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IL “RAPPORTO ECONOMICO”

Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, nel 2023 -10% di vendite, ma +4,7% il valore

Export a -6% a volume, l’enoturismo a +16%. Nel 2022 oltre 100 milioni di bottiglie vendute per 607 milioni di euro, con l’Uk sempre primo mercato
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Enoturismo nelle Colline del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg (ph: Beatrice Pilotto)

Dopo un 2022 eccezionale, il 2023 del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg si chiuderà assestandosi nuovamente sui valori pre-pandemici, con una flessione del 10% di vendite e una riduzione in volume all’estero del -6%, ma con una crescita del valore del prodotto stimata del +4,7%, pur nella complessità dell’annata. Sono le previsioni del “Rapporto Economico” 2023 del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Docg, curato dal Cirve dell’Università di Padova e dal team del professore Eugenio Pomarici, che confermano la salute di una Denominazione strutturata. Per la quale, la riduzione dei volumi venduti nel 2023 è il risultato di comportamenti diversi osservati nei vari canali di distribuzione. Innanzitutto, si analizza il mercato italiano per il quale si evidenzia che la ristorazione, sostenuta soprattutto dalla crescita del flusso di turisti stranieri, sta mantenendo i volumi, mentre si nota una decrescita nella grande distribuzione. Il volume di vendite in gdo considerato il periodo ottobre 2022-ottobre 2023 risulta, infatti, inferiore a quelle dello stesso periodo dell’anno precedente del 6,5%, contro un aumento in valore pari al 2,3%. Con il passare dei mesi, tuttavia, la domanda nel 2023 si sta riallineando con quella dell’anno precedente e nel trimestre luglio-agosto-settembre 2023 le vendite sono cresciute sul 2022 del 3,4% in volume e del 6,8% in valore.
Per il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg nel 2022 si registra la vendita di 100.081.088 bottiglie di spumante per un valore di quasi 607 milioni di euro. Il mercato italiano, che rappresenta il 60,2% delle vendite, nel 2022 ha assorbito 57 milioni di bottiglie, per un valore pari a 365,5 milioni di euro. Rispetto alla suddivisione per aree geografiche si evidenzia che il Nord-Est assorbe ancora la quota maggiore di prodotto con il 37,3% dei volumi, segue il Nord-Ovest con il 30,7%, il Centro con il 22,1% e chiudono il Sud e le isole con il 9,9%. Per quanto riguarda il mercato estero, ancora saldamente in testa il Regno Unito che, con una quota del 23,1% (quota del mercato a valore) del mercato estero si conferma il Paese che importa più prodotto (10,3 milioni di bottiglie) e che rende il maggior valore (56 milioni di euro). Segue la Germania con 8,1 milioni di bottiglie per 50,7 milioni di euro in valore, e la Svizzera con poco più di 6,3 milioni di bottiglie per più di 33,4 milioni di euro.
Nel territorio di produzione del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg, Patrimonio Unesco, i flussi turistici registrano una crescita continua dal 2022 fino ai primi sette mesi 2023, in particolare aumentano del 16% gli arrivi e del 12,2% le presenze nel periodo gennaio-luglio 2023 sullo stesso periodo 2022. La domanda internazionale cresce con tassi di oltre il +20% sul 2022, mentre quella domestica, che già aveva recuperato terreno gli anni scorsi, si è mantenuta su un ritmo di crescita più contenuto. Se la dinamica osservata fino a luglio sarà confermata, il 2023 sarà l’anno del recupero e probabilmente del sorpasso sui valori pre-Covid del 2019. Tornando ai dati 2022, anno su cui è disponibile l’analisi completa, registriamo che è continuata la ripresa della frequentazione delle cantine da parte dei visitatori enoturistici che sono aumentati del 7,5% sul 2021. Il numero record del 2019 (più di 380.000) non è ancora stato raggiunto, ma, considerato il contesto del settore ci si aspetta possa essere recuperato nel 2023. Il numero di visitatori ospitati da ciascuna cantina varia in relazione alle dimensioni delle stesse e alla loro capacità di organizzare i servizi di accoglienza e di visita. Il 45% delle aziende ha ospitato tra 500 e 5.000 visitatori, mentre un altro 41% tra 200 e 500. Il 7% di imprese ha accolto invece più di 5.000 visitatori. Per quanto riguarda la provenienza dei visitatori, nel 2022 i visitatori dal Veneto sono stati in media il 40% (contro 46,1% nel 2021 e 39,3% nel 2019), quelli dal resto d’Italia il 33,1% (contro 34,5% nel 2021 e 31% nel 2019) e quelli stranieri il 26,8% (contro 19,5% nel 2021 e 29,7% nel 2019).
“La presentazione del “Rapporto Economico” è un momento di riflessione indispensabile per la nostra Denominazione. L’anno che stiamo per chiudere è stato molto complesso, ma alla complessità e all’evolversi repentino degli eventi ormai siamo abituati. Il 2023 si chiuderà con il 10% in meno delle bottiglie vendute sul 2022. Dopo un inizio anno molto lento abbiamo recuperato negli ultimi mesi e oggi registriamo una flessione sul 2022 assestandoci nuovamente sui valori pre-pandemici. Lo scorso anno infatti ha rappresentato un’eccezionalità, e i dati di oggi sono più fedeli alle reali potenzialità della Denominazione - afferma Elvira Bortolomiol, presidente del Consorzio - rileviamo una riduzione delle vendite in volume all’estero (-6%), cui corrisponde comunque un aumento del valore del 4,5%. Quest’ultimo dato ci rassicura e ci conferma che il lavoro sul posizionamento del prodotto continua a essere vincente”.
“La Denominazione nel 2023 ha goduto degli effetti dei processi di innovazione digitale che hanno avuto una forte accelerazione a partire dall’anno della pandemia. In particolare, sono state aggiornate tutte le fasi della produzione e distribuzione con una decisa virata al digitale - spiega il professor Eugenio Pomarici - questo percorso ha comportato il potenziamento generale delle dotazioni hardware e software, e anche, in particolare, un maggiore ricorso alla digitalizzazione per la gestione della cantina, delle relazioni con i clienti (Crm) e il tracciamento dei flussi fattori/prodotti. Si è trattato di intervenire in molti casi in modo profondo e complesso nell’organizzazione dei processi aziendali e nel 2023 è stato possibile vedere la piena manifestazione dei benefici ricercati”.
Infine, un’altra ragione della tenuta in un anno come quello che sta per terminare risiede nel continuo impegno per la sostenibilità che sta guidando la Denominazione da ormai diversi anni. Per comprendere meglio come muoversi in questo contesto economico il Consorzio ha commissionato a Ipsos una ricerca sulla percezione del prodotto dalla quale emerge una forza sempre maggiore del brand. “Il profilo di immagine del Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore Docg è in pole position tra i diversi vini spumanti - sottolinea Enzo Risso, direttore scientifico Ipsos - la recente indagine realizzata da Ipsos su un campione complessivo 1.000 italiani e 500 giovani mostra un quadro positivo del positioning del vino delle colline. In una scala di voto da 1 a 10, il 70% degli italiani assegna al Conegliano Valdobbiadene un voto ottimo, tra l’8 e il 10, superando tutti gli altri vini, compreso Champagne, Franciacorta e Trento Doc”.
I dati sull’enoturismo appaiono ancor più rassicuranti se letti nel contesto internazionale che vede il turismo in piena ripresa dopo il 2020. Infatti, il 2023 può essere considerato l’anno del ritorno ai livelli flussi turistici pre-pandemia. Nonostante le incertezze geopolitiche e la pressione inflazionistica, il viaggio rimane un tipo di consumo a cui non si rinuncia e le previsioni per il futuro sono positive: i viaggiatori tornano a viaggiare e lo fanno dedicandosi pienamente a ciò che più desiderano fare e con una forte spinta alle esperienze, ad esempio a quelle enogastronomiche, e alla sostenibilità. Ma si conferma anche la crescente combinazione da parte dei turisti di viaggi di piacere e di lavoro: Euromonitor, ad esempio, prevede che la spesa globale dei viaggiatori che combinano affari e tempo libero sarà più che raddoppiata entro il 2027 rispetto al 2021.
In particolare, per quanto riguarda il turismo enogastronomico si registra da alcuni anni a questa parte un interesse crescente. Lo testimonia Roberta Garibaldi, docente di Tourism Management all’Università degli Studi di Bergamo e presidente dell’Associazione Italiana Turismo Enogastronomico, che afferma come “tra i viaggiatori europei, le proposte legate ai paesaggi rurali e le attività enogastronomiche sono le più ricercate per i viaggi della seconda metà dell’anno 2023. Sono indicate rispettivamente dal 17,4% e dal 16,3% dei turisti del Vecchio Continente, ossia circa 21,3 e 19,9 milioni. 6,2 milioni, invece, chi viaggia con motivazione primaria l’enogastronomia. Uno scenario simile si ravvisa nel nostro Paese, dove nel 2023 quasi 6 italiani su 10 (9,6 milioni circa) hanno svolto un viaggio con motivazione primaria l’enogastronomia; un valore cresciuto di ben 37 punti percentuali dal 2016. Questa ricerca di esperienze non riguarda solo questi viaggiatori, ma interessa tutti i turisti del Belpaese: oltre il 70% ne ha svolto almeno cinque nel corso dei viaggi più recenti (+25% sul 2021). Queste tendenze si riflettono anche sulle declinazioni turistiche specifiche come l’enoturismo, rispetto a cui si denota una crescente attenzione non solo per l’attenzione alla sostenibilità delle aziende, ma anche per la dimensione sociale con la preferenza per quelle aziende produttrici che hanno in essere attività e progetti di sostegno alla comunità locale. La cantina è vista inoltre come il punto di partenza per vivere gli spazi aperti tra tour a piedi o in bici e trekking. Immersioni nella natura così come corsi di yoga e pilates o lezioni di arte o musica nei vigneti sono sempre più ricercati sia dagli enoturisti più esperti sia anche da chi vuole unire il semplice interesse per il vino ad altre passioni. Le cantine possono inoltre diventare interessanti ed esclusive soluzioni di pernottamento - si pensi ad esempio al wine glamping - come anche spazi in cui lavorare e svolgere meeting ed attività aziendali nella piacevolezza dei paesaggi rurali.
Dai dati a disposizione fino a ottobre 2023 emerge una Denominazione solida soprattutto nel suo rapporto con il mercato. Nonostante questo, è urgente nell’immediato futuro, impegnarsi per implementare tutti i progetti e i processi volti alla creazione di valore. Occorrerà lavorare per consolidare il posizionamento del prodotto sul mercato e nella percezione dei consumatori. Senza dimenticare che la natura distrettuale della Denominazione sarà ancora una volta un punto di forza su cui fare leva così come potrà essere di aiuto per un coordinamento degli approvvigionamenti dei principali fattori di produzione.

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