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DAL 25 NOVEMBRE DIVENTA OBBLIGATORIA IN ETICHETTA L'INDICAZIONE "CONTIENE SOLFITI", SCRITTA NELLA LINGUA UFFICIALE DI OGNI PAESE UE. UN’INUTILE BABELE, DENUNCIANO I PRODUTTORI ITALIANI

Italia
Bottiglie di vino in enoteca

A partire dal prossimo 25 novembre entra in vigore definitivamente l’obbligo di apporre nelle etichette del vino prodotto in Europa la dicitura “contiene solfiti”, per quei vini che hanno un contenuto di anidride solforosa (SO2) al di sopra dei 10 mg/kg o 10 mg/l, scritto nella lingua ufficiale che ciascun Paese comunitario vorrà adottare, al fine di rendere facilmente comprensibile il messaggio dovuto. Lo stabiliscono due regolamenti comunitari, 753/2002 e 1991/2004. I produttori italiani, se da un lato si dichiarano d’accordo nell’indicare in etichetta la presenza di solfiti, dall’altra puntano il dito sulla complicata serie di problemi pratici che questo rappresenta, a causa dell’obbligo di utilizzare lingue diverse in ogni Paese. “La legislazione dell’Unione Europea costruisce nuove barriere invece di abbatterle - dichiara Marco Caprai, griffe leader del Sagrantino di Montefalco - favorendo il rischio di un possibile disastro commerciale nelle transazioni di vino imbottigliato. Il regolamento è ambiguo, poco chiaro e non possiamo continuare ad aspettare proroghe a riguardo. Consorzi e organizzazioni di categoria - conclude Caprai - non sembrano preoccuparsi affatto di questo problema reale e, in generale, di come vendere il vino”. Intanto, secondo la Federdoc, la Danimarca e la Svezia esigono che l’etichettatura sia realizzata nella propria lingua rispettiva; la Polonia già chiede che tutto il contenuto dell’etichetta sia riportato in polacco, come anche la Germania si dichiara ferrea nel richiedere le informazioni in etichetta in tedesco. “La legge è alquanto sibillina - spiega Enrico Viglierchio direttore generale di Castello Banfi, il più importante produttore di Brunello di Montalcino - qualunque Paese dell’Unione Europea può richiedere l’indicazione “contiene solfiti” nella propria lingua. Per i produttori rimangono soltanto due strade: o realizzare etichette che contengano questa dicitura in 16 lingue, oppure fare 16 etichette diverse. E’ un’inutile complicazione che appesantisce la gestione della cantina e del magazzino. Attualmente, la nostra azienda ha predisposto etichette in italiano ed in inglese - conclude Viglierchio - e etichette in altre lingue secondo le disposizioni concordate con i nostri importatori”. Anche Fausto Peratoner, direttore generale della cantina La Vis, la più grande realtà cooperativa del Trentino, avanza delle perplessità: “Ritengo importante il diritto del consumatore ad essere informato, ma non dimentichiamo che per quanto riguarda il vino esiste una legge ben precisa che fissa il contenuto massimo di solforosa, un limite che peraltro nella realtà è molto più basso di quanto prescritto dalla normativa. Forse era il caso di agire su quella legge, invece di introdurre questo ulteriore obbligo che per i produttori significa un’enorme complicazione, anche per la gestione del magazzino e la velocità di evasione degli ordini, senza peraltro a mio parere rappresentare un reale vantaggio per i consumatori. Per quanto riguarda le etichette, il vino non potrà mai avere il packaging di altri alimenti che prevedono la presenza di scritte in più lingue: dovremo studiare nuove soluzioni ad hoc”. Situazione giudicata confusa anche da Alessio Planeta di Planeta, cantina che ha portato l’enologia siciliana alla ribalta internazionale: “Già da tempo stiamo predisponendo etichette in tutte le lingue, con enorme perdita di tempo e risorse. Mi chiedo però come non sia stata immaginata una soluzione più semplice, come l’adozione dell’inglese – lingua ormai che tutti comprendono – o addirittura l’utilizzo di un simbolo internazionale che in tutto il mondo indichi la presenza di solforosa”
Intanto, la Francia ha proposto di utilizzare, per quanto di loro competenza, il francese ed una seconda lingua (inglese), nella convinzione che ciò possa soddisfare le finalità dettate dalla normativa comunitaria vigente. Evidentemente, questo non è il parere degli altri Paesi, e di ciò ne è cosciente la Commissione, che ha invitato tutti a trovare una soluzione favorevole al settore, secondo un principio di regole flessibili, sopportabili ed applicabili per tutti. L’Italia si trova ad essere già fuori da questa iniziativa, perché ha già adottato proprie regole al suo interno, a valere per tutti (e quindi anche per i vini provenienti dalla Francia), che cita testualmente: “Tutte le informazioni destinate ai consumatori e agli utenti devono essere almeno in lingua italiana” Si spera nel buon senso dei Paesi UE, anche i più rigidi. Non è ammissibile che nella Comunità Europea, dove le leggi sono le stesse e l’euro è l’unica moneta, si continui a richiedere per il vino la bellezza di almeno 16 lingue diverse per dichiarare il contenuto dell’anidride solforosa. Per Enrico Viti, consulente per le normative in materia di vino per Avignonesi, Antinori e Ricasoli: “E’ quasi certo che per il 25 novembre qualche partita di vino imbottigliato possa essere rispedita al mittente, perché la norma è poco chiara e molte aziende, specialmente le più piccole, non possono conoscere a priori il luogo di destinazione dei loro vini. Consorzi e associazioni di categoria non pare che abbiano portato la questione all’attenzione delle istituzioni - conclude Viti - lasciando il problema irrisolto”. Insomma, un’annata da collezione, la 2005. Qualità particolare, quantità diverse dalla norma? Forse, ma certamente qualcosa cambierà in etichetta, per tutti, bianchi, rossi e rosati, mentre aumenteranno le incombenze di ordine burocratico per le aziende.

Un provvedimento legislativo che fa discutere
Il Reg. CE n. 1991/2004 della Commissione Europea stabilisce l’obbligo di indicare in etichetta anche i solfiti, quando siano presenti in concentrazioni superiori ai 10 mg/kg o 10 mg/l espressi come SO2 (All. III bis direttiva 2003/89/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 10/11/2003 – GU L 308/15 del 25/11/2003). L'annata di vino 2005 dovrà, pertanto, riportare obbligatoriamente in etichetta o nella retro-etichetta in caratteri chiari, indelebili e sufficientemente grandi la dizione “contiene anidride solforosa”, “contiene solfiti”, o “contiene biossido di zolfo”. Tale indicazione vale anche per i vini provenienti dall'estero. Al fine di facilitare il compito degli operatori, la Commissione ha predisposto una tabella (qui di seguito allegata), che contiene la lingua o le lingue che devono essere utilizzate per indicare in ciascuno Stato Membro dell’Unione che il vino contiene solfiti. La dicitura deve essere redatta in una o più lingue ufficiali della Comunità per consentire al consumatore finale di comprendere facilmente ciascuna delle indicazioni. Si ritiene quindi, e qui sta l’ambiguità legislativa, poiché non viene fornita una chiara spiegazione, che possano valere le seguenti soluzioni: a) la dicitura “contiene solfiti” in lingua italiana, vale per l'Italia e per tutti gli altri Stati Ue in cui essa abbia assonanza con la lingua ufficiale dello Stato di destinazione, ad esempio con una formula tipo “cuntains solfites”; b) la dicitura “cuntains sulfites” che valga anche nei casi predetti, da sola o ripetuta pure nella lingua dello Stato di destinazione. Nulla vieta le indicazioni tipo contiene solfiti/cuntains sulfites + un’altra dicitura in lingua diversa; c) per le spedizioni nei Paesi terzi la dicitura è egualmente obbligatoria, nei modi previsti dalla nuova disciplina che si annota, salvo i casi in cui - vedasi Usa - ci sono già norme specifiche da osservare in particolare per quanto attiene la lingua, l'ubicazione e le dimensioni. Regola d'oro, in questi casi, è quella di farsi dare istruzioni direttamente dall'importatore locale. Un chiarimento ufficiale, comunque, non sarebbe male. Già dal 25 novembre 2004 era facoltativo per i produttori aggiungere l'indicazione in etichetta. Obbligatorio lo sarà dal 25 novembre 2005. Tutti i prodotti etichettati prima del 25 novembre possono essere smaltiti senza limitazione di durata. Il regolamento non si pronuncia sulle caratteristiche (dimensioni, etc.) della dicitura. Valgono quindi le regole di carattere generale secondo le quali, in quanto dicitura obbligatoria, le indicazioni predette “devono figurare in caratteri chiari, leggibili, indelebili e sufficientemente grandi, in modo che risaltino bene sul fondo su cui sono stampate e che siano nettamente distinguibili dall'insieme delle altre indicazioni, scritte e disegni” (art. 3/1 del Re. n. 753/02). Tradotto in parole povere: che siano alte almeno prudenziali 1,3-1,5 mm e ben visibili, quando ben distinti dal fondo. Per ridurre l'impatto grafico, specie chi esporta e che può usare due o tre diciture, suggeriamo caratteri maiuscoletti condensati (stretti), filiformi, che occupano poco spazio. Possono essere stampate anche in verticale. Per i Paesi terzi che richiedono misure minime specifiche (v. Usa, da 1,6 a 2 mm) ovviamente bisogna uniformarsi a queste. Tale dicitura può essere riportata in qualsiasi parte della etichettatura e, quindi, sempre a scelta dell'imbottigliatore, sia sulla c.d. etichetta di legge che su altre etichette, talloncini, collarini, addirittura, anche sul sistema di chiusura, purché ben visibili, ecc.

Le 16 “varianti” della dicitura “contiene solfiti”
Italia: contiene solfiti; contiene anidride solforosa; contiene biossido di zolfo
Belgio: (francese/vallone, olandese/fiammingo)
Repubblica Ceca: obsahuje siricitany; obsahuje oxid siricity
Danimarca: indeholder sulfitter; indeholder svovldioxid
Germania: enthält Sulfite; enthält Schwefeldioxid
Estonia: sisaldab sulfitid; sisaldab vääveldioksiid
Grecia: (greco)
Spagna: contiene sulfitos; contiene anhìdrido; sulfuroso diòxido de azufre
Francia: contient sulfites; contient anhydrìde sulfureux; contient dioxyde de soufre
Irlanda: contains sulphites; contains sulphur dioxide
Cipro: (greco / turco)
Lettonia; satur sulfiti; satur sera doplsods
Lituania; sudètyje yra sulfitai; sudètyje yra sieros dvideginis; sudètyje yra sieros dioksidas
Lussemburgo: (francese, tedesco)
Ungheria: tartalmaz szulfitok tartalmaz; kénanhidrid tartalmaz kén-dioxid
Malta: (inglese)
Paesi Bassi: bevat sulfieten; bevat zwaveldioxide
Austria: enthält Sulfite; enthält Schwefeldioxid
Polonia: zawiera siarczyny; zawiera bezwodnik siarkawy; zawiera dwutlenek siarki
Portogallo: contém sulfitos; contém anidrido sulfuroso; contém diòxido de enxofre
Slovenia: vsebuje sulfiti; vsebuje zveplov dioksid
Slovacchia: obsahuje siricitany; obsahuje oxid siricity; obsahuje dioxid sìry
Finlandia: sisältää sulfitteja; sisältää rikkidioksidia
Svezia: innehaller sulfiterinnehaller svaveltrioxid; innehaller svaveldioxid
Gran Bretagna: contains sulphites; contains sulphur dioxide

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