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CULTURA & AGRICOLTURA NELL’AGENDA DEL GOVERNO! TUTTI LO RIBADISCONO IN VISTA DI NUOVE ELEZIONI E ORA IL FAI-FONDO AMBIENTE ITALIANO HA INSERITO L’AGRICOLTURA TRA LE PRIORITÀ PER IL FUTURO PREMIER CHE TUTTI POSSONO VOTARE ALLE “PRIMARIE DELLA CULTURA”

Tutti lo ribadiscono, come spesso, per fortuna, succede in vista di nuove elezioni, lo abbiamo fatto anche noi, ed altri lo faranno da qui al 24-25 febbraio, ora che ci sono anche i dati sul peso del settore nell’anno appena trascorso: chiedere per l’agricoltura italiana l’attenzione che merita da parte del prossimo Governo, con l’agroalimentare che ha chiuso il 2012 con il record dell’export di oltre 31 miliardi di euro in valore (dati Coldiretti), senza considerare occupazione ed indotto, turismo in primis, ma anche con il più pesante calo dei consumi interni dal dopoguerra. Per dar ancora più voce a questa richiesta, i Giovani del Fai-Fondo ambiente italiano hanno pensato di inserire anche l’agricoltura ed i suoi argomenti più discussi nelle loro “Primarie della Cultura”: 15 priorità per cultura, paesaggio e ambiente per chi si candida alla guida del Paese, che tutti possono votare (fino al 28 gennaio e con “testimonial” Giotto, Dante, Leonardo, Verdi e Fellini; www.primariedellacultura.it), dove trovano spazio anche “Chi tocca il suolo muore: stop al consumo del paesaggio” per la revisione delle norme a tutela del paesaggio, più limiti al consumo di suolo, anche per aree non agricole, e sanzioni contro l’abusivismo; “Io non dissesto: piani certi per la sicurezza del territorio” per una strategia nazionale contro il dissesto idrogeologico ed i disastri ambientali attraverso la valorizzazione dei paesaggi agricoli e della loro vocazione produttiva; “Agri-cultura: più lavoro e benessere a km zero” per favorire gli incentivi all’agricoltura, ma anche, una “Legge speciale per il terzo settore che opera nei beni culturali” e il suo riconoscimento con i privati come fondamentali interlocutori per valorizzare, gestire e promuovere il patrimonio storico, artistico e naturalistico, e “Meno Italialand, più Italia: politiche integrate per il turismo” per un’inversione di tendenza sul numero sempre minore di presenze nel turismo in Italia.

Il Fai scende così in campo per ricordare ai partiti “un’emergenza da troppi anni dimenticata” e dare loro indicazioni concrete su come muoversi. Perché nei programmi elettorali, sottolinea la presidente Fai Ilaria Borletti Buitoni, “nessun partito spiega come invertire una rotta che ha portato al disastro dei nostri beni culturali”. E poi “basta Porcellum, bisogna ridare voce agli italiani”, insiste il Fondo per l’ambiente, e “se i cittadini non possono scegliere i parlamentari - fa notare la presidente - possono però scegliere proposte concrete che poi i candidati possono fare proprie”. Da qui l’idea, partita dai Gruppi Giovani del Fai, di coinvolgere gli italiani e farli votare sulle priorità per cultura, paesaggio, ambiente: 15 i temi su cui si può scegliere (ogni votante può indicarne tre), dove accanto alla necessità di garantire al settore almeno l’1% dei soldi pubblici e una nuova riforma per il Ministero dei Beni Culturali (Mibac 2.0), vi è anche la revisione delle norme che regolano il consumo di suolo, 75 ettari al giorno in Italia, con le città che, dal 1991 al 2001 (dati dell’Agenzia Ambientale Europea), pur registrando una stabilità demografica, continuano a crescere di 8.500 ettari l’anno e nei prossimi 20 la superficie occupata dalle aree urbane crescerà di circa 600.000 ettari.

Ma tra le priorità da indicare al futuro Premier, c’è anche la richiesta di piani certi per contrastare i disastri ambientali e garantire la sicurezza del territorio (in Italia circa il 70% dei Comuni è interessato da movimenti franosi per una superficie di 19.000 metri quadrati), anche attraverso i suoli coltivati che, per le loro caratteristiche di permeabilità e porosità, riducono l’erosione idro-meteorica, cioè riducono la possibilità di esondazioni nel caso di piogge intense. L’agricoltura svolge dunque un’importantissima funzione di presidio ambientale e paesaggistico oltre a garantire la produzione di beni pubblici fondamentali quali la sicurezza alimentare, la tutela della biodiversità e delle risorse naturali e lo sviluppo del turismo di qualità.

Altro tema, gli incentivi all’agricoltura come fonte, appunto, di cibo, lavoro, cura del paesaggio e territorio, sviluppando l’agricoltura a km 0, che significa anche acquisti sostenibili e prodotti freschi nazionali e localif. Il modello aziendale che più riesce a contrastare la crisi del settore sono le aziende più innovative, legate a modelli multifunzionali, vicini ai principi della sostenibilità ambientale, capaci di garantire efficienza economica, equità sociale, tutela e valorizzazione delle risorse naturali e del paesaggio. Per questo, secondo il Fai, occorre promuovere e sostenere le imprese agricole multifunzionali, ad alta intensità di lavoro, riavvicinare le nuove generazioni a queste attività e rilanciare il settore in una nuova chiave legata alla sostenibilità ambientale, alla salute alla valorizzazione dell’agricoltura di vicinato. Inoltre, da qualche anno il cosiddetto made in Italy agroalimentare, sta mostrando tutte le sue potenzialità come componente robusta e dinamica delle nostre esportazioni.

Per quanto riguarda poi la richiesta di una legge speciale per il terzo settore, spiega il Fai, non esiste una legge per il no profit in Italia e l’apertura ai privati è burocraticamente ostacolante e demotivante. Per questo è necessario individuare i privati con i requisiti adatti per essere partners seri dello Stato e stabilire regole condivise che favoriscano l’entrata in campo di soggetti privati che possano garantire la corretta gestione dei beni culturali pubblici anteponendo gli interessi della collettività. Infine, si chiede il Fondo, “perché andiamo indietro come presenza nel turismo quando abbiamo il Paese più bello del mondo? Ha fatto bene l’Italia ad abolire il Ministero per il Turismo attribuendo competenze in materia alle regioni? E’ necessaria una programmazione coordinata a medio termine tra Ministero dello Sviluppo, del Turismo e dei Beni Culturali insieme agli Enti Locali che riporti il nostro Paese tra i primi in numero di visitatori: infrastrutture, sostegno alla cultura e ai beni culturali, promozione, il grande progetto per il rilancio del nostro turismo culturale attraverso anche la creazione di una grande piattaforma digitale che raggruppi le principali azioni di promozione turistica”.

Dalla politica qualche risposta è già arrivata, almeno dal Pd, con il responsabile Green Economy Ermete Realacci e Manuela Ghizzoni, presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, che si sono schierati con il Fai. La parola ora spetta a noi.

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