Con le dimissioni del Ministro delle Politiche Agricole Nunzia de Girolamo, uno dei settori più importanti dell’economia del Belpaese ha visto cambiare la sua “guida politica e istituzionale” per 6 volte in poco più di 6 anni (dal 2008, De Castro, Zaia, Galan, Romano, Catania, e la stessa De Girolamo). Ora, secondo le indiscrezioni, il Ministero sarà guidato ad interim dal Premier Enrico Letta, fino alla nomina di un nuovo Ministro, o al ventilato rimpasto di Governo.
In ogni caso, quello che tutta l’agricoltura italiana si aspetta, per voce degli imprenditori e di tutte le più importanti organizzazioni di categoria, è un cambio di rotta profondo, con un Ministero e un Ministro affidabili e duraturi, non a tempo o “di passaggio”, in grado e nelle condizioni di pianificare un futuro e un progetto di agricoltura italiana a medio-lungo termine, come richiesto dall’essenza stessa del settore, fatto di investimenti e di economia ma, ancor di più, del ritmo lento della natura e dei suoi cicli.
Ma si chiede da più parti anche una guida istituzionale capace di prendere in mano le questioni aperte nell’immediato, dall’applicazione della nuova Pac all’Expo 2015 di Milano (ed al tante volte citato, e voluto, dalla De Girolamo “Padiglione Vino & Olio” in vista dell’evento, fino al “comitato di saggi” da nominare per curarne al regia) ...
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