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CONCORDE IL GIUDIZIO DEGLI ESPERTI (VALENTI, RIVELLA, GIACOSA): “E’ ANCORA PRESTO PER VALUTARE LA VENDEMMIA 2002 …”

Italia
Una scena di vendemmia

“La pioggia di queste settimane sta mutando la situazione. Certo è che se smette di piovere adesso avremmo un’annata eccezionale. La vendemmia 2002 sarà senz’altro “tardiva”, con uno slittamento medio di circa 15 giorni rispetto allo scorso anno”: è l’opinione dell’agronomo Leonardo Valenti, che però aggiunge subito “che i cambiamenti meteorologici dell’ultimo periodo non consentono assolutamente di fare ancora previsioni definitive”. E dello stesso parere è anche Franco Giacosa, enologo della famiglia Zonin (undici tenute in sette regioni d’Italia, tra cui Toscana, Piemonte, Friuli, Veneto, Sicilia …), che quindi può vantare un punto di vista privilegiato che comprende tutta la penisola: “è ancora presto per fare previsioni sulla vendemmia. Molto dipende dall’andamento climatico di agosto. In Sicilia, lo stress idrico di questi mesi ha provocato un notevole calo della quantità di uva prodotta, che può essere stimato in media intorno al 10%. La qualità è, però, ottima, con grappoli sani ed acini piccoli. Situazione molto favorevole anche in Toscana, dove le viti sono in buona salute e promettono un raccolto superiore all’anno precedente; per il Nord, posso confermare un calo generalizzato, dovuto soprattutto a problemi fitosanitari”. Ezio Rivella, presidente dell’Unione Italiana Vini (che, ieri, con l’Ismea, ha comunicato che “la vendemmia 2002 sarà di 50,7 milioni di ettolitri, che si avvicina così al minimo storico del '97, ndr), sottolinea che vi sono ancora molte incertezze legate all’andamento climatico: “al Nord, il maltempo rappresenta una grossa incognita, ma se il clima sarà secco da qui al 15 settembre il raccolto andrà bene; al Centro, è ormai certo un aumento nella produzione, anche se vi sono luoghi, come Montalcino, in cui le quantità raccolte sono sempre le stesse, perché le viti sono sottoposte a drastici diradamenti in nome della qualità; al Sud, siccità e malattie hanno causato una diminuzione della produzione, con picchi in negativo fino al 30% in Puglia”.

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