, dalle foreste boeme al Tirolo, per arrivare, partendo dagli Anni 60 del Novecento, sul proscenio mondiale con una “rivoluzionaria” produzione dei migliori calici da vino (“i calici giusti per ogni tipo di vino e vitigno, perché è il contenuto che determina la forma”), ha voluto festeggiare, nei giorni scorsi, questo speciale compleanno: 300 ospiti, da oltre 30 nazioni, hanno raccolto l’invito personale di Georg Riedel, decima generazione della storica azienda austriaca, che è un’istituzione, un mito, come in Italia la “Ferrari” (esporta il 97% della produzione, ha un fatturato di 240 milioni di euro, compreso i suoi marchi Spiegelau e Nachtmann, e l’Italia è il suo quarto mercato dopo Usa, Germania, Giappone). Davvero di grande effetto e suggestione la festa-show ambientata nella fabbrica di produzione di Kufstein, in Austria, tra street dancers, mimi, teatranti acrobatici e musicisti - classici, rap, percussionisti e industrial rock. Tanti i vip ospiti di Georg Riedel, della moglie Eva e dei figli Laetithia e Maximilian, tra cui gli italiani Angelo Gaja (distributore Riedel in Italia, per il canale ristorazione e aziende), Allegra Antinori e la coppia oggi più famosa d’Austria e delle cronache gossip: Fiona Swarovski - esponente di un’altra famiglia del cristallo, molto vicina ai Riedel - con il Ministro delle finanze austriaco Karl Heinz Grasser.

I calici dei 250 anni
Naturalmente si è bevuto nei calici Riedel (tutta la mise en place era Riedel e Nachtmann), tra cui le due nuove linee “ad hoc” per i 250 anni: i bicchieri Amadeo - che sintetizzano la filosofia innovativa e le creazioni più significative e recenti della Riedel. La linea infatti (che comprende in tutto 5 pezzi, due per il vino, due per altre bevande e un decanter) propone bicchieri senza stelo per il vino (uno per Chardonnay/Viognier e altri bianchi e uno per Cabernet/Merlot) - e la linea “grape@riedel”, elegantissimi calici in cristallo, dalle forme classiche-contemporanee, caratterizzate da una elegante e morbida “continuità” del bevante - studiato ad hoc per otto classi principali di vitigni e bevande - con lo stelo (spesso un punto debole dei calici). Grazie all’innovazione tecnologica introdotta negli impianti produttivi Riedel, infatti, in questi calici, il gambo è un tutt’uno con il bevante, poiché viene ‘tirato’ dal bevante e non saldato.

Riedel: un po’ di storia
I calici Riedel esprimono precisione mitteleuropea, ma anche la formidabile passione e il carisma di Georg Riedel, 56 anni, e il suo inimitabile mix di intuito e creatività, di imprenditorialità e concretezza. Dietro di lui, non c’è una normale industria, abile nel marketing. C’è lo studio, l’anima di un uomo, anzi, di una famiglia, che del suo metodo esclusivo - è il contenuto che determina la forma - fa una bandiera.
La cristalleria Riedel affonda le sue radici undici generazioni fa e ha antiche origine boeme. Siamo nel lontano 1750 quando la ‘moda’ dei calici del cristallo di Boemia comincia a prendere piede, seppur limitatamente all’aristocrazia. A quell’epoca operava già nel commercio di lussuosi articoli in vetro Johann Cristoph Riedel, nato nel 1678. La merce di questa figura leggendaria arrivava fino in Spagna e Portogallo.
Da allora, e sono passati 250 anni: l’arte - o la scienza - del vetro, è diventata per la famiglia Riedel una grande tradizione. In seguito, la storia dell’azienda si legherà strettamente alle vicende dell’Impero Austrongarico e della Mitteleuropa. Ma l’anno campale sarà il 1956, quando i Riedel si reinsediarono in Austria, dopo una serie di peripezie che non avrebbero affossato il loro formidabile spirito imprenditoriale – basti pensare alla detenzione in Siberia di Walter Riedel, e al ‘salto’ dal treno di Claus fuggiasco da un campo di prigionia in seguito alla guerra nel 1946 - dal 1956 prese via quella specializzazione che ha reso questo marchio una sorta di mito: i calici per il vino.
Georg Riedel ha poi continuato e potenziato l’opera avviata dal padre Claus fin dal 1961, altro anno che segna una svolta: fu infatti Claus a rivoluzionare letteralmente l’approccio alla degustazione del vino nel mondo, con la creazione di quelli che sarebbero stati i prodromi della linea Sommeliers, composta di eleganti calici in cristallo soffiati a bocca e lavorati a mano (oggi oltre una trentina di modelli). Essa fu presentata ufficialmente nell’ottobre 1973 proprio in Italia, a Orvieto, al congresso nazionale dell’Associazione Italiana Sommeliers, dopo 16 anni di studi sulla fisica dei liquidi nella bocca, sul senso del gusto e dell’olfatto, sui vitigni e sui vini di tutto il mondo, con i loro differenti terroir, maturità, annate.
Una linea che è diventata un mito del buon gusto e del buon vivere, e che ancora oggi viene prodotta pezzo per pezzo a Kufstein da abilissimi soffiatori del cristallo. E’ invece degli ultimi anni la novità rivoluzionaria dei calici “o” i primi al mondo senza stelo, gioielli del design già scoperti dagli ambienti internazionali più trendy, e di tanti altri raffinati articoli, nell’ambito di varie linee (realizzate anche con modernissimi impianti robotizzati) che tengono conto anche delle evoluzioni del mercato, dei gusti del consumatore, dei prezzi, e soprattutto dell’evoluzione enologica dei vini del nuovo e vecchio mondo.

La filosofia Riedel
Solo con i calici Riedel si apprezza pienamente quel determinato vino, da quel vitigno. Perché ogni modello – ed è la cosa che distingue nettamente la Riedel dalle altre aziende produttrici di bicchieri - viene studiato, progettato, realizzato accuratamente dopo vari tentativi e test in modo da convogliare in modo ottimale le componenti aromatiche di ogni specifico vino al naso, e il liquido nei punti giusti della lingua e del palato. Ma come? Prima di tutto, con il diretto coinvolgimento degli stessi produttori vinicoli - chi conosce meglio un vino se non chi lo produce? - e dei migliori esperti di analisi sensoriale, unitamente allo steso Georg Riedel, uno dei più raffinati ed esperti degustatori del mondo. Ed è questo un altro aspetto dell’esclusivo metodo Riedel: i workshop di degustazione che stanno a monte del progetto di un calice e che per esclusione portano al prototipo giusto, con le ottimali forme del bevante, lo spessore dell’orlo, l’altezza del gambo (che influenza l’inclinazione di caduta del vino in bocca). Non a caso, i migliori produttori del mondo, dagli USA alla Nuova Zelanda, tengono in grande conto la filosofia di Georg Riedel, l’attuale proprietario e vera personalità nel mondo del vino, e fanno a gara per realizzare con la Riedel nuove linee e modelli.

La famiglia Riedel ... oggi
Oggi il patron Georg J. Riedel è già affiancato dai due figli - la XI generazione - Laetizia (del 1974), avvocato e consulente legale della Riedel, e Maximilian (nato nel 1977), che vive negli Stati Uniti, dove si è occupato pur giovanissimo della Riedel in Usa, rendendo il marchio un vero must.
La moglie di Georg Riedel, Eva Koenig, sposata nel 1973, con grande stile si occupa dell’arte del ricevere nella nuova Casa Riedel, un vero gioiello architettonico contemporaneo ben inserito nel paesaggio tirolese - e soprattutto segue il punto vendita aziendale a Kufstein e vari punti vendita in Europa.

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