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DUE FACCE DI UNA STESSA MEDAGLIA DI SUCCESSO: NEL 2013, CRESCE IN VALORE (+6,5% SUL 2012) E IN VOLUME (+6%) IL CONEGLIANO VALDOBBIADENE SUPERIORE DOCG. IL PROSECCO DOC RILANCIA, INVECE, LO STOCCAGGIO COME STRUMENTO DI GOVERNO DELL’OFFERTA

Nel 2013 cresce in valore (+6,5% sul 2012) e in volume (+6%) lo spumante Conegliano Valdobbiadene Superiore Docg. Il Prosecco Doc rilancia, invece, lo stoccaggio come strumento di governo dell’offerta. Sono queste le due facce di una stessa medaglia che, in nome del Prosecco, l’uva da cui si ottiene la bollicina ormai sovrana nel mercato interno e all’estero, caratterizzano una crescita complessiva decisamente importante e non priva di criticità.
Lo spumante Conegliano Valdobbiadene conferma, anche nei primi mesi 2014, il suo ruolo di prodotto simbolo dell’Italia: nel 2013 ha raggiunto un valore stimato al consumo di circa 500 milioni di euro e un +5,3% in volume rispetto al 2012, spiccano le performance della tipologia spumante.
Ma un’indagine del Centro Studi del Consorzio di Tutela Conegliano Valdobbiadene rileva anche che con 326,9 milioni di euro, il Conegliano Valdobbiadene spumante Superiore Docg ha avuto, nel 2013, un incremento a valore pari al 6,5% rispetto al 2012 per un totale di 66,5 milioni di bottiglie (+6%). A confermare come questo spumante sia l’emblema dello stile italiano ci sono i dati nazionali con un +11,7% a valore e un +10,3% a volume rispetto al 2012. Si consolida anche l’export con un 1% in più a volume. Lo spumante Docg più amato dagli italiani evidenzia una crescita pari al 6% in volume in Svizzera. Significativi anche i dati in Regno Unito, con un +13,3% a valore e un +5,1% a volume e negli Stati Uniti con un +13,7% in valore e un +17,6% in volume. Percentuali positive anche negli altri Paesi europei (Est Europa, Francia, Spagna, etc) dove il valore sale del 21,8%.
“Se facciamo 100 i 72,3 milioni di euro di bottiglie del 2013, sono 5 quelle vendute in più rispetto al 2012. Di queste 5, sono 4 quelle consumate in Italia e una all’estero. Questo conferma che continuiamo a crescere oltre confine affermandoci sempre più come prodotto di valore per i consumatori italiani”, afferma Innocente Nardi, presidente del Consorzio di Tutela. Le cifre di questi primi mesi fanno ben sperare anche per il 2014, come afferma Giancarlo Gramatica, Client Service Directordi Iri: “il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore continua la sua crescita di vendite in Distribuzione Moderna, già registrata costantemente, negli ultimi anni anche nel semestre ottobre 2013 - marzo 2014. Tale incremento è particolarmente significativo in quanto il semestre è privo del contributo delle vendite della festività pasquale che nel 2014 è avvenuta ad aprile mentre nel 2013 si collocava a fine marzo”.
Una Denominazione come quella del Prosecco Doc, invece, prima in Italia per volumi e per valori, estesa su un’area di 20.000 ettari distribuiti in 9 province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia, e che occupa più di 10.000 aziende produttrici (1.300 vinificatrici e oltre 300 imbottigliatrici), ha prodotto, nel 2013, oltre 1,8 milioni di ettolitri per circa 240 milioni di bottiglie, il 35% delle quali assorbite dal mercato domestico, il restante 65% destinato ad un export che in alcuni Paesi cresce a due cifre o addirittura tre. Un vero e proprio patrimonio del territorio che va assolutamente preservato e accompagnato in questa fase di grande crescita.
Il Consorzio ha deciso di utilizzare lo stoccaggio e il blocco impianti ovvero il mantenimento degli attuali 20.000 ettari almeno fino al 2017, per mantenere questo successo. “E’ in particolare lo stoccaggio di una parte della produzione annuale - precisa il Presidente del Consorzio della Doc Prosecco, Stefano Zanette - che, in rapporto ad altre misure, ha rivelato tutta la sua efficacia come strumento di governo del delicato equilibrio tra domanda e offerta. Tale provvedimento, adottato dal Consorzio fin dalla campagna vendemmiale 2012, migliorato con la campagna 2013, sarà sottoposto all’approvazione della prossima Assemblea annuale dei Soci anche per il 2014 al fine di garantire un solido futuro a un patrimonio del territorio che attualmente supera il miliardo e 200 milioni di euro di valore ma presenta ancora ampi margini di crescita”.
“Almeno per il momento - commenta il Presidente dell’Unione Italiana Vini Domenico Zonin - ritengo giusto che il prodotto stoccato nel 2013 rimanga bloccato perché il valore del Prosecco Doc sfuso è ancora abbastanza stabile e non essendosi registrate tensioni particolari nel prezzo, non si avverte la necessità di calmierare il mercato. L’eventuale svincolo di tutta o parte della produzione stoccata lo deciderà solo l’andamento del mercato nel prossimo futuro. Alle aziende - prosegue Zonin - interessa che il prezzo di negoziazione sia il più stabile possibile negli anni e finora si è riusciti a mantenerlo equilibrato garantendo un giusto guadagno ai produttori e a tutta la filiera. Lo dimostra l’impennata di registrazioni degli ultimi anni e in particolare i numeri di questo primi mesi 2014, molto positivi: febbraio, marzo e aprile hanno registrato un +30% delle richieste di certificazione rispetto allo stesso periodo 2013. Come produttore/esportatore - conclude Domenico Zonin - sono fermamente convinto che questa strategia adottata dal Consorzio sia prudente e lungimirante e auspico prosegua nel futuro”.
“Condivido del tutto l’opinione di Zonin - gli fa eco Giancarlo Moretti Polegato, responsabile del settore spumanti di Federvini - Lo stoccaggio è uno strumento che più di ogni altro ha dimostrato la sua forza. Si tratta di un ammortizzatore che ha già dato i suoi frutti e ritengo vada utilizzato anche in futuro per gestire il valore di un prodotto importante come il Prosecco Doc, all’insegna della stabilità, evitando speculazioni e forti oscillazioni che possono rivelarsi deleterie per il mercato in generale ma soprattutto nell’export dove il Prosecco sta registrando i suoi risultati migliori”.
“La nascita della Denominazione Prosecco nel 2009 - specifica il Presidente Stefano Zanette concludendo - ha portato alla messa a dimora di nuovi vigneti che arriveranno a piena maturazione, quindi al massimo della produttività, tra il 2014 e il 2015, prima di raggiungere la prevista stabilizzazione. In questa delicata fase di assestamento è necessario compiere dei sacrifici per favorire al Prosecco il futuro lungo e florido che lo attende e si merita. Ciò non solo a evidente vantaggio di tutta la filiera produttiva ma anche per il consumatore finale. Se il mercato non riconoscesse al mondo produttivo il giusto guadagno, sarebbe la qualità a venirne compromessa, con evidente danno del consumatore finale, che invece noi intendiamo tutelare”.

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