Dal mercato Usa, il punto di riferimento per l'export del vin italiano, nel 2018 è arrivato un segnale chiaro: i consumi reggono, la spesa media cresce, ma la competizione aumenta, e si fa sempre più difficile farsi largo e difendere i propri spazi. Persino per uno storico big dell'importazione e della distribuzione come Banfi Vintners, che dopo la “separazione”, consensuale, da Cantine Riunite-Giv, un sodalizio durato 52 anni, guarda al futuro puntando sul segmento più redditizio, quello delle etichette premium, non a caso cuore pulsante del ramo produttivo del gruppo italo americano, la Castello Banfi, che nel territorio del Brunello di Montalcino conta su più di 900 ettari vitati.
Tornando allo stato dell'arte del mercato statunitense attuale, come racconta a WineNews la Ceo di Banfi Vintners, Cristina Mariani-May, “da una parte ci sono sempre più etichette, provenienti da ogni angolo del mondo, dall'altra sempre meno player tra importatori e distributori (che da anni tendono a fondersi e controllare fette di mercato sempre più grandi, ndr), su un modello che ricorda molto quello inglese, compresa la nascita di un consistente numero di private label. Così, si fa sempre più difficile far conoscere i propri marchi al grande pubblico, e diventa importante - spiega Cristina Mariani-May - la partnership con la rete di vendita, ma anche avere marchi autentici, capaci di comunicare le storie e la sostenibilità e, naturalmente, avere vini di alta qualità. I vini sotto i 10 dollari soffrono molto, sopra quella fascia crescono di più, quindi c’è sicuramente un movimento verso una maggiore qualità e prezzi più alti, ed anche la nostra strategia, come Banfi Usa, segue questa tendenza, focalizzando l’attenzione su quel segmento. Ovviamente - aggiunge la Ceo di Banfi Vintners - sarà fondamentale il supporto della giusta comunicazione, usando messaggi giusti per raccontare la nostra storia, anche attraverso i social media, in modo che i consumatori possano capire il valore del nostro marchio”.
In questo panorama, c'è ovviamente una certa curiosità sulle prossime mosse del gruppo Banfi Oltreoceano, con diverse strade da poter imboccare, dalla fusione all’ampliamento del portfolio, sia con etichette italiane che con etichette di altri Paesi. A tal proposito, riprende Cristina Mariani-May, “la Banfi ha di fronte a sé un futuro luminoso, In questo momento guardiamo al passo successivo, con Banfi Vintners che sarà focalizzata su un portafoglio di fine wines. È un passaggio a suo modo eccitante, abbiamo deciso di comune accordo, con Riunite e GIV, che era arrivato il momento di seguire direzioni diverse, e adesso siamo molto occupati e concentrati sui prossimi step della nostra strategia, che al momento ruota intorno ai marchi di prezzo più alto. Nel futuro immediato, stiamo ancora valutando che strada intraprendere, se accogliere un partner Usa, che è una possibilità, o se restare indipendenti ed ampliare il numero dei marchi in portfolio”.
Insomma, c’è ancora da riflettere, almeno per qualche altro mese, prima di decidere la prossima mossa. “È un momento di passaggio - riprende la Ceo di Banfi Vintners - che non durerà molto, ma non sempre si può prevedere tutto con precisione, di certo il prossimo anno arriveranno dei cambiamenti. Stiamo studiando le diverse opportunità, sono tutte sul tavolo, Banfi è un’azienda forte, la cui importanza come importatore e distributore è riconosciuta in tutto il mondo. Ora si tratta di valutare le opportunità che si presenteranno di inserire altri vini italiani in portfolio, ed anche come mantenere l’offerta in equilibrio con etichette da altri Paesi, un aspetto molto importante sul mercato degli stati Uniti”.
Non solo dinamiche commerciali, però, perché l’aspetto produttivo resta altrettanto fondamentale, ed anche tra i filari passa la crescita. “Per quanto riguarda la possibilità di acquisire nuove aziende, nel futuro c’è sempre la possibilità, ma non al momento, perché abbiamo altre priorità. Però le potenzialità per investire, crescere ed espanderci ancora ci sono e il futuro - rassicura Cristina Mariani-May - da questo punto di vista è brillante. Oggi, però, vogliamo focalizzarci su Castello Banfi, un brand globale, e su quello che rappresenta”.
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