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DALL’INIZIO DELL’ANNO, IN RUSSIA, È ENTRATO IN VIGORE IL DIVIETO ASSOLUTO DI FARE PUBBLICITÀ DI VINO E ALCOLICI IN GENERE SU MEZZI DI COMUNICAZIONE. MA, SECONDO ALCUNI, NON VALE PER I SOCIAL MEDIA “NON RESIDENTI” IN RUSSIA COME FACEBOOK E ALTRI ...

Dall’inizio dell’anno, in Russia, è entrato in vigore il divieto assoluto di fare pubblicità di vino e alcolici in genere su mezzi di comunicazione e altro, nonché quello di menzionare prodotti e marche specifiche in articoli, interviste e notizie. Una misura drastica, introdotta dal Governo Putin, motivata dalla volontà di contrastare l’alcolismo dilagante nel Paese (dove i maggiori imputati sono, per il vero, birra e vodka, ndr). Ma il divieto, a quanto pare non colpisce due strumenti diffusi in Russia, ma “registrati” in Usa, ovvero i social network Facebook e “Live Journal”, una sorta di aggregatore di portali e blog. Secondo il giornale russo “Izvestia”, a quanto riporta la compagnia russa Sup-Media (che controlla Live Journal, fondato nel 1999 dal programmatore americano Brad Fitzpatrick), i blog di produttori di alcolici possono condividere informazioni sulle bevande. E gli esperti del mercato dicono che i produttori di spirits, in particolare, stiano pianificando budget importanti per l’attività sui social media. Secondo Nikolas Koro, membro della “Marketers Guild”, i network su internet che non sono “residenti” in Russia come LiveJournal, Facebook, Twitter e cosi via, potrebbero promuovere i prodotti alcolici più facilmente dei social media russi, che hanno server in russia e sono targhettizzati esclusivamente su consumatori russi.

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