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DOPO IL SISTEMA CIRCOLATORIO, IL CUORE, LA PRESSIONE SANGUIGNA (E LA MENTE), IL VINO SI RISCOPRE ANCHE FATTORE ANTI-CANCRO: SECONDO UN GRUPPO DI RICERCATORI CANADESI IL NETTARE DI BACCO, SPECIE SE ROSSO, AIUTA A COMBATTERE IL TUMORE AL POLMONE

Italia
Vino rosso

Gli studi scientifici che dimostrano gli effetti benefici del nettare di Bacco sull’organismo - o che quantomeno correlano positivamente il consumo moderato di vino al mantenimento della salute - continuano a moltiplicarsi con il passare del tempo, e secondo uno dei più recenti, che verrà pubblicato a breve su “Cancer Cell International”, il vino rosso potrebbe avere effetti antitumorali importanti nientemeno che su una delle forme tumorali più comuni (e letali) del sistema respiratorio.

La ricerca è opera di un gruppo di studiosi della Brock University e della McMaster University del Canada, ed è nata dalla constatazione del fatto che le forme sintetiche del resveratrolo, il polifenolo di cui il vino rosso è molto ricco, vengono usate molto spesso negli studi dedicati ai metodi per combattere varie neoplasie - “ma l’uso del resveratrolo naturale, ovvero tramite il vino, non è stato fatto oggetto di studi adeguati”, hanno puntualizzato i ricercatori mettendosi all’opera. E scoprendo, dopo aver esposto alcuni campioni di cellule tumorali a vini ottenuti da Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon, Pinot nero e Riesling e prodotti nella regione canadese di Niagara-on-the-Lake, che sia i vini rossi che i vini bianchi hanno combattuto il moltiplicarsi delle cellule tumorali. Nel caso dei vini rossi, inoltre, la crescita sarebbe stata addirittura arrestata ad un livello di concentrazione pari al 2%, mentre i bianchi hanno ottenuto risultati simili solo a un livello di concentrazione più che doppio (5%).

“I risultati del nostro studio”, ha commentato Evangelia Litsa Tsiani, Professore Associato di Scienze della Salute alla Brock University, “hanno dimostrato che sia i bianchi che i rossi hanno la capacità di inibire la crescita delle cellule tumorali e il loro potenziale oncogenico, a seconda del contenuto fenolico totale del vino testato”. Purtroppo, però, è ancora presto per includere tout-court il consumo di vino tra le pratiche raccomandate per la prevenzione dei tumori, dato che “i nostri test si sono svolti in laboratorio e in condizioni particolari. Il nostro prossimo passo”, ha però aggiunto Tsiani, “sarà quello di usare dosi di vino che corrispondono a un consumo moderato per adulti, uno o due bicchieri al giorno, e esaminarne l’effetto sui ratti. Se noteremo una diminuzione significativa della crescita tumorale a causa del vino allora avremo dimostrato una forte correlazione, la quale a propria volta giustificherà l’esecuzione di testi clinici su pazienti umani affetti da questo tipo di tumore”.

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