Bene alla riduzione del numero di “controllori” in cantina (nel 2008, 21 enti potevano arrivare per verifiche), al lavoro avviato dal Ministero delle Politiche Agricole per arrivare ad avere dati certi sulla produzione di vini Dop e Igp, fondamentale per pianificare il futuro. Un applauso alle istituzioni che stanno conducendo la battaglia contro la liberalizzazione dei diritti di impianto, così come al riordino degli istituti di formazione enologica, ridotti nel numero migliorati in qualità. Ecco le “good news” per il mondo del vino sottolineate da Giancarlo Prevarin, presidente Assoenologi, nell’apertura del congresso nazionale n. 67 (3-7 giugno, sulla nave Costa Atlantica nel Mediterraneo).
Ma, se tra le note positive, c’è anche il fatto che “le cantine vinicole dell’Emilia Romagna non abbiano subito grandi danni dal terremoto”, come ha ricordato il presidente di Confagricoltura Mario Guidi, il bicchiere per il vino è anche mezzo vuoto: “a partire dal mancato accordo tra Ministero e Conferenza Stato-Regioni, per esempio, sul tema dei controlli o sul decreto sulle Commissioni di degustazione - ha aggiunto Prevarin - che ha avuto una gestazione di 18 mesi e poi di altri 4 solo per cambiare la data di entrata in vigore”. Tra le dolenti note anche il fatto che, sulla stessa materia, vengano assunti provvedimenti a livello locale in modi e tempi completamenti diversi, dovuto anche all’interpretazione troppo eterogenea di alcune norme a livello nazionale. E ancora il fatto che gli enti di controllo non agiscano in maniera univoca in tutta Italia, con differenze di “modus operandi” in ogni Regione, senza contare le semplificazioni che stentano a partire, come quelle sullo schedario vinicolo, e poi l’annoso problema dei ricarichi sui prezzi nei ristoranti, “spesso anche 5 volte il prezzo di partenza che fanno male tanto al consumatore, che compra meno, che alle cantine, che in Italia vendono meno”.
Tutti temi sui quali Assoenologi può e deve dare il suo contributo, anche in termini di idee, alle istituzioni per ispirarne le politiche, come hanno ricordato il Ministro delle Politiche Agricole Mario Catania e il Presidente della Commissione Agricoltura Paolo de Castro, rivendicando quel ruolo che è già stato fondamentale anche per raggiungere gli straordinari risultati dell’export nel 2011, con il record di 4,4 miliardi di euro dovuto alla grande crescita qualitativa resa possibile anche dalla ricerca e dal lavoro degli enologi.
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