“La cuvée (che deriva dal latino “cupa”, coppa, è scritto tutto il fascino di un metodo di produzione che fa della scelta il suo principale motivo di successo; la cuvée è l’arte di scegliere e poi concentrare in un solo “recipiente”, in un solo risultato, le specificità riscontrate in differenti componenti, con l’obiettivo di raggiungere una qualità finale che sia superiore alla somma delle sue parti, ndr) è frutto di due fattori, la conoscenza e quindi la tecnica, da una parte, ed il gusto personale, il fattore umano dall’altra. Solo quando si verifica un’integrazione tra di essi, un territorio vocato è in grado di crescere e raggiungere la sua massima epsressione”.
E’ questa la convergenza dell’incontro-sfida, moderata dal vice direttore del Gambero Rosso Danile Cernilli e da Giacomo Mojoli di Slow Wine, realizzata alla Contadi Castaldi, una delle aziende leader della Franciacorta.
Ma, ad Adro, più che di teoria, la tecnica dell’assemblaggio - il metodo che ha fatto storia nel mondo del vino - lo si è fatto davvero, non solo a parole. Lo scambio di vedute è avvenuto sul campo, con la concreta realizzazione di una cuvée a partire da 6 vini-base in purezza, scelti da Contadi Castaldi tra i più rappresentativi delle 50 e più variabili che costituiscono il patrimonio enologico dell’azienda.
Su questo procedimento si sono cimentate 14 squadre, composte da operatori della filiera enologica (sommelier, ristoratori, enotecari e giornalisti): “Professionisti della degustazione” - li ha definiti Daniele Cernilli - “spesso chiamati a giudicare l’operato dei produttori, ma raramente coinvolti direttamente nelle fasi operative dell’assemblaggio, che costituiscono uno dei segreti di cantina più gelosamente custoditi da produttori ed enologi“. Tra di loro, i produttori Stefano e Giuseppe Inama, Elio Altare, Stefano Moccagatta (Villa Sparina), Guido Serio (San Fabiano in Calcinaia), Hans Terzer della Cantina Produttori San Michele Appiano, Alessia Antinori, Armando Parusso, Nadia Zenato, Sabatino Di Properzio dell’azienda Fattoria La Valentina, Sergio Navacchia (Tremonti); gli enologi Mattia Vezzola, Roberto Cipresso, Bruno Rocca, Marco Zani e Marco De Biasi. Tra i ristoratori e gli enotecari: Ernesto Iaccarino del Don Alfonso 1890, Herbert Hintner, presidente Jeunes Restaurateurs d’Europe, Davide Brovelli del Sole di Ranco, Stefano Cerveni delle Due Colombe. La valutazione delle cuvée vincitrici è avvenuta tramite un blind tasting (valutazione alla cieca) affidato alle squadre stesse e ad una squadra giudicatrice non partecipante al gioco. La cuvée selezionata sarà prodotta da Contadi Castaldi in tiratura limitata.
Per la Contadi Castaldi, questa iniziativa è uno strumento prezioso e immediato per rilevare il gusto e le preferenze dei consumatori: “un dialogo importante - sottolinea il dottor Falcetti - spesso sottovalutato nel mondo enologico. Attraverso questo incontro, infatti, diventiamo osservatori privilegiati delle preferenze e delle attitudini gustative dei nostri primi clienti che sono i sommelier, i ristoratori e gli enotecari, ovvero tutta quella importante fascia di mercato chiamata a giudicare il vino e a consigliarlo al consumatore finale. Un patrimonio di idee e sensazioni che avvalora e stimola l’operato della nostra équipe tecnica”.
La curiosità: Brede, la squadra prima classificata
La squadra era così composta:
Piero Bonomi, enologo
Anna Maria Botticelli, giornalista
Francesca Moretti, produttore
Pino Capozzi, giornalista
Stefano Mugelli, sommelier
W. Gregor Pazurek, giornalista
Benoît Tarlant, produttore
Fausto Campostrini, responsabile tecnico Consorzio di Franciacorta
Nicolò Regazzoni, giornalista
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