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CONTINUA LA BATTAGLIA DELL’EXPORT DI VINI FRANCESI IN CINA. DOPO LA SCONFITTA DEL GRUPPO BORDOLESE CASTEL CONTRO LA SHANGAI BANTI WINE COMPANY, QUESTA VOLTA E’ LA FRANCIA A VINCERE “LA GUERRA DEI MARCHI”, CON CHATEAU AUSONE E BARRIERES FRERES

Continua la battaglia dell’export di vini francesi in Cina: dopo un primo colpo inferto al gruppo bordolese Castel dalla Shangai Banti Wine Company: una multa di 5 milioni di dollari, ritiro del marchio “Ka Si Te” e pubbliche scuse, la Francia si riprende una bella rivincita con il Saint Emilion Premier Grand Cru Classé Chateau Ausone e il Bordeaux Barriere Freres (di proprietà di Castel Freres e Suntory). Lo Chateau Ausone ha, infatti, vinto la causa contro un marchio cinese che aveva tentato di registrare, nel maggio di quest’anno, un ideogramma che tradotto significava Ausone.
Lo stesso è successo per Barrieres Freres e il marchio Gran Bateau. Il logo della nave è di proprietà francese anche in Cina. Decisione irremovibile da parte del Chinese Trademark Office (Cto).
“L’abuso dei diritti di marchio, in Cina, è un fenomeno cresciuto in modo esponenziale in questi ultimi anni”, come dichiara a Decanter.com, Céline Baillet dello studio legale Inlex. Secondo gli esperti di trademark, i costi di registrazioni di un marchio in Cina si aggirano intorno a 1.000 euro per 10 anni di protezione, e tra 8.000 e 30.000 euro per comprare nuovamente un marchio da un brand-squatter.

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