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“DOPO 26 GENERAZIONI E 500 ANNI DI STORIA NEL VINO, QUESTO NON È UN PUNTO DI ARRIVO MA UNA NUOVA PARTENZA, SOGNATA E PENSATA PER LE PROSSIME 26 GENERAZIONI”. COSÌ IL MARCHESE PIERO ANTINORI NELL’APERTURA DELLA NUOVA CANTINA NEL CHIANTI CLASSICO

Italia
Piero Antinori con le figlie Albiera Allegra e Alessia nella nuova bottaia

“Dopo 26 generazioni e 500 anni di storia nel mondo del vino, questo non è un punto di arrivo ma una nuova partenza, sognata e pensata per le prossime 26 generazioni”. Così il Marchese Piero Antinori, alla guida con le figlie Albiera, Allegra e Alessia di una delle realtà del vino più antiche e importanti d’Italia, racconta a WineNews lo spirito della nuova cantina al Bargino (San Casciano Val di Pesa), presto quartier generale dell’intero gruppo (per un investimento complessivo di 100 milioni di euro, 70 con risorse proprie e 30 tra dismissioni delle vecchie cantine in San Casciano e contributi pubblici, ndr). “È un’incisione sottile e profonda nella collina. Emozionante come i preziosissimi Tagli di Lucio Fontana. E come nelle opere del grande artista, anche qui, sulle colline che corrono parallele alla superstrada verso Siena, si apre una dimensione nuova. Dentro la terra”.
E dentro la terra sono ricavai i 26.000 metri quadrati della struttura, tra cantina (che sfornerà 2,5 milioni di bottiglie all’anno, ma con una capacità di 5 milioni di stoccaggio), uffici e accoglienza ai turisti, dove lavoreranno 120 persone. Un progetto durato 15 anni e che vede la luce tra antico e moderno, dove il design si fonde con il territorio, filosofia che si ritrova anche nel museo di opere d’arte dentro alla cantina, che a opere del 500 affianca pezzi di Balla e Fontana, ma anche creazioni ad hoc di artisti contemporanei di fama internazionale come tre artisti di fama internazionale:
Yona Friedman, Rosa Barba e Jean-Baptiste Decavèle. “È anche un atto con cui abbiamo voluto anche ridare qualcosa ad un territorio che ci ha dato tanto, come quello della nostra Toscana”.

Focus - La nuova cantina di Marchesi Antinori

È un’incisione sottile e profonda nella collina. Emozionante come i preziosissimi Tagli di Lucio Fontana. E come nelle opere del grande artista, anche qui, sulle colline che corrono parallele alla superstrada verso Siena, si apre una dimensione nuova. Dentro la terra. Nasce infatti a Bargino, nel Comune di San Casciano Val di Pesa, mezz’ora d’auto dal cuore rinascimentale di Firenze, il nuovo quartier generale Marchesi Antinori, la nuova Cantina nel Chianti Classico.
Un’opera di architettura straordinaria che si nasconde tra gli ulivi, i vigneti, i boschi di querce e lecci. Un antro segreto dove il vino è il centro di ogni percorso, produttivo e di visita. Una Cantina in senso lato. Un tempio dedicato al vino, ma soprattutto un omaggio al paesaggio toscano e alle sue vigne. Inviolato, anzi abbellito dalle maestrie dell’uomo, come succede da secoli nella campagna toscana.

La Marchesi Antinori trasferisce la maggior parte degli uffici dell’azienda, dal nobile palazzo in “pietra forte” di piazza Antinori, acquistato nel 1506 da Niccolò Antinori per “4000 fiorini larghi di grossi”, per dar vita a un capitolo rivoluzionario della storia della famiglia. Molto più di una Cantina, dunque. Marchesi Antinori nel Chianti Classico è un labirinto di volte e volumi sinuosi, che danno forma al nuovo quartier generale di un’azienda che del vino e del suo terroir si nutre e nutre da generazioni.

Nel cuore del Chianti Classico, terra di origine della famiglia Antinori, approda il futuro di vinattieri con una sola passione da 26 generazioni, fare grandi vini. Questo “nuovo palazzo” nato nella terra, ricoperto di viti, è la sintesi di un “saper fare” italiano di qualità. Che ha nella famiglia e nella storia la sua forza. “La linea familiare nella conduzione e nel continuo miglioramento delle nostre vigne e delle nostre cantine non è una scelta sentimentale, il ripetersi forzato di una tradizione, ma il modo più idoneo, forse l’unico con il quale si possa fare al meglio, nel tempo, il proprio lavoro” ha scritto poco tempo fa Piero Antinori nel suo libro ‘Il Profumo del Chianti’.


La cantina

“I vini migliori nascono sempre in paesaggi armoniosi, ricchi di storia e personalità. La cui bellezza va a finire in qualche modo nel bicchiere”. Bisogna venirci per cogliere l’emozione del tramonto che fa arrossire la terra e inonda di luce vermiglia le vigne che stanno crescendo sulla collina.
La porta di accesso alla nuova Cantina, quasi invisibile dall’esterno, è ai piedi di questo manto verde, a poche centinaia di metri dall’antica via Cassia, sulla direttrice strategica tra Firenze e Siena.
Tutto è nascosto, interrato. Si scopre piano piano questo straordinario atelier dedicato al vino, superando curve e approdando su una terrazza che si affaccia sulla campagna. Là sono chiare le incisioni, quelle due linee simili “a una bocca” che danno il benvenuto a questa fucina del terzo millennio dove il vino è cuore e parte integrante di un percorso che attraversa la cantina di fermentazione, la barricaia, la bottaia, il museo, una libreria, una bottega di sapori, il ristorante, l’auditorium. Il progetto architettonico nasce nel 2005, ideato dall’architetto fiorentino Marco Casamonti, uno dei soci fondatori dello Studio Archea Associati, che ha voluto un edificio intimamente legato alla natura dalla grande valenza artistica e paesaggistica; per questo ha scelto materiali naturali e toscani, la terracotta di Impruneta, la pietra, il ferro Corten.

L’ingegnere Paolo Giustiniani dello Studio Hydea, anch’esso fiorentino, si è occupato della Direzione lavori e dell’engineering di questo audace e straordinario progetto. La realizzazione della cantina è stata curata da Inso Spa in qualità di General Contractor.

Marchesi Antinori nel Chianti Classico è un luogo pieno di armonia, luce, equilibrio. Dove si respira la voglia di fare grandi vini. E di farli conoscere. Perché solo qui si potranno “vedere, studiare, toccare i luoghi dove nasce e si affina il vino, ma anche la vinsanteria”.
Un luogo aperto al mondo e alle novità. Perché i cultori del vino e i più giovani possano affacciarsi sulle terrazze trasparenti costruite all’interno delle cantine, terrazze dove si potranno degustare i vini e le altre eccellenze toscane.

Tutto è all’insegna della circolarità e della trasparenza: le linee sinuose delle cantine, i ponti sospesi, a pochi metri dai tini dove fermenta il mosto. Si assiste alla fase di creazione del vino come in uno spettacolo teatrale, osservando cantinieri e tecnici intenti a diraspare grappoli, a trasferire il mosto nei tini di acciaio inossidabile e da questi, a fermentazione ultimata, alle botti e alle barrique e da queste alle bottiglie. Un salotto intimo, silenzioso. Dove apprezzare tutte le fasi di lavorazione, dalla vigna al momento della degustazione. Le nuove cantine diventano il luogo dove scoprire il ‘piacere di respirare il vino’. E di capire i suoi tempi: la pigiatura, la fermentazione, la maturazione, l’invecchiamento.

Questo edificio arioso è il luogo di produzione di vini come Villa Antinori, Marchese Antinori Chianti Classico Riserva, Vinsanto del Chianti Classico, Pèppoli Chianti Classico e dell’olio exta-vergine Pèppoli e Laudemio.
La struttura è stata ideata per consentire la vinificazione ‘per gravità’, in totale assenza di pompe meccaniche: questo consente un importante risparmio energetico e un utilizzo funzionale dello spazio sottostante i serbatoi, per un lavoro più dinamico ed efficiente, oltre ad un grande rispetto per il prodotto. La vinificazione a caduta è infatti un metodo che permette una lavorazione delle uve meno traumatica, per un risultato che si ritrova nel bicchiere: il vino è più equilibrato, elegante e con tannini più morbidi. Tutto parte dal piano più alto, quello dell’arrivo delle uve, dove mani esperte procedono alla selezione degli acini: solo i migliori sono scelti per dar vita ai grandi vini della cantina. La pigiatura avviene con un sistema dolce di rottura degli acini. La selezione è triplice: vigneto, grappolo, acino.

Massima è stata l’attenzione all’ambiente: bassissimo l’impatto ambientale e bassissimo il consumo energetico. Le temperature necessarie per affinare il vino in barrique sono frutto della terra e non di impianti di refrigerazione. Come al tempo dei Medici. Quando la neve veniva raccolta in luoghi esposti a nord, freschi e umidi, in sotterranei e nelle cosiddette Neviere, per mantenere freschi cibi e bevande anche d’estate. Marchesi Antinori nel Chianti Classico è stata progettata ispirandosi anche a questo principio: mantenere la temperatura ideale per la produzione e la conservazione del vino in modo assolutamente naturale.

All’interno della Cantina, il Museo, che presenta una parte della collezione storica di Palazzo Antinori a Firenze unita a interventi site-specific di artisti internazionali del panorama contemporaneo, per disegnare la nuova cartografia del territorio, con l’idea di continuare la collezione della famiglia, carica di storia e di tradizione artistica, verso il contemporaneo. Il museo è rappresentato dal Chianti, e i luoghi del Chianti sono gli elementi del museo concepito dagli artisti, un museo en plein air. In occasione dell’inaugurazione, il progetto - a cura di Chiara Parisi - coinvolge Rosa Barba, Yona Friedman e Jean Baptiste Decavèle, che hanno creato opere in situ attente alle tematiche del paesaggio, della memoria e del territorio.

Inoltre, un Auditorium interamente rivestito in legno di rovere, luogo ideale per incontri, workshop, convention, in cui si confrontano e ‘fermentano’ le idee, una Libreria, una Bottega Dei Sapori e un Ristorante, in cui degustare vino e cibi toscani.

Marchesi Antinori nel Chianti Classico è anche la sede aziendale e degli uffici, mentre la sede legale e di rappresentanza rimarrà a Firenze, a Palazzo Antinori.
“La nuova Cantina Marchesi Antinori nel Chianti Classico è un segno nel territorio, un segno del tempo di oggi che affonda le sue radici nella storia, seguendo i valori del rispetto del territorio, dell’amore per il vino, del rispetto per le persone che lavorano uniti alla possibilità di far conoscere alla gente il nostro lavoro. E’ il segno indelebile dell’amore della nostra famiglia per il vino”. Dopo cinque secoli Piero, Albiera, Allegra e Alessia Antinori scrivono, nel cuore del Chianti Classico, un nuovo capitolo della famiglia.

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