Si dice sempre che dal wine & food alla moda, simboli del successo del made in Italy nel mondo, il passo è breve. A compierlo, dal Vinitaly a Verona, il più importante evento del mondo del vino, a Pitti Immagine Uomo, la kermesse fiorentina di riferimento del settore, è il Premier Matteo Renzi, perché, ha detto all’inaugurazione del salone oggi a Firenze, “finora il politico che si dedicava alla moda o al design era considerato un ufo, perché erano ritenuti settori di nicchia. Bisogna rovesciare questa visione, bisogna raccontare come la qualità della nostra impresa si colleghi ad un’idea di sviluppo”.
Made in Italy che, a lungo elogiato dal Presidente del Consiglio, nel 2015, come annunciato sempre a Firenze dal vice Ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, sarà al centro del “più grande progetto mai fatto, in termini di risorse economiche (l’ammontare sarà reso noto solo dopo l’approvazione in Consiglio dei Ministri), per la sua promozione. Parte per una struttura per attrarre investimenti, oggi l’Italia è l’unico Paese al mondo che non ce l’ha, e parte per attività di internazionalizzazione con eventi in Italia e road show internazionali per andare a spiegare quali sono le opportunità di investimento”. E per raccontare, finalmente, come augurato da Renzi, in un momento in cui, come dimostrano i continui successi nell’export del made in Italy, il mondo ci “chiede bellezza”, quello “storytelling della capacità italiana mancato finora”. Chi è riuscito a farlo e da decenni si “batte per il made in Italy”, come ha ricordato Caprai, ricevendo il Premio Pitti Immagine Uomo 2014, per una volta non per il vino, ma per Cruciani, il marchio del gruppo “re” del cashmire e dei braccialetti in macramé must have del luxury pop internazionale, diffuso in tutto il mondo, da New York a Dubai, oggi raccoglie i frutti di un successo internazionale in termini di notorietà e fatturato per esser sinonimo nel mondo di alta qualità made in Italy.
Il Premier Matteo Renzi ha invitato gli imprenditori a raccontare la storia della loro tradizione, “perché il mondo che sta a guardare l’Italia s’innamori delle nostre produzioni: vi auguro di essere capaci di raccontare l’insieme di emozioni per rimettere in moto l’economia di questo Paese. E’ mancato lo storytelling della capacità italiana. Raccontiamo sempre che in Italia va sempre tutto male, siamo i peggiori direttori commerciali di noi stessi”. Anche perché, ha detto il Presidente del Consiglio, guardando all’export, ed ai successi continui del made in Italy, “il momento più bello deve ancora venire: il mondo fuori di qui chiede bellezza e noi che siamo abituati a vedere il bello in ogni momento della nostra vita non ce ne rendiamo conto. Usciamo dalle frontiere dell’Italia e troviamo una fame del bello e dell’Italia che noi talvolta sottovalutiamo nelle polemiche interne. Negli ultimi giorni i quotidiani sono pieni soltanto della parte negativa dell’Expo. Bisogna intervenire anche sulla parte positiva. L’Expo è vista come una gigantesca vetrina, un’opportunità per l’Italia, per chi vende l’Italia senza svendere l’Italia”. Ma, di certo, proprio nel vendere made in Italy di qualità, un imprenditore, non può far tutto da solo, e da qui, l’appello del Premier al sistema bancario sul credito alle imprese, specie medie e piccole, in tutti i settori: “chiediamo di far girare i denari che arrivano dall’Europa e dare respiro alle imprese”.
E, visti i tempi, sempre in termini di risorse, il vice Ministro Calenda ha annunciato anche che il prossimo anno “il Governo italiano selezionerà 15 eventi fieristici di grande importanza mondiale, come l’oro di Vicenza, le macchine, e costruirà su questi lo stesso investimento fatto per Pitti, che è stato un test. L’Italia non è solo il Paese della creatività, ma il Paese che tiene dentro tutta la filiera produttiva: non c’è differenza tra artigianato, creatività e produzione. In alcuni segmenti ci si internazionalizza, ma la forza e la capacità creativa e innovativa italiana è sulla catena dove si produce, non astrattamente in un centro di ricerca”.
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