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Doppia summer school per approfondire alcuni temi fondamentali sull’agricoltura sociale e sull’agricoltura biodinamica con alcuni esperti italiani del settore: ecco le due proposte di Slow Food di scena a giugno (26-30) e a luglio (1-5) a Viterbo

Doppia summer school per approfondire alcuni temi fondamentali sull’agricoltura sociale e sull’agricoltura biodinamica con esperti italiani del settore: ecco le due proposte di Slow Food, di scena a giugno (26-30) ed a luglio (1-5), a Viterbo, a CeFAS, a Villa Tedeschi (www.cefas.org).
L’iniziativa, alla quale si può aderire fino al 15 giugno, prevede il patrocinio dell’Università degli Studi della Tuscia, dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, della Camera di Commercio di Viterbo e di AiCare.
I docenti guideranno i partecipanti in un percorso formativo articolato con approfondimenti in aula e visite guidate nelle aziende agricole, per sperimentare anche sul campo cosa significhi fare agricoltura sociale e agricoltura biodinamica. Il corso si rivolge prioritariamente a studenti universitari, imprenditori agricoli, liberi professionisti del settore agrario e in generale a quanti sono interessati ad approfondire le tematiche relative all’agricoltura sociale e biodinamica.

Focus - Agricoltura sociale & agricoltura biodinamica
L’agricoltura sociale, un’espressione che è si è affermata negli ultimi anni, fa riferimento alla capacità del contesto agricolo e delle sue risorse materiali e immateriali di contribuire a percorsi di accoglienza, formazione, integrazione sociale e lavorativa di gruppi specifici di popolazione portatori di disagi o svantaggi di diversa natura che richiedono interventi da parte dei sistemi locali di welfare. Sebbene da sempre l’agricoltura abbia informalmente esercitato una funzione sociale, solo negli ultimi dieci anni organizzazioni agricole, soggetti del terzo settore e istituzioni pubbliche ne hanno colto le valenze originali e innovative attivandosi in vari territori del paese per promuoverne lo sviluppo e il consolidamento. In questa chiave grandi sono le attese nei confronti della nuova programmazione europea 2014-2020 che potrà dare un forte sviluppo all’agricoltura sociale, così come la legge in discussione al parlamento di cui si attende l’imminente approvazione.
L’agricoltura biodinamica, invece, nasce negli anni venti del secolo scorso, quando un gruppo di agricoltori tedeschi iniziò a mettere in pratica i principi per un’agricoltura sana ed ecosostenibile espressa da Rudolf Steiner in un ciclo di otto conferenze tenute nel 1924 a Koberwitz presso Breslavia. Già allora gli agricoltori coscienziosi erano preoccupati degli effetti negativi che la concimazione con nitrati di sintesi, a quei tempi al suo esordio, stava esercitando sulla fertilità del terreno, sulla vitalità dei semi e sulla qualità degli alimenti.
L’obiettivo primario del metodo biodinamico, in cui l’azienda agricola è concepita come un organismo i cui organi, il suolo con le acque, le piante, gli animali e l’agricoltore operano armonicamente, è mantenere il terreno fertile e ben strutturato. Tutto questo si ottiene grazie al ripristino dell’humus che solo con il metodo biodinamico può essere ricreato in tempi brevi, grazie a un insieme di azioni a cui si abbina il corretto uso dei preparati biodinamici.

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