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CRISI O NON CRISI, IL MADE IN ITALY DI QUALITÀ PUÒ CRESCERE ANCORA ALL’ESTERO. A PATTO DI SUPERARE OSTACOLI STRUTTURALI COME LA SCARSA PROPENSIONE AL MARKETING, E MINACCE COME LA CONTRAFFAZIONE. COSÌ COMITATO LEONARDO & SANTA MAGHERITA

Le aziende agroalimentari italiane hanno enormi potenzialità di sviluppo all’estero. Il consuntivo 2011 registra una quota export pari a 23 miliardi di euro, in aumento del 10% sul 2010. Ma ancora tanto si può fare se si considera che il 70% totale delle esportazioni sono concentrate in soli 10 paesi e che il 64% del totale è destinato all’Ue. Ecco i dati più significativi presentati dal Professor Massimiliano Bruni (Sda Bocconi di Milano) al convegno “Coltivare successi sui mercati mondiali: una roadmap per l’agroalimentare italiano”, di scena ad Erbusco (Brescia) e promosso dal Comitato Leonardo, in collaborazione con il gruppo vinicolo Santa Margherita, nell’“Incontro con il Territorio” n. 6.
Come sottolineato dallo studio presentato dal professor Bruni, per quanto esistano ostacoli e minacce - sottodimensionamento, mancanza di orientamento al marketing e al branding, eccessivo localismo - lo scenario internazionale offre interessanti e significative opportunità di espansione ed appare come la principale e più immediata via di sviluppo delle imprese italiane del settore. È necessario, però, superare i limiti che caratterizzano e penalizzano il sistema nazionale, per fare pienamente leva sui punti di forza esistenti, dall’eccellenza dei prodotti alla capacità di innovazione e flessibilità, sino alle riconosciute qualità del gusto italiano incarnate nella dieta mediterranea. Un impegno che deve riguardare sia le istituzioni, che devono riconoscere reale centralità al settore nelle politiche di sostegno e di sviluppo per le aziende, ma anche il sistema imprenditoriale chiamato a dare vita a una nuova strategia di crescita all’estero.
“Il confronto di oggi, le storie di successo e la relazione del professore Bruni - commenta Luisa Todini, presidente del Comitato Leonardo - dimostrano che si può continuare a crescere anche nelle fasi di crisi, guardando alle opportunità fuori dai confini nazionali ed europei. Dobbiamo riflettere sulla vitalità e il dinamismo dei paesi asiatici, Cina in testa, così come di Brasile e Messico in America Latina, dei Paesi della sponda Sud ed Est del Mediterraneo. E consolidare i grandi progressi degli ultimi anni nell’arrivare ai consumatori russi, particolarmente attratti dalle produzioni tradizionali del nostro Made in Italy, ancor più favorite in prospettiva dall’ingresso della Russia nel Wto. Ma per sfruttare al meglio le opportunità bisogna “fare sistema”, attraverso le reti, i consorzi ed i distretti. È una soluzione premiante che va oltre la logica individualista e aiuta a superare il vincolo dimensionale e culturale tipico delle aziende italiane, che imbriglia le imprese non permettendogli di avere forza e massa critica sufficiente per affermarsi sui mercati esteri”.
“La qualità dell’agroalimentare italiano, abbinata alla fantasia e alla convenienza, si dimostra vincente - commenta Gaetano Marzotto - la civiltà enogastronomica italiana si trasforma in vini e cibi che anticipano i desideri dei consumatori internazionali, affascinati dai nostri deliziosi prodotti, ma anche dai territori con ville e castelli incantevoli, con vigne e culture di sapienza antica, dalla convivialità dei nostri ristoranti e trattorie. La missione del gruppo vinicolo Santa Margherita riassume tutti questi valori del made in Italy puntando sulla qualità e sull’eccellenza dei suoi vini dal Cuvée Prestige Ca’ del Bosco in Franciacorta al Pinot Grigio Santa Margherita in Alto Adige”.
L’appuntamento è stato anche l’occasione per analizzare più a fondo le minacce che le aziende agroalimentari devono affrontare e che vede nella crescita di nuovi competitors internazionali, nella contraffazione e nell’“italian sounding”, nell’andamento del prezzo delle materie prime, gli aspetti più problematici cui si vanno ad aggiungere il calo della domanda interna e la crescente attenzione al prezzo da parte dei clienti. Aspetti che possono e devono essere controbilanciati attraverso l’espansione nei nuovi mercati in crescita, ma anche con il miglioramento dei sistemi di trasporto e stoccaggio (con l’Italia sconta il fatto di non avere un grande player nella distribuzione a livello internazionale) e con la progressiva riduzione delle barriere al commercio internazionale.

Focus - Il Comitato Leonardo
Il Comitato Leonardo (www.comitatoleonardo.it) è nato nel 1993 su iniziativa comune del Sen. Sergio Pininfarina e del Senatore Gianni Agnelli, di Confindustria, dell’Istituto Nazionale per il Commercio Estero (Ice) e di un gruppo d’imprenditori con l’obiettivo di promuovere e affermare la “Qualità Italia” nel mondo. Oggi associa 150 personalità tra imprenditori, artisti, scienziati e uomini di cultura, avvalendosi del patrocinio e della collaborazione degli Organi Istituzionali preposti alla promozione delle aziende italiane all’estero. Il Comitato Leonardo non vuol essere solo una mera vetrina per valorizzare il Made in Italy, ma si propone con un ruolo attivo attraverso svariate iniziative, tra cui la concessione di borse di studio a laureandi su temi legati al made in Italy.

Focus - Santa Margherita Gruppo Vinicolo
Con un fatturato di 91,3 milioni di euro di cui più del 60% realizzato all’estero, il gruppo vinicolo Santa Margherita si esprime oggi con un mosaico enologico che coinvolge alcuni dei principali distretti vitivinicoli italiani: la Franciacorta con Ca’ del Bosco, l’Alto Adige con Kettmeir, il Trentino Alto Adige, il Veneto Orientale, il Prosecco con Santa Margherita e Torresella, il Chianti Classico con Lamole di Lamole e Vistarenni, la Maremma con Tenuta Sassoregale e la Sicilia con Terrelìade. Sintesi dei risultati 2011: volumi, 16,2 milioni di bottiglie; mercati di esportazione: 85; primi 5 mercati esteri pari all’85% (in ordine), Usa, Canada, Germania, Regno Unito, Giappone.

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