Sono sempre di più gli annunci che compaiono nelle pubblicazioni immobiliari. Vendesi "proprietà viticola di 25 ettari, con casa in pietra...", oppure vendesi "proprietà viticola, vigna merlot e cabernet, casa antica...". Sono tutti in vendita nel territorio di Bordeaux e del suo famoso vino, la cui crisi sta trascinando al ribasso i prezzi delle tenute agricole. Così, nel territorio dell'Entre-Duex-Mers, a sud ovest della citta, l'ettaro che nel 2002 si negoziava a 42.000 euro, ora è liquidato a 18.000 euro. Vino caro, che non si vende come più come prima all'estero, che i francesi consumano di meno, spinge sempre più piccoli proprietari a mettere sul mercato i propri gioielli di una volta.
Le grandi tenute, invece - in mano a gruppi industriali, compagnie d'assicurazione o farmaceutiche - sembrano non risentire della situazione. "Ci sono stati anni splendidi - dice a Liberation, Claude Renaud, viticoltore ed agente immobiliare - all'epoca in cui il vino era in espansione e si vendeva bene. Ora le cose sono cambiate, e non scommetterei molto sulla viticoltura in Francia. Le banche non prestano denaro facilmente".
Possedimenti agricoli, tenute in vendita, ma gli acquirenti si fanno desiderare, perché non vogliono buttare via soldi. Renaud ha nel suo portafoglio immobiliare una cinquantina di proprietà da vendere, contro le sette o otto all'anno, di qualche tempo fa. Si tratta essenzialmente di proprietà a conduzione familiare, dai 10 ai 30 ettari di vigne, costrette nel 70% dei casi a vendere per difficoltà finanziarie e commerciali. Molti dei viticoltori in crisi cercano anche di farsi passare dal comune il terreno da agricolo ad edificabile.
A subentrare allo sfiduciato imprenditore agricolo del Bordeaux si fanno avanti ex piccoli industriali, dirigenti d'impresa, consulenti internazionali, professionisti. "Hanno una cinquantina d'anni - dice Renaud - sono stanchi della vita che hanno condotto fino ad allora, hanno un capitale di qualche centinaia di migliaia d' euro da investire".
Vicino a Langon, a sud di Bordeaux, è stato venduto l' anno scorso il castello Malromé, famoso per le sue vigne ed anche perché l'estate vi arrivava a dipingere l' impressionista Toulouse-Lautrec. Che qui morì nel 1901. Chi l'ha comprato - ma il giovane direttore del Malromé, Charles Traonouez, non ne ha svelato né il nome, né il prezzo, indicando solo una forchetta dai due ai cinque milioni di euro - pensa di "'associare la qualità del vino alla fama di Toulouse-Lautrec, per creare una marca ben identificata". Ma questa èuna nuova strada più industriale, con più marketing, per il vecchio Bordeaux.
"Il problema - osserva - è che in questo contesto di crisi tutto il territorio del Bordeaux frena gli investimenti. Mentre sarebbe il momento di rilanciare, di investire".
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