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COORDINAMENTO, COMUNICAZIONE E DIALOGO: QUESTO IL “DICTAT” DA CUI IL VINO ITALIANO DEVE RICOMINCIARE PER GIOCARE UN RUOLO DI PRIMO PIANO IN CINA, SECONDO ISTITUZIONI ED IMPORTATORI RIUNITI, A CHENGDU, DA VINITALY INTERNATIONAL

Coordinamento, comunicazione e dialogo: questo il “dictat” da cui il vino italiano deve ricominciare per giocare un ruolo di primo piano in Cina, emerso dalla tavola rotonda con gli importatori di vino italiano e le più importanti istituzioni del nostro Paese presenti sul territorio del gigante asiatico, promossa da Vinitaly International, a Chengdu per il “China Food & Drinks Fair”, rassegna cuore del mercato cinese, del quale l’Italia è il quinto esportatore, con una tavola rotonda (www.vinitalytour.com). Oggi, la quota di mercato del nostro vino nel gigante asiatico è attorno al 6%. Siamo nettamente indietro ai francesi, ma la possibilità di passare in doppia cifra non sembra affatto però impresa impossibile.
“Il problema”, spiega l’ambasciatore Bradanini, “è che l’Italia in Cina non è vista come uno dei Paesi del vino. Siamo conosciuti per la moda, per il turismo ma quando si parla di vino i cinesi automaticamente pensano alla Francia”. “Dobbiamo cominciare a creare un’immagine del vino italiano”, afferma Vinicio Eminenti di Vm Fines, “Siamo ancora troppo indietro in questo”. “Sono tante, troppe le iniziative, le collettive, tutte separate e senza alcuna regia - dice Roberto Rossi di Amore Wines - dobbiamo fare in modo che la conoscenza del vino italiano sia allo stesso livello di quello francese”. “L’ambasciata, auspicano gli importatori, con il supporto di Vinitaly può segnare veramente la svolta - dichiara invece Giordano Zizzi di Venas Vinus - qui a Chengdu siamo uniti finalmente e possiamo fare la differenza”.
Indicazioni importanti, rivolte ai produttori, a chi si occupa di promozione, ma anche alle istituzioni, visto che tra i partecipanti, oltre all’ambasciatore Bradanini, c’erano il primo consigliere economico dell’ambasciata Augusto Massari, il console generale di Chongqing Sergio Maffettone e due rappresentanti della Camera di Commercio Italiana in Cina, Angelo Morano e Antonella Sciarra. Ma quali saranno quindi le prossime tappe concrete? Il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovani e la managing director di Vinitaly International Stevie Kim, hanno proposto due iniziative, i cui risultati si potranno vedere da qui a breve: una online con la nascita di un gruppo Wechat (l’applicazione social media più popolare in Cina) che unisca tutti gli importatori dal punto di vista di maggiori informazioni) e la pagina Weibo (il Facebook cinese) di Vinitaly International come collettore delle iniziative del vino italiano in Cina. L’altra iniziativa sarà rappresentata da Sial Cina, di scena a Shanghai dal 13 al 15 maggio, dove Vinitaly avrà uno spazio dedicato alle masterclass e vedrà il coinvolgimento a pieno degli importatori. Piccoli passi ma che vanno in un’unica direzione: crescere la conoscenza del vino italiano, condicio sine qua non per arrivare a vendere sempre più il nostro vino in Cina.

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