Da un lato la degustazione geosensoriale, un metodo che aiuta a comprendere i vini di terroir, prodotti da vignaioli che praticano una viticoltura il più possibile vicina alla natura, dall'altro l’analisi sensoriale, maggiormente diffusa e associata a una visione tecnica, enologica, centrata esclusivamente sul vitigno, estraniato dal contesto in cui nasce.
Due visioni contrapposte, ma che possono riconciliarsi con un nuovo “Rinascimento” affinché i vini di terroir abbiano un futuro e la degustazione resti il piacere di apprezzare il fascino della loro diversità, come racconta “Il vino capovolto - La degustazione geosensoriale & Altri scritti”, volume scritto a quattro mani da Jacky Rigaux, responsabile della formazione continua presso l’Université de Bourgogne, e Sandro Sangiorgi, giornalista e scrittore, fondatore di Slow Food, Porthos Edizioni e Porthos Racconta, con la prefazione del grande attore Giuseppe Battiston.
Il volume (Porthos Edizioni, pag. 148, prezzo di copertina 15 euro) contiene anche un omaggio alla Borgogna, dove Rigaux abita e dove si è affermata una visione fedele al territorio, un'analisi del linguaggio del vino, citando autori che, negli ultimi secoli, si sono dedicati all’argomento, e una raccolta di scritti dedicati al vino che Sangiorgi ha messo da parte negli ultimi anni.
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