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COOPERAZIONE VINICOLA, OVVERO PIÙ DEL 50% DEL VINO ITALIANO PRODOTTO OGNI ANNO. LO STATO DELL’ARTE DEL SETTORE DI SCENA IL 17-18 OTTOBRE A PORDENONE NELL’ASSEMBLEA FEDAGRI-CONFOCOOPERATIVO. E INTATO IL COLOSSO CAVIT CHIUDE IL BILANCIO IN CRESCITA

Parlare di cooperazione, nel panorama del vino italiano, vuol dire parlare di un modello produttivo che da vita ad oltre il 50% del nettare di bacco del Belpaese (in media 27 milioni di ettolitri all’anno), con 190.000 soci viticoltori e 3,8 miliardi di euro di valore della produzione. A fare il punto della situazione su questo universo, il 17 e 18 ottobre, a Pordenone, sarà l’assemblea nazionale del settore vino di Fedagri-Confcooperative, che rappresenta il 70% della cooperazione enoica nazionale, dove si parlerà, tra l’altro, de “la marca commerciale nel vino: nuove opportunità per la cooperazione nel mercato europeo” e de “la sperimentazione sugli ibridi per un’innovazione in viticoltura sempre più rispettosa dell’ambiente”, ai Vivai Cooperativi Rauscedo (info: www.fedagri.confcooperative.it).
E proprio in questi giorni, una delle realtà più importanti della cooperazione e del vino italiano in generale, il colosso trentino Cavit, ha approvato il bilancio di esercizio 2011-2012, con dai incoraggianti: fatturato su dell’1%, a 153 milioni di euro, con un utile netto che, sull’esercizio precedente, passa da 1,3 a 3,4 milioni di euro.
Con un’esposizione debitoria continua che continua a scendere (da 18,5 a 13,3 milioni di euro). “I risultati sono tanto più significativi - ha sottolineato la Cavit - se contestualizzati nella congiuntura economica attuale e valutati come il frutto di una coerenza di strategia e costanza di focalizzazione sugli asset dell’azienda”. L’assemblea dei soci ha anche votato per il rinnovo dei suoi vertici: confermato alla presidenza Adriano Orsi, e confermati all’unanimità anche il Cda ed il Collegio dei sindaci.

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