Si chiama "Cenerentola" l'ultimo vino della prolifica toscana e, a dispetto del nome, ha il compito di rilanciare le uve italiane: "le nuove Doc - si legge in una noat stampa - devono essere vini di altissima qualità, innovativi come i supertuscans (che da due anni sono in cima alle classifiche mondiali), ma le loro origini debbono essere legate al territorio ed alla tradizione". Questa è la sfida lanciata da una delle più famose donne del vino, Donatella Cinelli Colombini, la creatrice di "Cantine Aperte" ed ora assessore al turismo al Comune di Siena, che ha voluto creare un profilo distintivo della nuova doc Orcia che nasce da una attenta conduzione del vigneto, da forti investimenti per attrezzature enologiche d'avanguardia. Il vino, che si chiama appunto “Cenerentola” (e come la giovane della fiaba ha due sorellastre, il Brunello di Montalcino e il Nobile di Montepulciano, che fiancheggiano sui due lati la doc Orcia ma sono nati molto prima di lei), nasce da un dosaggio tra i due vitigni (65% Sangiovese e 35% Foglia Tonda, quest'ultimo riscoperto dopo un abbandono di oltre un secolo) che è stato deciso in una degustazione bendata nei giorni scorsi alla Fattoria del Colle di Trequanda, culla del nuovo vino e nuova azienda di Donatella Cinelli Colombini. Dieci gli esperti che hanno scelto tra sette campioni (con percentuali di Foglia Tonda oscillanti fra il 5 e il 40% del totale): Maureen Ashley, Paola Capalbo, Elena Capobianco, Giuseppe Cerasa, Patricia Guy, Antonio Paolini, Riccardo Ricci Curbastro, Daniela Scrobogna, Leonardo Romanelli, Mario Scheuermann.
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