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25 DICEMBRE

Da regalare, da mettere in tavola o da esibire: la guida by WineNews ai panettoni del Natale 2025

Torna puntuale la scelta del lievitato che sarà protagonista delle feste. Insieme al pandoro il comparto vale 600 milioni di euro

Se è vero che negli ultimi anni ci sono stati tentativi, più o meno riusciti, di destagionalizzarlo, il panettone rimane, insieme al pandoro, uno dei simboli più amati e riconoscibili del Natale. Declinato in mille varianti - artigianale o industriale, classico o innovativo, scelto nella pasticceria di fiducia o firmato da grandi chef e brand del fashion - torna puntuale, a dicembre, la scelta del lievitato che sarà protagonista sulla tavola natalizia o tra i doni da scambiare con familiari, amici e colleghi. Perchè il panettone rimane, oltre ad un dolce-icona da assaporare, anche uno dei regali più classici e graditi. Ma anche un importante comparto economico: panettone e pandoro insieme valgono 600 milioni di euro, con una produzione di 90.000 tonnellate, secondo i dati di Unione Italiana Food. Positivi i dati dell’export, che vale 113 milioni di euro. Per l’Osservatorio Sigep (salone internazionale dedicato a pasticceria, gelateria, panificazione, cioccolato, caffè e pizza, 16-20 gennaio 2026 a Rimini) “nonostante il minor potere d’acquisto, il dolce resta un rifugio. A ottobre 2025 si è registrato un +28% sui lievitati rispetto all’anno precedente e all’estero i risultati sono straordinari: +28% a Parigi, +40% a New York, +80% a Hong Kong”. L’amore degli italiani per pandoro & panettone è confermato dall’indagine di AstraRicerche per Unione Italiana Food, che esplora il legame emozionale che ci lega ai lievitati da ricorrenza: il 70% degli italiani non rinuncia a nessuno dei due. Ma quando si tratta di scegliere tra una fetta di pandoro o di panettone, la bilancia pende leggermente in favore del pandoro (52,6%) contro il panettone (47,4%). Lo scorso Natale il 41,3% degli intervistati ha degustato il proprio dolce preferito tra le 5 e le 8 volte, confermando il forte legame emotivo e culturale.
Ma come orientarsi in un’offerta sempre più ricca e variegata? Ecco la guida di WineNews ai panettoni del Natale 2025, che anche quest’anno si arricchisce di speciali versioni salate e non dimentica un’incursione nel mondo del vino. E proprio dal connubio tra vino, spirits & panettone
partiamo con quello al Vin Santo del Chianti Classico firmato Felsina, in cui l’arte dolciaria incontra il vino: l’impasto, preparato con lievitazione naturale e miele toscano, viene delicatamente bagnato con Vin Santo, etichetta storica da uve Trebbiano, Malvasia e Sangiovese appassite su graticci per mesi. Dopo la pigiatura, il mosto viene trasferito in caratelli sigillati di rovere insieme alla “madre”, una piccola parte di vino derivante delle annate precedenti, dove riposa per ben sette anni.
 La cantina Paladin firma il primo panettone all’Agricanto, una versione totalmente inedita del lievitato, arricchita da una generosa dose del celebre liquore veneziano (un blend unico di vino Raboso, grappa fine, succo di ciliegia e mandorle). Alla fine della cottura, dopo il tradizionale raffreddamento “a testa in giù”, il panettone viene arricchito con Agricanto in purezza, che gli conferisce una fragranza intensa e un gusto immediatamente riconoscibile. Il panettone Murrieri’s Bakery per Paololeo, cantina di riferimento del Salento, nasce da un impasto soffice al vino rosso Negroamaro che racchiude golosi frammenti di cioccolato fondente 55% Valrhona, accompagnato da una raffinata sac à poche di ganache al vino Negroamaro Orfeo di Cantine Paololeo.
La cantina veronese Buglioni ha lanciato quest’anno il suo lievitato in edizione limitata e numerata, nato dalla collaborazione con un laboratorio artigianale di Verona: il panettone Narciso prende il nome proprio da “Il Narcisista” Recioto della Valpolicella Classico Docg di Buglioni (vendemmia 2021) utilizzato per creare la gelée che impreziosisce il dolce, arricchito da gocce di cioccolato.
Interessante la novità del panettone tradizionale con vino perpetuoVecchio Samperi firmato Dolce & Gabbana e prodotta da Fiasconaro: il dolce, in una latta da collezione, è venduto accompagnato da un’elegante boccetta in vetro, con nebulizzatore, contenente il Vecchio Samperi, pregiata specialità enologica siciliana da vaporizzare sulle fette. Dalla collaborazione tra LaRoqqa, design boutique hotel nel cuore dell'Argentario, e Monteverro, cantina gioiello della Maremma del sud, nasce il nuovo panettone La Roqqa al vino rosso Monteverro: un classico delle feste reinterpretato con eleganza mediterranea.
Il panettone tradizionale con Grappa Riserva Privata Barricata nasce dall’incontro tra la raffinata esperienza pasticcera di Zaghis, azienda e l’arte della distillazione di Distilleria Bottega: la delicata bagna alla grappa, che lo farcisce, ne connota il carattere unico.
Il Vermouth, uno degli indiscussi protagonisti dell’aperitivo all’italiana, è l’ingrediente a sorpresa dei panettoni Vandalo firmati da Glep Beverages: prodotti in edizione limitata, il panettone Pere, cioccolato e Vermouth e il panettone Classico con arancia, uvetta e Vermouth hanno un packaging graffiante e nascono da ricette studiate a lungo da pastry chef e cuochi di fama internazionale.
Ancora Vermouth, quello di Cocchi, protagonista nel panettone nato dalla collaborazione tra Giulio Cocchi e Albertengo, due grandi firme della tradizione enogastronomica piemontese. La ricetta prevede il Vermouth Cocchi come ingrediente nell’impasto e per la canditura delle scorze di limone e arancia. Insolito pairing quello del panettone artigianale Bonollo Of, che unisce la migliore tradizione pasticcera natalizia alle note inconfondibili della Grappa Of Amarone Barrique.
Chi invece il panettone non lo compra per mangiarlo a casa per colazione, ma per regalarlo o portarlo quando invitato ad uno dei tanti pranzi e cene delle Feste, l’obiettivo è un prodotto che non sia solo buono, ma anche bellissimo da vedere: confezionato in packaging raffinati, in latte da collezione o firmato da grandi marchi della moda o del food. Qui la lista si fa ogni anno più ricca ed elegante con idee destinate agli amanti del design, dell’arte e della creatività in genere.
É firmata Fornasetti la splendida scatola, con il motivo High Fidelity - l’iconico gatto sornione dal manto a scacchiera che riposa accovacciato tra i libri - del panettone di Longoni, mentre è tutta d’oro, con pois neri, la cappelliera di Moschino che racchiude il panettone con glassa gold di Pasticceria Martesana. Il panettone Armani Dolci by Guido Gobino è racchiuso in una splendida valigetta argento che, con la sua texture effetto pelle e i dettagli acciaio degli angoli, richiama i bauli da viaggio: ricoperto di cioccolato fondente 75%, è impreziosito con decorazione e logo “A” in oro. Decisamente instagrammabile la collezione di dolci natalizi Alessandro Enriquez x Caffè di Sicilia 1926, disponibile in esclusiva presso i punti vendita Coin: protagonisti assoluta il panettone “Agrumi Siciliani”, farcito con una delicata crema agli agrumi, ricoperto da una glassa di cioccolato bianco e impreziosito da frutta candita. É racchiuso in una cappelliera illustrata con l’iconica stampa colorata di Alessandro Enriquez. Bellissimo il panettone “vestito” di Horto, che con la direzione artistica di Viviana Volpicella si arricchisce di un abito ricamato creato da una piccola bottega artigiana. Il panettone griffato Roberto Cavalli è prodotto da Olivieri 1882, in una special edition con latta personalizzata dall’iconica stampa Ray of Gold.
Il Maestro Iginio Massari per il Natale 2025 ha puntato su un’operazione di co-marketing con il brand di pelletteria The Bridge: solo 400 esemplari per l’esclusivo cofanetto in pelle che racchiude il suo panettone. Rimane inarrivabile come sempre, dal punto di vista del lusso e dell’esclusività, la proposta di Pasticceria Marchesi 1824 (brand del gruppo Prada): il panettone è racchiuso in una preziosa scatola in velluto con interni in seta jacquard bouquet (venduta sul sito a 850 euro). Un sogno per pochissimi.
Relais & Châteaux festeggia il Natale con i panettoni d’autore realizzati dagli chef e pastry chef degli associati più iconici in Italia: 6 grandi interpreti della cucina italiana firmano il proprio lievitato artigianale, rappresentando il territorio in cui si trovano e spesso aggiungendo un ingrediente speciale, da raccontare. Arriva dal Relais & Châteaux Da Vittorio a Brusaporto (Bergamo) il panettone della famiglia Cerea, con albicocca e Collio Picolit Doc. Al Relais & Châteaux Villa Crespi di Orta San Giulio (Novara) i panettoni artigianali 2025 firmati Antonino Cannavacciuolo vedono tra le novità dell’anno quello con pere, cannella e zenzero e quello integrale cioccolato e frutti rossi. Al Relais & Châteaux Le Calandre a Rubano (Padova) il panettone firmato Alajmo è accompagnato da una sac-à-poche di crema al cioccolato e tartufo bianco, ed è racchiuso in una preziosa latta da collezione che riprende il tessuto della storica Tessitura Bevilacqua di Venezia, che Philippe Starck ha reinterpretato con ironia ed eleganza. Per Il Luogo Aimo e Nadia a Milano gli chef Alessandro Negrini e Fabio Pisani rendono omaggio alla tradizione milanese con una versione classica di panettone e pandoro, racchiusi in eleganti scatole satinate nei toni del blu e del magenta firmate Etro, mentre al Relais & Châteaux Antica Corona Reale a Cervere (Cuneo) il panettone dello Chef Gian Piero Vivalda unisce la tradizione piemontese all’eleganza del Moscato. Infine al Taverna Estia di Brusciano (Napoli) lo chef Francesco Sposito celebra il Sud con il sole, gli agrumi e la generosità mediterranea, creando il panettone Vesuviano con albicocche Pellecchielle.
Il Panettone della Tradizione del famoso chef campano Gennaro Esposito - che può essere acquistato presso il Grand Hotel et de Milan - racconta l’eccellenza dell’arte dolciaria italiana: profumata arancia candita nostrana, uvetta di primissima qualità e il tocco aromatico del miele da apicoltura campana, raro e prezioso, si fondono con le note calde delle bacche di vaniglia Bourbon selezionate. É racchiuso in un packaging ispirato agli interni del Grand Hotel: un’illustrazione raffinata che richiama un antico paravento dell’albergo, trasformando ogni confezione in un oggetto di design natalizio.
E sono ormai una consuetudine i panettoni esclusivi creati da famosi pastry chef: come il nuovissimo “Chantilly Partenopea”, un panettone 100% artigianale firmato da Fabio Tuccillo, tra i finalisti della Coppa del Mondo del Panettone nel 2022 e di Mastro Panettone nel 2024: un tripudio di crema Chantilly e fragoline, ricoperto da una delicata glassa rosa shocking, impastato con Prosecco rosè, che esalta la dolcezza delle fragoline di bosco nelle sue diverse consistenze.
Del resto a Natale 2025 cresce la voglia di panettone artigianale: lo afferma la Federazione internazionale di pasticceria, secondo cui la produzione del panettone artigianale cresce del 5%. In questo comparto il 50% delle vendite è legato al panettone classico, mentre il restante 50% è legato a proposte innovative: gli italiani amano sempre più sperimentare ricette e idee nuove. La Pasticceria Fraccaro, nata nel 1932 a Castelfranco Veneto, vende i suoi panettoni in ben 43 Paesi del mondo: quest’anno propone un insolito panettone alla zucca, nato da un impasto soffice con farina di mandorle e il gusto vellutato della zucca, in un connubio unico di sapori autunnali. La celebre pasticceria siciliana Fiasconaro - che ha appena aperto un pop-up store a New York - per il Natale 2025 ha creato il panettone Ypsigro (che deriva dal greco bizantino e significa “luogo fresco”), a base di gelsi e cioccolato al latte, due elementi apparentemente distanti che qui trovano la loro perfetta armonia.
Per gli amanti del pandoro, l’altro dolce più amato del Natale, si va sul sicuro con quello firmato Perbellini: era il 1872 quando un primo documento ufficiale attesta che Luigi Perbellini lavorava come prestinaio, l’odierno panettiere. Fu lui a trasmettere la passione per questo mestiere al figlio Giovanni Battista, che, dopo viaggi tra Milano e l’Austria per apprendere i segreti della pasticceria, entra nella nota drogheria Melegatti. È questo il luogo di nascita del pandoro che tutti conosciamo oggi. Quello della  Rinomata Offelleria Perbellini viene venduto ancora oggi in un incarto elegante, impreziosito, come avveniva un tempo, da uno spago legato con un tralcio di vite. Arrivano invece dalla Sicilia i pandori firmati Di Stefano da farcire: ci sono quello al pistacchio siciliano e quello alla gianduia, entrambi pronti per essere personalizzati con le creme incluse nella confezione in un pratico sac à poche.
Dalla collaborazione tra Palazzo di Varignana, azienda agricola di oltre 700 ettari sui colli bolognesi, e il maestro pasticciere Luigi Biasetto, nasce il Dolce di Natale, che al posto del burro vede l’olio extravergine d’oliva Vargnano, simbolo della produzione agricola dell’azienda. Tre le versioni, tra cui l’edizione limitata al tè, realizzata con una essenza concentrata di tè Don Carlo (blend di tè nero aromatizzato, a marchio Palazzo di Varignana).
Non mancano poi le versioni per i vegani e per chi soffre di intolleranze: il Dolce di Natale di Italian Green Bakery è un un lievitato che unisce la magia della tradizione con la modernità di una ricetta completamente plant based, priva di latte e uova, pur mantenendo tutta la sofficità e il profumo del panettone classico. Per chi non sa proprio scegliere tra pandoro e panettone la cioccolatiera belga Charlotte Dusart, fondatrice dell’omonima linea di cioccolato e proprietaria della boutique milanese, ha creato due chocolate bar (cioccolatini a forma di barretta) con base cremosa e all’interno veri pezzi di panettone (con uvetta e canditi) e pandoro.
Anche quest’anno si può fare del bene acquistando i panettoni solidali: come quelli di Wamba Ets, con cui si sostengono i progetti a favore delle persone con malattie neuromuscolari e le distrofie muscolari. O come quelli Mission Bambini, onlus che da 25 anni si impegna per garantire educazione e cure a bambini e bambine in difficoltà, in Italia e nel mondo.
Ma il vero focus del 2025 sono i panettoni salati: quelli del super-pizzaiolo Manuel Maiorano parla toscano, ed è a base di pancetta di Cinta Senese, pecorino della Garfagnana e marroni del Mugello glassati. Invece Tommaso Vatti de La Pergola di Radicondoli ha creato il PanSalato Toscano, con i cubetti di Finocchiona Igp, salume riconosciuto con Indicazione Geografica Protetta, al posto dei canditi: si distingue per l’aroma marcato dei semi e fiori di finocchio selvatico integrati nell’impasto insieme a carni suine selezionate. Ideale come antipasto, per aperitivi o in abbinamento a formaggi e verdure di stagione. A confermare il successo di questo trend è anche l’arrivo dei primi panettoni salati nella grande distribuzione: li ha lanciati Motta in due versioni (all’Arrabbiata e alla Mediterranea), e sono sicuramente un ulteriore avanti verso la destagionalizzazione di questo amatissimo prodotto.

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