Di fronte ai cambiamenti climatici, non c’è poi molto da fare, a parte prenderne atto ed agire di conseguenza. Anche nel mondo del vino. Dove c’è chi affronta la nuova realtà cambiando il modo di gestire il vigneto e la cantina, e chi si attrezza diversamente. Come il gigante del vino spagnolo Miguel Torres (www.torres.es), che ha chiuso l’acquisto di 230 ettari di terre dall’altra parte del mondo, nella vallata cilena di Itata, a sud est di Chillan sulle rive del fiume Nuble, dove intende piantare quasi esclusivamente vitigni a bacca rossa.
L’affare, in realtà, nelle intenzioni del gruppo Torres, ha due chiavi di lettura: da una parte si vuole rilanciare una delle più antiche valli vinicole del Cile, dall’altra c’è, apertamente, “la necessità di trovare terreni che, nel tempo, ci permettano di combattere le sfide del cambiamento climatico. Quaranta anni fa - spiega lo stesso Torres - il clima in Chillan non era favorevole alla coltivazione di varietà come Cabernet Sauvignon e Carmenere per i vini di alta qualità, perché le uve non raggiungevano maturazioni adeguate.
Oggi, è cambiato tutto: con l’aumento delle temperature e il cambiamento climatico, il futuro è qui”. Il progetto è quello di fare della Regione, negli anni, un punto di riferimento per il turismo enoico, oltre che il fulcro del vino di alta qualità in Cile. Attualmente, ci sono solo 636 ettari vitati nella valle di Itata, di cui 442 a Cabernet Sauvignon, in un terroir che ha tutto per diventare grande: giornate calde e notti fredde, una buona quantità di acqua di sorgente e la luce del sole.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025