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DOPO L’INDAGINE ANTIDUMPING IN CINA E LE LEGGI CONTRO LA PUBBLICITÀ DEGLI ALCOLICI IN RUSSIA, ANCORA COMPLICAZIONI PER I VINI “STRANIERI” NEI PAESI BRIC. PER RABOBANK FRENA L’IMPORT DI VINO IN BRASILE, TRA UN’ECONOMIA CHE RALLENTA E “PROTEZIONISMO”

Italia
Oltre alla Cina, arrivano delle complicazioni per i vini stranieri in Russia e in Brasile

Brutte notizie per i vini “stranieri”, e anche italiani, continuano ad arrivare dai cosidetti Paesi Bric (Brasile, Russia, India e Cina), da molti considerati tra i mercati più importanti del futuro. Se problemi sulla contraffazione e lo spettro dell’indagine antidumping sui vini Ue stanno frenando lo sviluppo in Cina, e le leggi che vietano la pubblicità di ogni genere di alcolico stanno rallentando la crescita in Russia, anche il Brasile inizia a mostrare qualche segnale di cedimento. Lo evidenzia un report dell’istituto di credito olandese Rabobank, che registra una calo nella crescita delle importazioni di vino nei primi 3 mesi del 2013. Dovuto a diverse cause: il rallentamento generale della crescita economica brasiliana su tutte, che se dal 2006 al 2010 ha visto una crescita tra il 4% e l’8% all’anno, nei prossimi anni è prevista in crescita solo del 2%. Ma non c’è solo questo. A complicare le cose per chi vuole esportare vino in Brasile c’è stata anche una serie di misure di “salvaguardia” dell’industria vinicola nazionale, che gode di un regime fiscale molto più agevolato rispetto a chi importa, che unito ad un deprezzamento del prodotto brasiliano in media del 25%, crea delle pressioni competitive sul prezzo talvolta insostenibili per il vino straniero. Nondimeno, sottolinea il report, il Brasile non è un mercato da osservare con meno attenzione degli ultimi anni, per i produttori di vino del mondo, visto che, in ogni caso, stanno aumentando gli investimenti in logistica e reti commerciali, che fanno ben sperare nel lungo termine. D’altra parte, ed è un ragionamento che vale tanto per il Brasile che per la Cina, la Russia e l’India, anche per “sfondare” in quello che ad oggi è il mercato n. 1 del vino mondiale, ovvero gli Usa, i Paesi stranieri con Italia e Francia, hanno impiegato diverse decadi. Per i vini italiani le esportazioni in Brasile, tra il 2010 e il 2012, sono cresciute del 16%, passando da 30 milioni di euro nel 2010 a 35,5 milioni nel 2012, con l’Italia che è il Paese n. 4 in Brasile, con una quota di mercato a valore del 14%, preceduta da Cile, Argentina e, di poco, dalla Francia, secondo dati dell’agenzia di promozione International Exibition Management.

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