La Cina cambia gusti: tra i vini importati, il dominio dei rossi sulle tavole d’Oriente comincia a scricchiolare, ed i bianchi stanno trovando una loro dimensione sul mercato. Il motivo, come spiegano gli analisti di Wine Intelligence, è legato direttamente alla crescita del numero dei wine lovers: fin quando il fenomeno vino ha coinvolto solo gli strati più alti della popolazione, i grandi rossi di Bordeaux, Borgogna, Toscana e Piemonte hanno fatto la parte del leone, ma adesso, che al nettare di Bacco si stanno avvicinando i giovani, la classe media e le donne, il trend è diverso, e la quota di vino bianco importato cresce in maniera sempre più significativa. Nel 2010, secondo i dati dell’International Wine & Spirit Research, la Cina ha importato 10 milioni di casse da 9 litri, in netta crescita sul 2009 (8,7 milioni di casse), ma i dati che arrivano da Hong Kong, dove passa qualsiasi moda prima di “esplodere” in Cina, sui primi tre mesi del 2012 sono ancora più indicativi ed incoraggianti: come spiega Donny Ho, general manager del distributore Jebsen Belle, “le importazioni di vini bianchi fermi sono cresciute del 39% sullo stesso periodo del 2011, per una quota complessiva del 14% dei vini importati. Lo spostamento del pendolo verso il vino bianco - continua Ho - riflette l’aumento del consumo locale di vino bianco ed il graduale affinamento del nostro mercato del vino: i consumatori cinesi stanno iniziando a vedere nel vino bianco un’opzione più rinfrescante, mentre i bevitori abituali, guadagnando in conoscenza, sono più disposti ad andare oltre al vino rosso”.
Ma non è che l’inizio, perché, secondo l’Iwsr, il consumo di vino bianco in Cina crescerà del 69% l’anno fino al 2015, ben più del rosso, che viaggerà su una crescita pari al 53% annuo, tendenza che potrebbe addirittura portare ad un futuro sorpasso, nelle preferenze dei wine lovers cinesi, dei bianchi sui rossi. Fondamentale, sarà il ruolo che reciteranno le donne, sempre più trend setter, anche in Asia, come ha ricordato, dal Vinexpo di Hong Kong, il presidente del Bordeaux Wine Council, Georges Haushalter: “quando facciamo degustazioni, ci accorgiamo che i neofiti del vino e le donne, apprezzano particolarmente i bianchi dolci di Bordeaux”. Bianchi che si stanno facendo strada anche nel settore del lusso, dominato dai rossi, ma sempre sotto lo scacco della contraffazione che, almeno per ora, non tange minimamente le grandi etichette di bianco, per questo nell’ottica di un regalo importante, oltre ad essere un segno di distinzione dalla “banale” bottiglia di Chateâu Lafite, è diventato un modo rassicurante per non fare brutte figure, visto che non si contano i casi di bottiglie comprate a caro prezzo che si rivelano degli imbevibili falsi. Un altro aspetto che incide molto sulle abitudini di consumo, è la “regionalità” del consumatore: i vini bianchi, infatti, si stanno imponendo soprattutto nel Sud del Paese, dove ben si abbinano ad una cucina più leggera e fresca. È qui, infatti, che la Nuova Zelanda ha imposto i propri Sauvignon Blanc, apripista sia per il Riesling, molto amato a Guangzhou, Shenzhen e Shanghai, sia, tra i top di gamma, per i grandissimi vini dolci di Bordeaux, come lo Chateâu D’Yquem. Al Nord, invece, è difficile prevedre una crescita del genere: questione di cultura, di cucina, di gusti, che oltre ai rossi, premiano e premieranno soprattutto le bollicine.
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