Si sta consumando a grande velocità il divorzio tra Cavit e la cantina La Vis e Valle di Cembra: le due realtà cooperative trentine sono ormai giunte ai ferri corti, dandosi battaglia a suon di articoli e comunicati ufficiali e promettendosi l'un l'altra azioni legali. Alla base dello "strappo" il fatto che la cantina La Vis, attraverso una propria controllata, abbia fornito vino ad un cliente di Cavit. Da ricordare che la cantina La Vis, che negli anni ha portato avanti una sapiente politica di crescita con acquisizioni e alleanze, è socio insieme ad altre realtà cooperative del consorzio di secondo livello Cavit, a cui conferisce il 20% circa delle proprie uve.
Cavit, dal canto suo, conta 60 milioni di bottiglie l'anno, 12 cantine associate con un totale di 5.400 viticoltori, 7.000 ettari di coltivazione e più di 100 etichette. Proprio lo statuto consortile sancisce, secondo quanto riporta un comunicato di Cavit, all'articolo 7 "l'obbligo di cooperare al raggiungimento dei fini sociali e di astenersi da ogni attività che sia comunque in contrasto con questi o con gli interessi del Consorzio".
Da questo fondamentale parte la scelta del consiglio di amministrazione Cavit di escludere la cantina La Vis dal consorzio e "la revoca per giusta causa del suo amministratore" e deliberando inoltre "ogni opportuna iniziativa in sede civile o penale" nei confronti dell'ex socia e del suo presidente.
La risposta della cantina La Vis non si è fatta attendere: "si vogliono cancellare 50 anni di impegno e di sacrifici che ci hanno visti prima fondatori di Cavit, poi aperti sostenitori dei progetti di sviluppo che la stessa Cavit ha man mano saputo proporre. Da parte nostra - si legge in una nota dell'azienda - teniamo a ribadire l'assoluta legittimità delle nostre azioni commerciali, come di quelle delle nostre controllate, nonché la trasparenza e lealtà che hanno sempre contraddistinto l'operato del nostro presidente nel cda di Cavit". Nel comunicato, la cantina La Vis aggiunge "nel rammaricarci per quanto sta succedendo e , soprattutto, per le modalità con le quali è stata condotta l'intera vicenda da parte di Cavit, abbiamo rimesso al nostro Cda la decisione di assumere ogni iniziativa necessaria per tutelare gli interessi della nostra Cantina, di tutti i suoi Soci, nonché del nostro presidente".
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