“Tra il 2010 e il 2014 i Paesi dell’Unione Economica Eurasiatica, ad eccezione dell’Armenia, hanno registrato tassi di crescita delle importazioni di vino sorprendenti, dal +71,9% del Kazakhistan al +69,2% del Kirghizistan e +35,7% della Russia, sintomo di forte interesse per il prodotto. Ma la crescente competizione internazionale impone agli operatori italiani un inserimento tempestivo, mirato e il più possibile fluido che vogliamo sostenere attraverso una promozione efficace e una formazione di supporto qualificata. L’appuntamento di domani si muove proprio in questa direzione”. Parola di Silvana Ballotta, Ceo di Business Strategies, organizzatrice di “Italia - Eurasia: il dialogo - Come il vino italiano può accedere ai mercati dell’Unione Economica Eurasiatica”, l’iniziativa interamente dedicata alle chiavi di accesso del vino italiano ai mercati dell’Unione Economica Eurasiatica, di scena domani a Milano, ideata proprio da Business Strategies, insieme a Eurasiatx, Eurasian Communication Center, Pavia e Ansaldo Studio Legale, con la collaborazione dell’Associazione Conoscere Eurasia, e che toccherà gli argomenti più interessanti per scoprire ed approcciare il mercato eurasiatico del vino (www.winestrategies.eu).
A partire dal funzionamento della nuova Unione Economica e delle sue norme doganali, fino agli strumenti finanziari, del marketing e della pubblicità, attraverso gli interventi, sia da Milano che, in streaming da Mosca, di istituzioni della Commissione economica eurasiatica (Cee), rappresentanti del Servizio federale delle dogane, del commercio e della gdo della Federazione Russa, da Tatyana Valovaya, Ministro per lo Sviluppo dell’Integrazione e macroeconomia della Commissione economica eurasiatica, a Sergey Konovalenko, Capo del Dipartimento di cooperazione doganale, Servizio federale delle dogane della Federazione Russa; sul fronte italiano il partner di Pavia e Ansaldo, Vittorio Loi; la Ceo di Business Strategies, Silvana Ballotta e il presidente di Ispromedia, Angiolino Lonardi.
Primo paese esportatore in Russia, nel 2014 l’Italia ha venduto vino alla Federazione per oltre 250 milioni di euro, con una quota di mercato già pari al 29,7% ma con prospettive di crescita: sono infatti 143 milioni i potenziali consumatori. Dopo la battuta d’arresto dei primi sei mesi 2015 (-33% in valore e volumi sullo stesso periodo 2014), dovuta principalmente ad una forte svalutazione del rublo, l’export italiano deve puntare alle fasce di mercato inesplorate. “Russia, Bielorussia, Kazakhistan, Kirghizistan e Armenia - chiosa Silvana Ballotta - rappresentano un terreno di espansione molto interessante per il mercato del vino, oltre che un’opportunità per il settore vitivinicolo italiano”.
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