No all'uso dei trucioli nel vino per tutelare la salute del consumatore, difendere la qualità e le produzioni delle piccole aziende a rischio di concorrenza sleale: con questi obiettivi il sindaco di Torrecuso (Benevento), Francesco De Nigris, che peraltro è un medico, ha emanato oggi un'ordinanza - la prima in Italia ed in Europa con queste caratteristiche - con la quale vieta, nel territorio comunale, l'utilizzazione dei cosiddetti chips nelle pratiche enologiche legate all'invecchiamento al posto di botti e barriques.
Un'iniziativa adottata, è scritto nel provvedimento, "per motivi precauzionali" e destinata a suscitare scalpore quella assunta dal primo cittadino del comune sannita, paese aderente al circuito "Città del Vino", e che si trova in un'area nella quale si producono vini di qualità come l'Aglianico del Taburno e la Falanghina.
La qualità oggi, secondo De Nigris, è in pericolo a causa dei trucioli: "con l'ordinanza, la prima in Italia e nell'Unione Europea - spiega il sindaco - voglio riaffermare il diritto alla salute pubblica insieme con la tutela dell'economia del territorio, perché il rischio è quello di porre fuori mercato vini di grande qualità prodotti nel mio comune, che si troverebbero a competere con vini di qualità inferiore a prezzi notevolmente più bassi".
Anche perché, si legge nell'ordinanza (la n. 25), "é imminente il recepimento da parte dello Stato italiano di una direttiva comunitaria che legalizza per l'invecchiamento dei vini i cosiddetti 'trucioli' in luogo delle barrique".
De Nigris ricorda, dunque, che "'i trucioli di legno servono a invecchiare velocemente ed a costi irrisori il vino'' e cita il professor Giorgio Calabrese, componente dell'European Food Safety Authority, secondo il quale l'uso dei trucioli potrebbe comportare seri problemi di salute: "A giudizio del professor Calabrese - afferma il sindaco - i chips sono dannosi alla salute, infatti con questa pratica si favorisce la cessione di idrocarburi e di alcuni metalli pesanti e, fra gli aromi, anche di sostanze come l'acido vanillico e l'acido siringico. Test su cavia hanno dimostrato danni al fegato e ai reni".
L'iniziativa molto probabilmente innescherà un meccanismo attraverso il quale anche gli altri sindaci delle Città del Vino italiane emaneranno analoga ordinanza.
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